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Giro d’Italia a nuoto: la Palermo-Ustica con una gamba sola per sensibilizzare sulla …

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SE raggiungere Trieste a piedi partendo da Ventimiglia è impresa lunga e tortuosa, coprire il tragitto via mare, discendendo e quindi risalendo lo Stivale, può diventare un’esperienza pericolosa e faticosa. Poca cosa però in confronto agli ostacoli che ogni giorno affrontano le persone con disabilità che vivono in Italia, più di 3 milioni. Ecco perché, con l’obiettivo di sensibilizzare la società sui diritti di chi è spesso trattato da invisibile, Salvatore Cimmino, 57 anni e una gamba amputata in gioventù, è determinato a concludere questo particolarissimo giro d’Italia a nuoto.

Entrato in acqua a inizio maggio al confine con la Francia, Cimmino è giunto a metà del percorso del Giro d’Italia a nuoto e si appresta a compiere la tappa più faticosa: i 54 chilometri di mare aperto che separano Palermo da Ustica, il pomeriggio del 23 luglio. La sua impresa parte da più lontano. Quando aveva appena 15 anni viene colpito da una forma particolarmente aggressiva di osteosarcoma che richiede l’amputazione della gamba destra a metà del femore. “Alla fine del 2005 ho scoperto, per ragioni fisioterapiche, che sapevo nuotare. Le protesi dell’epoca erano molto diverse da quelle attuali e il loro utilizzo, nel corso degli anni, aveva finito per danneggiare la mia colonna vertebrale: senza aiuto, non riuscivo nemmeno più ad alzarmi dal letto” racconta.

I sacrifici per riconquistare l’indipendenza si concretizzano in piscina. I benefici non si limitano alla salute del corpo, liberano anche la mente: senza protesi, sospeso e libero nei movimenti, Cimmino acquista gradualmente confidenza con l’ambiente acquatico. In pochi mesi, la vasca inizia a diventare stretta. Un istruttore delle Fiamme Oro, colpito dalla sua determinazione, fa il resto: nell’estate del 2007 Cimmino compie un primo giro d’Italia a nuoto, riscuotendo uno straordinario riscontro mediatico, sportivo e sociale. “In quel momento ho realizzato che ciò che fino ad allora avevo vissuto come un bisogno personale era in realtà estremamente diffuso. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, sono quasi un miliardo le persone che convivono con una qualche forma di disabilità nel mondo. E in futuro il numero è destinato a crescere”. Cimmino diventa il portabandiera dei diritti delle persone con disabilità in numerose competizioni natatorie di tutto il mondo.

L’Italia a tutela della disabilità si è dotata di un patrimonio legislativo all’avanguardia. Che però in molti casi non viene messo in pratica. “Non mi riferisco solamente all’abbattimento delle barriere architettoniche ma anche al diritto di accedere a protesi tecnologiche: in assenza dei decreti attuativi, il loro inserimento nei livelli essenziali di assistenza del 2017 è rimasto sulla carta” spiega Cimmino. Alcuni dei dispositivi più recenti, capaci di connettersi al sistema nervoso tramite bluetooth, spiega, sono talmente avanzati da non far rimpiangere gli arti mancanti. Nonostante le conquiste degli ultimi decenni, la strada da percorrere rimane ancora lunga e richiede un drastico mutamento sociale. “Ancora oggi il disabile viene considerato come un malato permanente quando invece la sua indipendenza rappresenta un valore aggiunto per l’intera società. Un esempio? Messo in condizione di lavorare, il disabile produce reddito invece che percepire un assegno di invalidità. Il guadagno non è solamente di natura economica ma anche in termini di dignità umana” sottolinea Cimmino.

La tappa siciliana di questo giro d’Italia a nuoto coincide con le “30 miglia per Ustica”, parte degli Ustica Blue Days: una tre giorni di eventi e dialoghi per portare nel cuore del Mediterraneo il tema della sostenibilità “aumentata” intesa non solo in un’accezione ambientale, ma come concetto più ampio di inclusività e valorizzazione della diversità. Lo sport diventa uno dei pilastri della manifestazione e rappresenta uno dei linguaggi più immediati e potenti per veicolare la sostenibilità nei diritti. Come già espresso all’interno dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile elaborata dalle Nazioni Unite, qualunque declinazione di progresso non può prescindere dai valori fondanti una società civile quali l’inclusione, le pari opportunità, la valorizzazione delle diversità e l’abbattimento di ogni barriera, fisica e morale. Valori universali che dovrebbero spingerci a rimettere in discussione le nostre certezze. “Se precludo a una persona la possibilità di andare al cinema oppure al ristorante, probabilmente la disabilità risiede nella società e non nell’individuo. Dovrebbe essere nell’interesse di tutti cercare di renderla normodotata” sorride Cimmino.



www.repubblica.it 2021-07-23 06:02:00

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