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Harding dirige Nozze di Figaro per 100/o di Strehler – Lombardia

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Prima opera con orchestra e pubblico dal 22 febbraio 2020

(ANSA) – MILANO, 24 GIU – Per il sovrintendente Dominique
Meyer “è una rinascita”, dopo una chiusura “troppo lunga” e la
felicità è doppia se si riapre, sabato 26 giugno alle 18,30, con
un capolavoro di Mozart come ‘Le nozze di Figaro’, con la
direzione di Daniel Harding, e firmato da Giorgio Strehler, nel
ricordo del grande regista di cui quest’anno ricorre il 100/o
anniversario della nascita.
   
Ed è la prima opera in forma scenica rappresentata alla Scala,
con l’orchestra in ‘buca’ e il pubblico in sala (760 spettatori,
oltre un terzo dei posti a sedere) dal 22 febbraio 2020, quando
era in scena ‘Il turco in Italia’ di Rossini. Dopo arrivò la
pandemia e il lockdown.
   
Questa edizione delle ‘Nozze’ è uno spettacolo ormai
leggendario, che dal 1981 (ma la prima versione parigina era del
1973) ha registrato 68 rappresentazioni al la Scala. E tante
ancora si prevede di vederne, visto che “l’allestimento scenico
– come ha osservato Marina Bianchi, che ha curato la ripresa
della regia di Strehler – è stato completamente rinnovato”.
   
E c’è un motivo, che va oltre l’omaggio al grande regista: “E’
un’edizione bellissima che mi ha sorpreso per la pulizia e la
sobrietà della scena”, osserva il maestro Harding che aggiunge:
“Io voglio una casa così!”. Una casa adattissima a ospitare un
capolavoro che parla dell’essere umano, con tutte le sue
debolezze e le sue contraddizioni, che nel libretto di Lorenzo
Da Ponte vengono tradotte nel modo leggero e divertente proprio
dell’opera buffa. Anche se l’analisi musicale fatta da Daniel
Harding, evidenzia anche momenti bui “troppo dimenticati”.
   
Momenti in cui ci sono una ragazza giovanissima e un conte che
cerca di insidiarla. Harding cita l’inizio del quarto atto “dove
si capisce subito, dalla musica , che non è uno scherzo”.
   
“Mozart – spiega a sua volta Marina Bianchi – ci parla di
relazioni, di stupri, di vendette. E alla fine si avverte un
velo di tristezza, anche se viene spazzato via dalla conclusione
felice”. (ANSA).
   

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