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Tumore al seno, al via 15 nuove sperimentazioni con farmaci innovativi

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C’è un via vai insolito per essere estate all’ingresso dell’Ircss Pascale di Napoli. Sono donne che varcano la soglia del sesto piano dell’Irccs partenopeo G. Pascale dove si trova l’Unità operativa complessa di Oncologia medica senologica. Pazienti in cerca di una speranza in più per curare il loro tumore al seno. Proprio qui, infatti, sono attivi oltre 50 protocolli con centinaia di donne arruolate. Qui si sperimentano farmaci innovativi nell’ambito di questi nuovi protocolli. Si tratta di farmaci in grado di aumentare il tasso di probabilità di guarigione nei tumori mammari in fase precoce o di migliorare il controllo della malattia dei tumori metastatici.

Il turbo alla ricerca

A partire da gennaio sono stati aperti all’Istituto nazionale Tumori Irccs Fondazione G.Pascale di Napoli ben 15 nuovi protocolli internazionali (che vanno ad aggiungersi ai 50 già attivi) per il tumore al seno rivestendo per molti di essi un ruolo fondamentale come coordinatori nazionali o, in qualche caso, Principal Investigator mondiale. A cosa si deve tutta questa attività scientifica? “Alla determinazione di offrire alle nostre donne le migliori terapie possibili al mondo, evitando inutili e spesso deleteri viaggi della speranza”, risponde Michelino De Laurentiis, direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia medica senologica dell’Irccs partenopeo e coordinatore dei protocolli di sperimentazione. “Ovviamente, fare questo a Napoli, in una sanità falcidiata da anni di commissariamento e con risorse del tutto inadeguate, non è stato semplice e devo ringraziare tutto il mio straordinario staff, dai medici, agli infermieri, agli Operatori socio-sanitari e gli study managers se ci siamo riusciti. Ma il risultato raggiunto è la dimostrazione che con la passione e la costanza tutto è possibile. Ora guardiamo al futuro con crescente ottimismo perché sono convinto che i tempi bui per la sanità campana siano alle spalle ed è evidente a tutti che stiamo vivendo una rinascita straordinaria”.

Lo studio per il tumore al seno metastatico Her2+

Tra i nuovi protocolli in corso, c’è lo studio Destiny B12 dedicato alle donne con tumore mammario metastatico Her2+, uno dei principali sottotipi di tumore al seno. “Questo studio – spiega De Laurentiis – prevede l’impiego di un nuovo farmaco molto potente, il trastuzumab-deruxtecan. Fa parte di un ‘pacchetto’ di studi su questo farmaco già attivi o in corso di attivazione presso il nostro Istituto e che fanno del Pascale uno dei principali centri di sperimentazione al mondo con questa nuova arma terapeutica”.

L’arruolamento dei pazienti

Presso l’Istituto Pascale l’arruolamento è già in corso: “Per ora è in esclusiva mondiale, ma ci auguriamo che presto possa essere attivato presso altri centri italiani ed esteri. L’arruolamento dovrebbe andare avanti fino a dicembre del prossimo anno e per partecipare è necessario farsi valutare in uno dei centri presso i quali il protocollo è attivo”, spiega De Laurentiis. Tra i centri italiani in programma di apertura ci sono altre sei importanti istituzioni oncologiche: IOV-Padova, San Raffaele-Milano, Ospedale-Prato, Policlinico-Ancona, Ospedale-Bergamo, Humanitas-Catania oltre ai principali centri oncologici in altre parti del mondo.

Lo studio Zest

Un altro protocollo sperimentale in corso al Pascale è lo studio Zest che riguarda, invece, i tumori Brca-mutati Her2- (cioè i tumori ‘ereditari’ della mammella) e quelli triplo-negativi (tutti, indipendentemente dallo stato mutazionale di Brca) appena operati. Lo studio prevede l’impiego del farmaco Niraparib da somministrare al termine della classica chemioterapia in quelle donne che mantengano la presenza di Dna-tumorale nel sangue. Questo Dna viene rilevato con un semplice prelievo di sangue (la cosiddetta ‘biopsia liquida’) e rappresenta, pertanto, un approccio altamente innovativo in grado di aumentare potenzialmente i tassi di guarigione in questo sottotipo tumorale altamente aggressivo.

I centri a cui rivolgersi

L’arruolamento per poter partecipare a questo studio inizia ufficialmente il prossimo 25 agosto: “In realtà – rivela De Laurentiis – presso il nostro centro è già iniziato in anteprima mondiale. A breve apriranno altri centri negli Stati Uniti e, speriamo presto, anche in Italia. So che è programmata l’apertura del centro dell’Irccs-Meldola e dell’Irccs-Negrar. L’arruolamento durerà un paio d’anni e anche in questo caso per partecipare bisogna farsi valutare presso un centro attivo”.

Gli altri studi

Destiny B12 e Zest sono soltanto due dei tanti protocolli in corso: “Ne abbiamo molti altri – prosegue De Laurentiis – tra cui quelli nel tumore mammario in fase precoce, come l’Astefania, il Destiny B05 o il EMonarchHER destinati alle donne con tumore Her2+ e l’Alexandra, destinato a donne con tumori triplo-negativi. Inoltre, abbiamo tutta una batteria di protocolli per le donne con tumori in fase metastatica con ogni genere di farmaco innovativo”.

Perché fidarsi delle sperimentazioni

Spesso i pazienti quando gli si propone di entrare in una sperimentazione hanno paura, non si fidano. Perché? E perché, invece, dovrebbero fidarsi? “Nella mia esperienza – risponde l’oncologo – quasi tutte le pazienti accettano volentieri, a patto che il medico spieghi bene i potenziali vantaggi e svantaggi della sperimentazione. Oramai, anche in Italia, come nel resto del mondo, c’è una sempre più diffusa consapevolezza che se si vuole il massimo, bisogna partecipare a questi protocolli sperimentali internazionali. D’altra parte, i dati della letteratura sono chiari: la sopravvivenza dei malati oncologici è nettamente migliore nei centri in cui sono attivi questi protocolli sperimentali. Basterebbe questo per fidarsi”.



www.repubblica.it 2021-08-02 12:16:09

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