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Il flop dei test salivari, quelli rapidi scoprono il virus in un caso su 10

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Evocati come la soluzione per screening rapidi e massicci soprattutto nelle scuole perché meno invasivi dei tamponi i test salivari – quelli che prevedono un piccolo prelievo della saliva per scovare il Covid – per ora rischiano di restare nei cassetti. Gli esami fatti sul alcuni test all’Istituto Spallanzani per validarli di fatto ne hanno sancito la difficile applicabilità: quello più rapido e semplice con un kit “a saponetta” è praticamente inservibile in quanto scova il virus solo nel 10% dei casi. Un altro test che per attendibilità è simile ai “tamponi rapidi” antigenici che si stanno utilizzando negli aeroporti, ma comunque non alternativo al tradizionale tampone naso-faringeo che resta il gold standard, deve essere processato in laboratorio. Quindi in questo caso l’unica soluzione per usarli in larga scala potrebbe essere quella di creare laboratori mobili.

I test allo Spallanzani

A fare il punto sui test anti-Covid è stato appunto lo Spallanzani di Roma, centro di riferimento nazionale nella validazione di questi strumenti fondamentali nella lotta ai contagi che da settimane sta valutando l’efficacia anche di quelli salivari. L’istituto ricorda come «recentemente sono stati proposti sul mercato test che utilizzano come campione da analizzare la saliva. Il prelievo di saliva è più semplice e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo o al prelievo di sangue, quindi questa tipologia di test potrebbe risultare utile per lo screening di grandi numeri di persone». I test salivari sono molto più facili rispetto ai tamponi (sia quelli tradizionali che “rapidi” anti-genici) che prelevano dal naso il campione delle vie respiratorie con un lungo bastoncino simile ad un cotton-fioc . «Come per i tamponi, anche per i test salivari – avverte la lunga nota dell’istituto – esistono test di tipo molecolare (che rilevano cioè la presenza nel campione dell’Rna del virus) e di tipo antigenico (che rilevano nel campione le proteine virali)».

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I risultati deludenti del test salivare

Lo Spallanzani entra dunque nel merito della validazione dei test salivari e spiega come per gli antigenici, quelli che cercano nei campioni respiratori del paziente delle proteine virali (antigeni), «il nostro laboratorio ha testato due soluzioni». «La prima – spiega l’Istituto – ha mostrato livelli di sensibilità simili a quelli dei tamponi antigenici rapidi, ma il test deve essere effettuato in laboratorio, quindi, a meno che non si attivino unità di laboratorio presso i punti dove viene effettuato il prelievo, non è utilizzabile in contesti di screening rapido (es. aeroporti) dal momento che tra prelievo del campione, trasporto e accettazione in laboratorio, esecuzione del test e refertazione, i risultati, seppur più veloci ad ottenersi rispetto al test molecolare, non sono immediati». In pratica si hanno risultati in tempi più brevi del tradizionale tampone che necessita di 24-48 ore, ma non i tempi rapidi però che si auspica. Molto più deludenti i risultati per il test salivare immediato: «La seconda soluzione – aggiunge lo Spallanzani – invece è a lettura visiva (c.d. “saponetta”), non richiede strumentazione di laboratorio, può essere quindi utilizzata fuori dai laboratori e dà i risultati in pochi minuti, ma applicato alla saliva (contesto diverso da quello per cui è certificato, cioè tampone), ha dimostrato di rilevare la presenza del virus in meno del 10% dei campioni che risultavano positivi al test molecolare standard».

Quello salivare molecolare difficile da processare

Oltre a quelli anti-genici è stato messo sotto la lente anche il salivare molecolare: «Il test salivare molecolare testato presso il laboratorio di virologia dello Spallanzani utilizza uno dei sistemi correntemente utilizzati per i tamponi naso-faringei, che ha appena conseguito il marchio Ce per l’utilizzo anche con la saliva. Questa apparecchiatura tuttavia – avverte ancora la nota dell’Istituto – non ha una processività elevata: riesce infatti ad effettuare solo 8 campioni per volta, con tempi di analisi dei campioni di circa un’ora. Pertanto il suo utilizzo è indicato soltanto in casi particolari, come per esempio la conferma urgente di positività riscontrate nel corso di test antigenici». «In genere – conclude lo Spallanzani – la saliva non si presta bene all’utilizzo con le apparecchiature di laboratorio altamente automatizzate che si usano per processare elevati volumi di campioni molecolari, perché essa ha densità variabile e creerebbe problemi ai sistemi di pescaggio ad alta automazione».



www.ilsole24ore.com 2020-09-23 17:16:54

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