Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

L’obbligo vaccinale parte in salita: 85mila i sanitari non vaccinati

54

- Advertisement -



L’obbligo di vaccinarsi per i sanitari di tutta Italia è scattato oltre un mese fa, quando è entrato in vigore il decreto Covid che lo ha introdotto già da inizio aprile. Ma, numeri alla mano – in base all’ultimo report sulle vaccinazioni pubblicato sul sito del Governo – ci sono ancora 85mila operatori che “resistono” e non si sono immunizzati, si tratta di quasi il 5% del totale del personale sanitario in Italia. Non proprio un bel segnale per la campagna vaccinale generale del resto degli italiani, che già comincia a dare qualche segnale di rallentamento perché più si scende con l’età e maggiori sono le resistenze a vaccinarsi.

Certo, non tutti gli 85mila operatori sanitari conteggiati sono probabilmente contrari a vaccinarsi e nelle prossime settimane il numero diminuirà sostanzialmente, ma il fenomeno appare molto più ampio del previsto e così si scopre che a pesare ci sono anche le difficoltà pratiche a far valere l’obbligo vaccinale perché la legge approvata prevede complicazioni, scappatoie, burocrazia ed è troppo “vaga” sulle possibilità di esclusione dall’obbligo, così come sulla platea di operatori coinvolti che non è proprio ben definita.

Loading…

Un iter burocratico articolato

Come sempre in Italia, con delle nuove regole parte anche il classico ufficio complicazioni: le norme prevedono l’invio entro 5 giorni dall’entrata in vigore della legge degli elenchi dei propri dipendenti da parte delle strutture sanitarie alle Regioni che a loro volta entro 10 giorni dovrebbero verificare l’assolvimento dell’obbligo e poi inviare alle Asl i nomi degli inadempienti. A questo punto le aziende sanitarie invitano le persone a fornire, entro 5 giorni dalla comunicazione, una documentazione che provi la vaccinazione effettuata o, in caso di differimento, la richiesta effettuata o i documenti necessari per l’impossibilità di effettuarla. Alla scadenza delle cinque giornate, se un riscontro non sarà stato prodotto, sarà l’Asl a «invitare formalmente l’interessato a sottoporsi alla vaccinazione, indicando modalità e termini entro i quali adempiere l’obbligo».

Dopo aver effettuato la vaccinazione, entro tre giorni bisognerà trasmettere i documenti di attestazione necessari. In caso contrario (cioè il rifiuto del vaccino) l’Asl trasmetterà la notizia dell’inosservanza all’interessato, al luogo di lavoro e all’Ordine professionale.

Le difficoltà di spostamento ad altre mansioni

Insomma, una gincana, a cui seguono anche altre complicazioni: la stessa legge prevede che il datore di lavoro, prima di procedere alla soluzione estrema della sospensione dal lavoro del sanitario che non si è vaccinato con tanto di stop allo stipendio, debba tentare, prima, di spostare l’operatore a un’altra mansione non a contatto con i pazienti. Una soluzione facile a dirsi ma davvero complicata a farsi perché in un ospedale, clinica o Rsa è davvero difficile trovare attività che non prevedano contatto con i pazienti. Il timore poi è quello di doversi trovare ad affrontare dei contenziosi legali.



www.ilsole24ore.com 2021-05-12 05:08:15

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More