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Covid-19, ecco come il coronavirus spinge le cellule alla morte

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UN NUOVO complesso meccanismo d’azione con cui il coronavirus ci danneggia è appena stato individuato: le cellule infette vengono spinte al “suicidio”, alla morte – in gergo tecnico apoptosi – proprio dal virus. A rivelarlo è un gruppo di ricerca dell’Università di Hong Kong che ha condotto test su animali e su cellule umane coltivate in laboratorio con il virus Mers-Cov, molto simile a Sars-Cov-2, causa dell’epidemia di Mers nel 2012 e 2013. A questi si aggiungono anche prime prove basate sul nuovo coronavirus.

 

I risultati, appena pubblicati su Science Advances, sono ancora piuttosto preliminari; tuttavia, aprono una strada di ricerca, per il futuro, di nuove opzioni terapeutiche contro Covid-19: un percorso, quello dello studio di nuove terapie, che non deve mai essere abbandonato, anche ora che abbiamo i vaccini.  

Il coronavirus e i geni che spingono le cellule alla morte

I ricercatori hanno svolto indagini su topi e su tessuti di polmone umano fatti crescere in laboratorio. Come detto, il virus utilizzato non è Sars-Cov-2 ma gli “somiglia”, dato che appartiene alla stessa famiglia e rientra fra i coronavirus in grado di infettare l’essere umano. Gli scienziati hanno esaminato il comportamento delle cellule dell’epitelio bronchiale 12 e 24 ore dopo essere state infettate da Mers-Cov – in particolare hanno studiato le sequenze di trascrizione di mRna. Dall’esame è emerso che alcuni geni coinvolti nel fenomeno della morte cellulare erano molto presenti o meglio, sempre in gergo tecnico, “molto espressi”. I risultati dei test dimostrano che il virus riesce a spingere le cellule ad auto-annientarsi in una morte programmata. Si tratta di un’azione di autodifesa che serve alle cellule stesse a trovare scampo dal virus, ma che allo stesso tempo le danneggia in maniera irreparabile.

 

“Questa reazione – commenta Andrea Cossarizza, Ordinario di Patologia generale e immunologia all’Università di Modena e Reggio Emilia – è ampiamente studiata ormai da decenni per molte altre patologie, e ad esempio è già dimostrato per alcuni virus influenzali”. La morte cellulare, prosegue l’esperto, può coinvolgere un ampio numero di cellule, fra cui quelle importanti per il corretto funzionamento di vari organi. “Sappiamo – aggiunge Cossarizza – che l’apoptosi è un meccanismo di difesa dell’organismo che in questa maniera elimina cellule infette, capaci di produrre e diffondere il patogeno. Ma allo stesso tempo questo è anche uno dei meccanismi con cui un virus può danneggiare l’organismo. Pertanto aprire una ulteriore strada di ricerca e identificare i meccanismi molecolari attivati da un coronavirus quale il Mers-Cov, come avvenuto in questo primo studio, può essere importante per comprendere meglio l’attività di questo e di altri coronavirus”.

La strada verso nuove terapie per Covid

Inoltre i ricercatori hanno studiato come agire per contrastare la morte delle cellule. Il meccanismo fisiologico è molto complesso: i geni associati alla morte delle cellule sono a loro volta regolati da altri componenti, in particolare dalla cosiddetta “via di segnalazione” della proteina Perk – una sorta di rete o percorso biologico che si attiva e che vede la partecipazione di molti componenti. “Questo percorso – sottolinea Cossarizza – è ampiamente studiato dagli scienziati per contrastare l’apoptosi anche in altre patologie. Lo studio in questione rivela che anche il coronavirus analizzato, Mers-Cov, agisce attivando questa particolare via molecolare, la cui azione può essere associata all’apoptosi sia nel modello animale, sia nelle cellule umane”.

 

Gli autori, poi, hanno osservato che utilizzando molecole che inibiscono Perk (e dette per questo inibitori di Perk), dunque che bloccano questo percorso, si possono ottenere dei risultati per impedire l’apoptosi. In questo modo con gli inibitori di Perk si osserva nei tessuti coltivati in laboratorio un “sostanziale miglioramento”, come scrivono nel testo su Science Advances, “sia rispetto all’apoptosi indotta dal virus Mers-Cov, sia rispetto alla diffusione del virus da cellula a cellula”. I risultati sono da prendere con cautela, dato che riguardano studi su cellule e sul coronavirus Mers-Cov.

 

Nel coronavirus Sars-Cov-2, causa di Covid-19, i meccanismi che portano alla morte delle cellule sono un po’ diversi, e per questo, come mostra lo studio, gli inibitori di Perk non sono efficaci nel combattere l’apoptosi. Tuttavia prime prove su topi con Sars-Cov-2 sembrano indicare che un altro inibitore, una molecola diversa, potrebbe anche in questo caso limitare la morte delle cellule e ridurre il danno ai polmoni e ad altri tessuti. 



www.repubblica.it 2021-06-16 18:00:00

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