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Pazienti oncologici: dove andare in vacanza per un’estate sicura

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Non importa dove, ma concedersi una pausa dalla malattia e dalla routine di cura è quasi una prescrizione medica. Parola di Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom e direttore Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi. “Qualsiasi tipo di vacanza – sottolinea l’oncologo – è importante per tutti, ma soprattutto per un paziente oncologico sia in trattamento, sia guarito”. Che sia mare, montagna, campagna o anche una città d’arte, il paziente oncologico deve ‘staccare’ e vivere al meglio la pausa estiva seguendo alcune precauzioni, ma senza limitarsi più del dovuto e ricordando di mettere in valigia (oltre al Green Pass) la documentazione che riporta la sua storia medica (con il dettaglio dei trattamenti in esecuzione), tradotto in lingua inglese se si va all’estero, per poter affrontare eventuali urgenze.

La montagna per chi ha difficoltà respiratorie  

Per chi ama la tranquillità e l’aria pura la montagna è la scelta ideale specie in epoca Covid-19 perché aggiunge ai tanti pregi la possibilità di un distanziamento sociale naturale che consente di stare più tranquillamente senza mascherina. “La vacanza in montagna – spiega Cinieri – è consigliabile soprattutto per i pazienti oncologici che hanno difficoltà di tipo respiratorio come coloro che hanno un tumore al polmone o anche metastasi polmonari perché, anche se non si raggiungono quote elevatissime, l’aria è più frizzante e più fresca, condizioni che affaticano meno l’apparato respiratorio”.

Melanoma: sole con prudenza

Le alte quote possono essere una buona scelta anche per i pazienti che hanno avuto un melanoma ed hanno paura ad esporsi al sole: “Non bisogna dimenticare, però – avverte Cinieri – che anche in montagna il sole picchia duro. A fare la differenza è il fatto che si è più vestiti e protetti rispetto al costume da bagno. Ma la protezione solare va messa lo stesso”.  

Se l’umore non è dei migliori

Chi ha ricevuto da poco una diagnosi di tumore o ci è pienamente dentro ed ha appena iniziato il suo percorso terapeutico potrebbe non essere dell’umore giusto per una vacanza. “La montagna, ma anche il lago o la campagna – spiega il presidente eletto Aiom – possono essere la soluzione giusta perché sono luoghi meno affollati e per loro natura più rilassanti anche per il tipo di vita che si fa con passeggiate lente e l’aria più fresca”.

In campagna per fare giardinaggio terapeutico

Stessa atmosfera in campagna dove ci si può dedicare alla natura quasi con un approccio terapeutico: “Nei paesi anglosassoni – racconta Cinieri – il giardinaggio viene spesso consigliato ai pazienti oncologici e non solo tant’è vero che nei questionari sulla qualità di vita il giardinaggio viene citato come una delle attività che la migliorano sensibilmente. Inoltre, curare l’orto, annaffiare e potare le piante sono attività leggere che anche un paziente oncologico in terapia può svolgere nelle prime ore del mattino o al tramonto e possono aiutare a dimenticare la malattia”.  

Al mare proteggendosi bene dal sole

Il paziente oncologico che sceglie come destinazione delle vacanze il mare deve prestare attenzione soprattutto all’esposizione al sole perché cicatrici chirurgiche, effetti collaterali della radioterapia o farmaci fotosensibilizzanti rendono la pelle un punto vulnerabile come spiega Cinieri: “Servono precauzioni particolari ai pazienti che si stanno sottoponendo a trattamenti chemioterapici, in particolare quelli basati sull’utilizzo di farmaci che aumentano la fotosensibilità della pelle, come le antracicline o le fluoropirimidine per il tumore della mammella o del colon, o come il taxolo per il tumore ovarico, o ancora quelli di ultima generazione, basati sulle terapie a bersaglio molecolare, come ad esempio gli inibitori dei recettori EGFR utilizzati per il trattamento del carcinoma polmonare o quelli mirati contro la molecola Braf nel caso di diversi pazienti con melanoma”. Un no categorico alle lampade abbronzanti per arrivare in spiaggia già abbronzati: “Sono sconsigliate a tutti e comunque quando ci si espone al sole, specie nei primi giorni, bisogna evitare le ore più calde e preferire quelle del mattino o il pomeriggio dalle 16 in poi”.

