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Virus sinciziale,estendere prevenzione in primi mesi di vita – Notizie dai pediatri

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(ANSA) – ROMA, 23 GIU – Il Virus Respiratorio Sinciziale è la
prima causa assoluta di ricoveri per i neonati. Solo nel 2015,
nei bambini sotto i 5 anni, nel mondo, ha provocato 33 milioni
di infezioni delle basse vie respiratorie, circa 3,2 milioni di
ospedalizzazioni e quasi 120 mila morti. Serve maggior
prevenzione nei primi mesi di vita e, nella stagione critica,
andrebbe considerata la possibilità di estendere la profilassi,
oggi limitata ai nati pretermine particolarmente a rischio.
   
Questo l’appello che arriva da un documento messo a punto da un
gruppo multidisciplinare di esperti.
   
L’infezione da virus sinciziale colpisce tra novembre e
aprile. “Soprattutto nel bambino al di sotto dei due anni –
dichiara Alberto Villani, past president della Società italiana
di Pediatria (Sip) – può richiedere cure semi-intensive e
intensive. Oltre a esser pericolosa per la vita stessa,
rappresenta un evento sfavorevole allo sviluppo sano
dell’apparato respiratorio” e può avere “conseguenze anche
nell’età adulta avanzata. Da qui il valore della prevenzione di
questo virus in tutti i bambini nei primi 1000 giorni di vita”.
   
Per le famiglie colpite, il ricovero è associato a notevoli
perdite in termini di tempo, finanze e produttività. Inoltre
richiede numerose visite di follow-up e possibili successivi
ricoveri ospedalieri. Ma l’infezione “determina anche effetti
negativi in termini economici per il sistema sanitario, sia per
la gestione territoriale che ospedaliera”, afferma Francesco
Saverio Mennini, professore di Economia presso l’Università di
Roma Tor Vergata. Contro questo virus non c’è ancora un vaccino,
per ora non esiste una terapia efficace e l’unico trattamento è
l’eventuale supporto respiratorio. Un notevole passo avanti è
stato compiuto grazie agli anticorpi monoclonali che consentono
la prevenzione di gravi affezioni del tratto respiratorio
inferiore. Tuttavia ad oggi sono indicati solo per i nati
pretermine e con gravi condizioni patologiche. “Questa
profilassi – afferma Fabio Mosca, presidente Società Italiana di
Neonatologia (Sin) – è destinata ad una piccola percentuale di
neonati, tralasciando le conseguenze che il virus può causare in
tutti gli altri. Estenderla a tutti i nati nella stagione
epidemica costituirebbe un significativo miglioramento delle
cure”. (ANSA).
   

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