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ANSA/L’insulina ha 100 anni, la molecola dei record – Sanità

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(ANSA) – ROMA, 24 GIU – Sono 100 le candeline che spegne
l’insulina, l’ormone che serve a regolare lo zucchero nel sangue
e che viene usato per curare il diabete: l’insulina è una
proteina da record, ha salvato un numero incalcolabile di vite,
è stata anche la prima molecola ad essere sequenziata (tracciata
la sequenza degli amminoacidi che la compongono), la prima ad
essere prodotta da ‘fabbriche di batteri’ con le tecniche
dell’ingegneria genetica. Grazie all’insulina i diabetici di
tipo 1 che prima avevano una aspettativa di vita di 10, massimo
20 anni, oggi possono godere di una vita lunga e in salute.
   
La scoperta dell’insulina ha rivoluzionato la gestione dei
pazienti con diabete di tipo 1 (insulino-dipendente, una
malattia autoimmune in cui viene distrutta la porzione di
pancreas che produce insulina). La rivista Nature ha dedicato lo
speciale “Nature Milestones in Diabetes”, per ripercorrere tutti
i passaggi chiave dalla scoperta dell’insulina ad oggi, pietre
miliari come la realizzazione di prototipi di pancreas
artificiali, infusori di insulina al bisogno gestiti oggi
dall’intelligenza artificiale.
   
In occasione dell’anniversario Eli Lilly and Company lancia
oggi in tutto il mondo il Leonard Award, un premio per chi si è
dedicato a migliorare la gestione del diabete attraverso
pensieri e approcci innovativi. Grazie al premio Lilly donerà
100.000 dollari a Life for a Child, organizzazione no-profit che
fornisce l’accesso alle cure, all’istruzione e alle medicine e
forniture salvavita a bambini e giovani con diabete di tipo 1
nei Paesi con meno risorse.
   
La scoperta dell’insulina si deve a Frederick Banting,
Charles Best, James Bertram Collip and John Macleod, autori
anche dei primi esperimenti sulla somministrazione della
molecola ai pazienti; si tratta di passaggi chiave che hanno
cambiato il destino dei pazienti consentendo loro di avere una
vita lunga e in salute. E’ a partire da giugno 1921 che si
svolgevano nel laboratorio di Toronto dei 4 scienziati i primi
esperimenti sui cani: gli animali venivano privati del pancreas,
resi diabetici e poi trattati con estratto di pancreas per
vedere se la terapia riusciva a regolarizzare la glicemia degli
animali. Gli esperimenti sono andati avanti a lungo fino ad
arrivare al 1922 con le prime somministrazioni ai pazienti. “Si
è passati dalla ‘spremitura’ di pancreas, da cui questo ormone
era inizialmente estratto, alle insuline animali, per giungere
dopo circa 60 anni a insuline innovative da DNA ricombinante ed
alle insuline biosimilari – dichiara Paolo Pozzilli, direttore
dell’Unita Operativa Complessa di Endocrinologia e Diabetologia
al Campus Bio-Medico di Roma. Senza questo ormone i pazienti con
diabete 1 non avrebbero potuto sopravvivere alla malattia, ed è
di ausilio anche nel 10-25% dei pazienti con diabete di tipo 2.
Non solo: nel corso degli anni, e più di recente, sono state
messe a punto insuline con diversa durata di azione, da
formulazioni con effetto quasi immediato a quelle di media-lunga
durata in grado di non impattare sul rischio cardiovascolare dei
pazienti. Infine le penne per la somministrazione di insulina
sono oggi molto sicure ed in grado ridurre fortemente il
pericolo di ipoglicemie”.
   
“Cento anni fa un bimbo con diabete aveva un’aspettativa di
vita di dieci, vent’anni, mentre oggi può avere una vita normale
e lunga grazie all’insulina, un farmaco che si è continuamente
innovato nel tempo” spiega Claudio Maffeis, presidente SIEDP,
Società italiana endocrinologia e diabetologia pediatrica.
   
Comunque, si legge sullo speciale di Nature, gli alti costi
degli analoghi dell’insulina e la scarsità di forme di insulina
umana più a buon mercato, insieme con altre barriere all’accesso
alle terapie come i problemi di conservazione hanno gravi
ripercussioni su molti pazienti. Queste disuguaglianze devono
essere urgentemente abbattute, in particolare nei paesi a basso
e medio reddito. (ANSA).
   

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