Nuotate per i dolori articolari

Vacanze al mare non vuol dire soltanto ore distesi su un lettino al sole o sotto l’ombrellone, ma anche possibilità di muoversi in acqua. E’ dimostrato che svolgere un’attività fisica costante aiuta a tollerare meglio le cure, fa bene all’umore, contrasta quel senso di stanchezza cronica di cui soffrono molti malati e contribuisce a limitare il pericolo di ricadute. “Il mare rappresenta l’ambiente ideale per chi ha delle malattie articolari delle ossa o per chi deve dimagrire perché il movimento in acqua non è gravato dal peso del corpo e quindi ci si può muovere senza avvertire dolore”, spiega Cinieri che precisa: “Il movimento in acqua a mare può essere prezioso per le pazienti con tumore al seno che fanno terapia ormonale adiuvante ed hanno dolori articolari”. Alcune terapie ormonali, infatti, hanno come effetto collaterale proprio l’insorgenza di dolori alle piccole articolazioni (mani, polsi, piedi, caviglie) e alle ginocchia. Al dolore possono associarsi diffusa rigidità articolare, soprattutto al mattino, e dolori muscolari. Ma in acqua è più facile ‘sciogliere’ queste rigidità e superare il dolore. “Il nuoto a mare – prosegue Cinieri – va bene anche per i pazienti con tumore alla prostata con lesioni ossee addensate perché hanno meno rischio di frattura”.

In città per godersi l’arte

Chi ha appena iniziato la chemioterapia o è in attesa di controlli e non può spostarsi non deve rinunciare all’idea della vacanza: “Se si ha la fortuna di vivere in una delle tante città d’arte italiane – spiega Cinieri – l’estate è l’ideale per visitare i monumenti o i musei senza la folla tipica degli altri periodi dell’anno. L’importante è riuscire a trovare un momento da dedicare a se stessi anche se si è in terapia”.

Attenzione alle infezioni

A meno che il paziente non si sia sottoposto a terapie che riducono la risposta immunitaria, come quelle somministrate ai pazienti con malattie oncologiche del sangue che riducono il numero di globuli bianchi, il rischio di infezioni batteriche o virali è in generale lo stesso della popolazione sana. “In questo periodo pandemico – avverte Cinieri – bisogna avere più attenzione al rischio di infezione.  Per fortuna la maggior parte dei pazienti oncologici sono stati vaccinati contro Covid-19, ma bisogna comunque seguire alcune norme di comportamento come evitare luoghi affollati, lavarsi spesso le mani, evitare di consumare bevande con ghiaccio di cui non conosciamo la provenienza”. Prudenza anche a tavola: “Nonostante sia uno dei piaceri della cucina mediterranea – suggerisce l’oncologo – meglio evitare i mitili curdi che possono portare a rischio di epatite A”.

Non dimenticarsi di bere

Qualunque sia la destinazione delle vacanze, poi, è importante porre attenzione all’idratazione soprattutto quando si è in trattamento con farmaci che possono provocare effetti collaterali come vomito e diarrea perché comportano una perdita dei liquidi che si somma a quella dovuta alla sudorazione provocata dal caldo.  “Bisogna bere molti liquidi, specie acqua acqua semplice o con succo di limone o arancia per integrare elettroliti e vitamine”, suggerisce Cinieri che aggiunge: “L’idratazione si ottiene anche consumando frutta e verdura di stagione. In particolare, l’anguria contiene molti sali minerali, pochi zuccheri ed un’elevata percentuale di acqua per cui una fetta di anguria può essere rinfrescante”.



www.repubblica.it 2021-07-21 14:18:06

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