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La scienza contro l’invecchiamento raccoglie investimenti milionari

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Negli ultimi cinque anni la scienza anti-invecchiamento è cambiata radicalmente diventando più credibile grazie ai progressi nell’ambito dei biomarcatori e alla convergenza tra sequenziamento genetico, intelligenza artificiale e medicina cellulare. Di pari passo sono emerse società e fondi ad hoc che secondo Business Insider (dati del 2018) ammontano a 850 milioni di dollari, riferendosi a quanti soldi muovono le startup che si occupano di lotta all’invecchiamento. Tra questi c’è Sergey Young (nomen omen…) investitore, gestore di fondi e visionario della longevità, noto per i suoi ambiziosi piani di estendere la durata della vita ad almeno un miliardo di persone nel mondo. Il presupposto da cui parte è questo: se le Big tech come Google, Ibm, Microsoft e Apple sono diventate in poco tempo fornitori di servizi sanitari tradizionali, Sergey vede gli investimenti nella tecnologia legata alla longevità un gateway per raggiungere la sua mission. Così ha istituito il Longevity vision fund (Lvf) da 100 milioni di dollari negli Stati Uniti al fine di investire in scoperte sulla longevità che hanno il potenziale di essere scalabili e accessibili a tutta la popolazione. In più, Sergey aiuterà anche a lanciare il Longevity XPrize del suo amico Peter Diamandis, che oltre a essere presidente e Ceo della XPrize Foundation e co-fondatore e presidente esecutivo della Singularity University è ancheil cofondatore e vicepresidente della Human Longevity Inc.,società di diagnostica e terapia basata sulla genomica e sulla terapia cellulare focalizzata all’estensione della vita umana in buona salute. Sergey gioca per vincere e ha selezionato come consulenti alcuni degli scienziati più influenti nella biotecnologia della longevità e investito nelle società biofarmaceutiche profondamente radicate in questo settore. Le aree su cui ha puntato gli occhi comprendono la diagnosi precoce di malattie gravi mediante la tecnologia a ultrasuoni; diagnostica precoce per malattie cardiache, tumorali e neurodegenerative; terapie basate su cellule staminali e microbiomi; big data e Ai per lo sviluppo di biomarcatori. A ispirarlo è stato il miliardario britannico Jim Mellon, fondatore di Juvenescence, startup biotecnologica anti-invecchiamento nata nel 2016 e che nel 2018 ha raccolto 50 milioni di dollari in finanziamenti.

Vera superstar dell’industria della biotecnologia della longevità è però la Unity Biotechnology di Ned David. Dopo aver raccolto 222 milioni di $ in capitale di rischio (anche da Jeff Bezos)sulla base di studi preclinici, Unity è diventata pubblica lo scorso maggio, raccogliendo 85 milioni di $ in un’offerta pubblica iniziale che ha valutato il valore della biotecnologia pari a 700 milioni di dollari. Nel 2017 i ricercatori finanziati da Unity hanno dimostrato che rimuovere le cellule senescenti dalle ginocchia dei topi usando Ubx0101 non solo ha ridotto il dolore, ma ha anche spinto la cartilagine a ricrescere. Gli scienziati hanno poi ripetuto l’esperimento utilizzando tessuto del ginocchio umano e lo scorso autunno hanno iniziato a iniettare Ubx0101 nelle ginocchia di pazienti anziani con osteoartrite da moderata a grave. E all’inizio di quest’anno Unity ha chiesto l’approvazione della Fda per iniziare i test sull’uomo per un secondo farmaco (Ubx1967), per le malattie degli occhi legate all’età.

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www.ilsole24ore.com 2019-09-03 09:55:00

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