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Reumatologia, i pazienti chiedono continuità di cura

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“No al cambio delle terapie contro le malattie reumatologiche per motivi squisitamente economici. I
risparmi non possono essere ottenuti sulla pelle di pazienti che sono colpiti da patologie gravi, dolorose e
a volte estremamente invalidanti”. E’ quanto ribadito ieri dall’ANMAR Onlus (Associazione Nazionale
Malati Reumatici) durante la diretta Facebook “I pazienti reumatologici al tempo del Covid”, realizzata
grazie al contributo non condizionato di Bristol Myers Squibb. In questa occasione è stato presentato un
nuovo documento redatto dalla Società Italiana di Reumatologia insieme ad altre sette Società
Scientifiche italiane a proposito di due recenti delibere dell’USL Toscana Nord-Ovest e della Regione
Lazio. Il documento vuole sottolineare con forza il diritto del medico specialista a prescrivere al paziente
la terapia che ritiene migliore secondo logiche di medicina personalizzata.

“Plaudiamo all’ottima iniziativa degli specialisti che come noi, rappresentanti dei pazienti, sono contrari alla variazione
automatica dell’uso di alcuni farmaci impiegati contro alcune malattie reumatologiche secondo logiche
esclusivamente economiche – ha affermato Silvia Tonolo, Presidente ANMAR Onlus.
L’associazione rileva infatti che Assessorati o anche singole Aziende Sanitarie locali stanno spingendo i
medici prescrittori allo switch e quindi al passaggio da un farmaco biologico originator a un biosimilare.
Non solo: ormai viene spesso imposto anche addirittura il multiplo switch per arrivare all’uso di un altro
biosimilare dal costo leggermente inferiore. “E’ una battaglia che come ANMAR stiamo portando avanti
in tutta Italia da oltre cinque anni. Questi cambi dei piani terapeutici sono dettati solo da motivi di
carattere economico e non da una reale esigenza medica”, ha proseguito Tonolo. “Benché sia indubbio
che l’introduzione dei farmaci biosimilari, utilizzati in reumatologia così come in altre branche della
medicina, ha condotto ad una grande riduzione globale dei costi degli agenti biotecnologici – ha aggiunto
Roberto Gerli, Presidente Nazionale della SIR -, la prescrizione di tali farmaci, ormai sempre più
numerosi e differenti per efficacia, sicurezza, modalità di somministrazione e meccanismo d’azione, deve
necessariamente seguire raccomandazioni internazionali che vanno poi applicate al singolo paziente”.

“Nel circa 20% dei casi lo switch porta ad una recidiva delle forme più gravi e pericolose d’artrite – ha
sottolineato Mauro Galeazzi, Responsabile scientifico dell’Osservatorio CAPIRE -. I risparmi per le
casse delle varie Regioni e Aziende Sanitarie sono così vanificati dall’aumento dei costi in termini di
nuove ospedalizzazioni, terapie, visite di controllo ed esami diagnostici. Inoltre le risorse accantonate, dal
ricorso a farmaci meno costosi, non sono quasi mai state reinvestite in ambito reumatologico. Al paziente
va sempre garantita la migliore terapia possibile, cioè quella che può dargli i maggiori benefici e non la
meno gravosa per i conti pubblici”.

“I malati reumatologici stanno ancora vivendo delle difficoltà causate dal Covid-19 che ha in parte
compromesso l’ordinaria assistenza sanitaria soprattutto nei primi mesi della pandemia – conclude Silvia
Tonolo-. Auspichiamo quindi che l’Agenzia Italiana del Farmaco, il Ministero della Salute e tutte le
istituzioni locali recepiscano le sollecitazioni dei pazienti e degli specialisti per assicurare sempre la
continuità di cura”.



www.repubblica.it 2021-07-29 20:06:28

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