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L’assessore Adriatici in località segreta, un teste: ha mirato e sparato – Lombardia

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L’assessore alla Sicurezza di Voghera Massimo Adriatici, non si trova più nella sua abitazione, dove è ai domiciliari per l’uccisione di un cittadino marocchino di 38 anni, Youns El Boussetaoui. La decisione di portarlo in un luogo segreto , a quanto si è saputo, è avvenuta su richiesta della difesa in quanto su alcuni social sono apparse immagine dell’abitazione dell’uomo politico.

L’uomo di cui i legali dei famigliari di Youns El Boussetaoui hanno depositato la testimonianza era già stato sentito dai pm e dai carabinieri mercoledì scorso. Nella sua testimonianza afferma di aver visto il politico prendere la mira e sparare. Agli inquirenti però, a quanto si apprende, non aveva riportato questa circostanza.

Intanto il gip di Pavia ha convalidato l’arresto dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera Massimo Adriatici confermando, per l’uomo politico, gli arresti domiciliari. Adriatici è accusato di eccesso colposo di legittima difesa.

Nell’ordinanza con cui conferma i domiciliari il gip di Pavia scrive di “pericolosità dell’indagato” intesa come attitudine a “porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazione di criticità”. “Ciò che si vuole evidenziare è che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni”, scrive il gip nell’ordinanza visionata dall’ANSA.

Nel pomeriggio alcune centinaia di persone, in gran parte di origini arabe, hanno protestato per l’uccisione di Youns El Boussettaoui, conosciuto nella cittadina pavese come Musta. Al presidio davanti al luogo in cui l’immigrato è stato colpito anche esponenti di varie realtà di sinistra. “Vogliamo giustizia” scandiscono i manifestanti che accusano Adriatici di essere un “assassino”. Fra i cartelloni, diversi quelli contro la Lega, come la scritta ‘Salvini sei contento?’ con accanto una svastica. “Via la Lega da Voghera” è un altro degli slogan scanditi dai partecipanti. Fra gli intervenuti al microfono in piazza Gad Lerner e Bahija, la sorella di Youns che ha ribadito che lui è stato “ammazzato. sparato al cuore” ma era “malato”.

Più controlli sulla detenzione di armi da fuoco e per il rilascio e il rinnovo della licenza di porto d’armi. E’ quanto prevede una proposta di legge depositata dal deputato Pd Walter Verini alla Camera, con firme di deputati Pd, M5s, Iv e Leu. Il testo, presentato prima dei fatti di Voghera e visionato dall’Ansa, è di 4 articoli e prevede che sia una commissione medica a rilasciare un certificato di idoneità psicofisica alla richiesta e al rinnovo del porto d’armi, con revoca per “segni anche iniziali di disturbi psico-comportamentali”. Aumenta i controlli sulla vendita ed estende gli obblighi di comunicazione ai familiari.

Massimo Adriatici è “persona stimata e rispettata in città di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi,”. Lo ha scritto il sindaco Paola Garlaschelli in una lettera agli abitanti della cittadina pavese parlando della “tragedia che si è consumata” e della “strumentalizzazione mediatica che hanno assunto fatti che la magistratura è stata chiamata a chiarire”. “Sono giorni difficili per la nostra comunità – scrive il sindaco nella lettera aperta -. Siamo increduli per la tragedia che si è consumata, scossi dal clamore che ha investito la nostra città e dalla strumentalizzazione mediatica che hanno assunto fatti che la magistratura è stata chiamata a chiarire. E’ successo qualcosa di molto grave che inevitabilmente ci induce a riflettere profondamente. E’ morta una persona in circostanze drammatiche e un assessore della mia giunta, persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi, è stato travolto da un fatto tragico. Non sta a noi giudicarne le responsabilità o le colpe. Insieme ai colleghi della giunta ed ai consiglieri di maggioranza ho ritenuto che un rispettoso silenzio fosse in questi giorni la scelta più saggia”.

“Indagare, ricostruire i fatti ed emettere sentenze non è compito di chi amministra la città, anzi – aggiunge Garlaschelli – rischierebbe solo di complicare il lavoro delle forze dell’ordine e della Magistratura, che stanno lavorando con grande impegno per accertare le responsabilità dell’accaduto. Voghera è una città oggi ferita come lo siamo noi tutti. Ho il dovere di difenderla e di descrivere la realtà, che è ben diversa da quella che sta emergendo”. 
   





www.ansa.it 2021-07-24 18:22:04

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