Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Vaccino Covid, Israele: sì alla terza dose agli over 60. E anche l’Ue si prepara

67

- Advertisement -


Gli israeliani di oltre 60 anni già vaccinati potranno ricevere, a partire da domenica, una terza dose di Pfizer, a condizione che siano trascorsi oltre cinque mesi dalla somministrazione della seconda. Lo ha reso noto il ministero della Sanità che ha chiesto alle casse mutue di organizzarsi in maniera adeguata.

Israele è il primo Paese al mondo a compiere un passo simile. Ieri un team di esperti aveva consigliato al governo di passare alla distribuzione della terza dose dopo aver notato un calo nell’efficacia del vaccino fra quanti sono stati immunizzati sei mesi fa.

Il precedente degli immunodepressi

A metà luglio, alla luce della rinnovata diffusione di caso di Covid, il ministero della Sanità aveva deto istruzione alle casse mutue di somministrare una terza dose di vaccino Pfizer agli immunodepressi.

La risalita dei casi

La variante Delta si è rapidamente diffusa in Israele. Mentre la maggior parte dei nuovi casi riguarda i giovani, tra cui i bambini non vaccinati, il Paese sta iniziando a registrare sempre più anziani vaccinati cinque e sei mesi fa contrarre l’infezione.

Una ricerca del ministero della Salute aveva mostrato che il vaccino Pfizer era efficace solo per il 16 per cento contro la variante Delta nelle persone vaccinate da oltre sei mesi. Per arginare la diffusione della pandemia di Covid-19, il governo ha votato la scorsa settimana per ristabilire il programma Green Pass. Il programma prevede che per entrare in una struttura con più di 100 persone, un individuo di età superiore ai 12 anni debba presentare un certificato di vaccinazione, di aver contratto il Covid e di aver sviluppato gli anticorpi oppure un test negativo effettuato nelle ultime 72 ore. Nella giornata di ieri sono stati registrati 2.165 nuovi casi di Covid-19, secondo quanto emerge dai dati del ministero della Salute.

Anche la Ue si prepara all’eventualità di una terza dose

“Siamo molto consapevoli che può esserci bisogno di un ulteriore dose di richiamo e questo è uno dei motivi per cui ci siamo preparati ad esempio concludendo un terzo contratto con Pfizer, tempo fa, che prevede 1,8 miliardi di dosi e l’obiettivo di queste dosi è essere pronti per le dosi di richiamo, se necessario”. Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue, Stefan De Keersmaecker, al briefing con la stampa.

Queste dosi sono state ordinate “in caso dovessero servire per altre vaccinazioni contro le varianti o per vaccinare altri gruppi come i più giovani. Per essere preparati abbiamo concluso questi contratti. Abbiamo anche esercitato l’opzione 150 miliardi di dosi con Moderna per essere preparati meglio a tale situazione. Nel frattempo continueremo a seguire la situazione con l’Ema”, ha aggiunto.



www.repubblica.it 2021-07-29 13:18:09

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More