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I farmaci contro l’artrite funzionano contro Covid. Lo dice l’Oms

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I farmaci antifiammatori usati per l’artrite reumatoide sono utili, molto, anche contro Covid. Se ne erano accorti i medici durante le settimane di emergenza all’inizio della pandemia, ma gli studi condotti non avevano mai dato risultati chiari, anche a causa della difficoltà di disegnare sperimentazioni rigorose in epoca pandemica. Ora l’Organizzazione mondiale della sanità ha inserito due farmaci che bloccano il recettore dell’interleuchina-6, tocilizumab e sarilumab, fra quelli ufficialmente consigliati per il trattamento dei malati di Covid. La decisione è arrivata a seguito della revisione di 27 studi clinici, che hanno coinvolto oltre 10mila pazienti, condotta dal gruppo di lavoro World Health Organization Rapid Evidence Appraisal for COVID Therapies (REACT) e pubblicata su Jama.

 

Le indicazioni

I due farmaci sono indicati per i malati in condizioni gravi che già sono in trattamento con corticosteroidi, i primi farmaci a ottenere la raccomandazione dell’Oms nella gestione dell’infezione da Sars-Cov-2. Tocilizumab e sarilumab sono due anticorpi monoclonali che bloccano l’interluchina 6 (IL-6), una molecola che produce infiammazione e che è fra le responsabili dell’eccessiva reazione immunitaria che spesso si sviluppa nei malati di Covid. Dalla revisione è emerso che l’aggiunta di uno dei due farmaci ai corticosteroidi porta a una riduzione delle morti del 13% rispetto alle cure standard e del 28% delle probabilità di essere sottoposti a ventilazione meccanica. In altre parole, 15 morti in meno ogni 1000 pazienti e 23 pazienti in meno intubati. 

 

Come usare gli anti IL-6

A oggi sono diversi gli agenti che vengono usati per gestire i malati di Covid, come sottolineano Micheal Matthay e Anne Leutkemeyer, entrambi in forze all’Università della California, in un editoriale di commento alla review di studi. In questo scenario, come vanno usati  tocilizumab e sarilumab? Prima di tutto, dicono gli esperti, sempre insieme ai corticosteroidi, perché i risultati si riferiscono solo alla combinazione dei due tipi di medicinali. Secondo, vanno scelti pazienti che non abbiano già ricevuto la ventilazione meccanica per molti giorni. Terzo, appare ancora poco chiaro come fare a scegliere fra questi farmaci e altri, per esempio gli inbitori di JAK come baricitinib e tofacitinib. Anche queste molecole hanno dimostrato di essere utili in combinazione con i corticosteroidi e non esistono studi che le abbiano confrontate direttamente con gli anti IL-6. Non si sa nulla neanche dei rischi o dei benefici che si potrebbero ottenere combinando i farmaci anti artrite reumatoide con gli anticorpi monoclonali anti Sars-Cov-2, che si possono usare in pazienti non gravi. Quindi ci vuole prudenza. Quarto, oggi che la mortalità e il ricorso alla terapia intensiva sono fortunatamente diminuite, almeno nei Paesi occidentali, il vantaggio rappresentato dall’aggiunta di tocilizumab e sarilumab potrebbe non essere giustificabile in termini di costi e di tossicità aggiuntive. Ma lo scenario, sottolineano gli esperti, potrebbe cambiare e il fatto che ci siano delle opzioni valide di trattamento è sicuramente un fatto positivo.   

In Italia, l’Agenzia Italiana del Farmaco, nell’ambito della rivalutazione continua sui farmaci utilizzabili per il COVID-19, aveva deciso già alla metà di giugno scorso di inserire tocilizumab nell’elenco dei farmaci per il trattamento di soggetti adulti ospedalizzati con COVID-19 grave e/o con livelli elevati degli indici di infiammazione sistemica, in condizioni cliniche rapidamente ingravescenti. 



www.repubblica.it 2021-07-08 14:16:14

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