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Covid, e adesso non diciamo che non colpisce i bambini

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Se ancora qualcuno crede che i bambini siano immuni al Covid, il racconto documentato di quanto sta avvenendo in Indonesia non può che fargli cambiare idea.

Sono centinaia i bambini che ogni settimana muoiono a causa del Covid in Indonesia: oltre 800 da inizio pandemia, di cui 150 nella sola settimana dal 12 al 20 luglio. Molti di loro sono piccoli, hanno meno di 5 anni.

Considerata la fascia meno a rischio, in Indonesia, ma anche in altri Stati quali il Vietnam e la Thailandia, i bambini sono purtroppo anche loro vittime innocenti di un’emergenza sanitaria. La crescita repentina della variante Delta del virus, nota per la sua alta contagiosità, ha trovato terreno fertile in Paesi con una bassa percentuale di vaccinati.

In Indonesia, ad esempio, il numero delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale è estremamente ridotto, si ferma al 6.6% della popolazione. I contagi perciò impazzano, superando i 40.000 casi al giorno. Dati ufficiali, ma che potrebbero essere sottostimati per il numero limitato di tamponi che vengono effettuati a scopo diagnostico.

Da questa tragedia non vengono risparmiati neanche i bambini che, a differenza dei mesi precedenti sono sempre più presenti nei bollettini delle autorità sanitarie locali, arrivando a costituire il 12,5% dei casi dell’intero Paese. Un Paese in ginocchio a causa della bassa copertura vaccinale della popolazione, terreno fertile per il virus. I morti hanno già superato quota 85.000, con una impennata nelle ultime settimane.

Ma c’è altro. Il Covid si accanisce sui più deboli, sui più poveri, peggiorando le condizioni di vita di chi già viveva in situazione di difficoltà materiale, di precarietà, di affollamento abitativo. E minaccia l’accessibilità alle cure della popolazione, che sempre meno riesce a stare al passo con l’elevata richiesta di assistenza.

Povertà educativa e culturale compromettono ancora maggiormente la salute, accentuando la probabilità di morte per le persone con basso reddito e basso grado di istruzione. Un fenomeno questo che era già vero prima della pandemia, ma che ora si sta aggravando. Un fenomeno che non è confinato ai soli paesi poveri.

Anche in Italia sulle persone più socialmente vulnerabili, più povere e fragili la pandemia si è abbattuta in modo violento. Non solo per quanto riguarda il ricorso alle cure e alla assistenza sanitaria. Un fenomeno allarmante riguarda i bambini di famiglie povere che, a causa di svantaggi nella possibilità di fruire della didattica a distanza, hanno perso significative opportunità di crescita e di apprendimento.

Elena Bozzola è Pediatra all’ospedale Bambino Gesù di Roma



www.repubblica.it 2021-07-29 10:50:24

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