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Vaccino Covid: funziona bene anche sui bambini piccoli

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ANCHE in Italia è partita la campagna vaccinale anti Covid per i ragazzi dai 12 ai 15 anni. Ma l’immunizzazione dei più piccoli, diffusori silenti del virus, probabilmente sarà l’unico strumento a nostra disposizione per arginare definitivamente la pandemia. Non ne hanno dubbi i ricercatori dell’Università della Carolina del Nord, del Weill Cornell Medicine e del New York Presbyterian che hanno sperimentato il siero Moderna e un nuovo vaccino a base di proteine in una ricerca preclinica su 16 baby macachi, registrando forti risposte anticorpali e nessuno evento avverso.

“Vaccini sicuri ed efficaci per i bambini piccoli contribuiranno a limitare la diffusione di Covid perché sappiamo che i bambini possono trasmettere il virus ad altri, sia se si ammalano o se rimangono asintomatici”, spiega Sallie Permar, pediatra a capo del New York Presbyterian. “Anche se nei bambini si sono registrati tassi di malattia grave relativamente bassi, ne sono morti di più per Covid rispetto a quelli per l’influenza stagionale o per varicella, e molti altri hanno avuto un impatto negativo dalle misure messe in atto per frenare la diffusione. Pertanto, i bambini piccoli meritano protezione dal Covid”. E’ per questo che anche l’American Academy of Pediatrics ha inviato una lettera alla Casa Bianca e ai funzionari federali esortando l’amministrazione Biden a “utilizzare ogni misura disponibile per ottenere l’autorizzazione dei vaccini nei bambini non appena possibile, in sicurezza”. Ora i risultati pubblicati su Science Immunology vanno proprio in questa direzione.

 

Per valutare la vaccinazione infantile contro Sars-Cov-2, i ricercatori hanno immunizzato due gruppi di otto macachi rhesus di 2,2 mesi, che corrisponde all’incirca ai 9 mesi di vita negli umani, con due dosi a quattro settimane di distanza l’una dall’altra. Quattro cuccioli del California National Primate Research Center hanno ricevuto il siero Moderna a mRna e altrettanti il nuovo vaccino formulato dall’Infectious Disease Research Institute, non ancora approvato per l’utilizzo umano, che al posto del codice genetico contiene direttamente la proteina spike, stesso principio su cui si basa il Novavax, per il quale i rapporti diffusi dall’azienda parlano di un’efficacia al 90%. Ed entrambi i vaccini hanno suscitato nei primati un’elevata quantità di anticorpi neutralizzanti e risposte delle cellule T specifiche della proteina spike, mentre non hanno generato risposte di tipo 2 helper T, che possono essere dannose per l’efficacia e la sicurezza del vaccino nei neonati.

“Il livello di anticorpi che abbiamo osservato era paragonabile a quello sviluppato dai macachi adulti, anche se le dosi erano di 30 microgrammi invece che di 100”, spiega l’immunologa Kristina De Paris dell’Unc Children’s Research Institute. “Con il vaccino Moderna, abbiamo osservato anche risposte specifiche alle cellule T, che sappiamo essere importanti per limitare la gravità della malattia”. Ma soprattutto, “dovevamo essere sicuri di verificare la reazione sui linfociti helper – il cui scopo è di secernere citochine durante una risposta immunitaria –, quindi abbiamo analizzato il plasma di tutti i macachi per poter essere certi che nessuno dei due vaccini producesse una tale risposta. Dobbiamo sicuramente continuare le nostre ricerche in merito, ma finora non abbiamo prove che questo accada”, supportando così l’avanzamento della sperimentazione clinica anche al di sotto di 1 anno di età.

 

Ma più della ricerca scientifica, secondo la dottoressa Permar potrebbero essere “i genitori a rappresentare un ostacolo nello sforzo di vaccinazione”. In un commento per InsideSources.com, l’autrice senior dello studio ha scritto che “sarà compito di noi pediatri fornire ai genitori le informazioni complete e accurate di cui hanno bisogno per fargli dire con sicurezza di sì al dono dell’immunità vaccinale per i propri figli. Anche chi era già favorevole ha espresso preoccupazione per gli effetti a lungo termine sui bambini. Ma una volta che questi vaccini verranno visti nel contesto generale, proprio come molti altri che già diamo per scontati, i loro benefici supereranno di gran lunga i rischi. Anche se i bambini piccoli potrebbero non diffondere il Covid con la stessa rapidità degli adulti, se non vaccinati continueranno a essere un serbatoio della malattia. I genitori vogliono fare ciò che è meglio per la salute e il benessere dei loro figli e questo è certamente il momento per ascoltare le loro preoccupazioni. Ma come pediatra trovo che la riluttanza di alcuni indichi solo una mancanza di informazione”.



www.repubblica.it 2021-06-19 06:10:49

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