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Tumore del seno, l’Emilia-Romagna rende disponibili i test genomici

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L’Emilia Romagna è la prima regione in Italia a recepire il Decreto del Ministro della salute dello scorso 18 maggio che prevede il rimborso dei test genomici per il tumore al seno. E’ stata infatti emanata la delibera che rende questi test disponibili gratuitamente per tutte le pazienti che ne avranno necessità. Si stima che siano oltre 800 le donne che potranno usufruire in Emilia Romagna di questi fondamentali esami in grado di evitare il ricorso a chemioterapie inutili. I test saranno poi erogati anche ai pazienti non residenti in Emilia-Romagna, ma assistiti presso le strutture sanitarie della Regione, in quanto è previsto un meccanismo di compensazione della spesa.

Per chi sono i test genomici

Nelle donne con un tumore al seno di tipo “ormonale” (HR positivo, HER2 negativo) e in fase iniziale, i test genomici consentono di prevedere il rischio di recidiva e, quindi, aiutano i medici a capire quando la chemioterapia è necessaria e quando può essere evitata, risparmiando tossicità e costi. Si stima che sono circa 10 mila le donne che, ogni anno, possano beneficiare di questi esami. Lo stato ha stanziato un fondo da 20 milioni di euro per i test genomici, ma le delibere di recepimento regionali sono un passaggio imprescindibile affinché le pazienti possano realmente accedervi.

“E’ un’ottima notizia che attendavamo da parecchi mesi”, commenta Francesco Cognetti, Presidente di Fondazione Insieme Contro il Cancro: “In questa regione, malati e specialisti clinici avranno a disposizione gratuitamente uno strumento efficace per favorire l’appropriatezza terapeutica. Viene così sancito il pieno rispetto del principio costituzionale di eguaglianza tra tutti i cittadini, anche quelli colpiti da una forma di cancro molto diffusa. Come Fondazione ci siamo battuti, insieme alle Società Scientifiche e alle Associazioni di pazienti, affinché sull’intero territorio nazionale fossero disponibili i test genomici”.

In Emilia Romagna si calcola che ogni anno siano più di 4.500 i nuovi casi carcinoma mammario. “Come è stato ampliamente dimostrato da numerosi studi nazionali ed internazionali non tutte queste pazienti devono ricevere un trattamento chemioterapico dopo un primo intervento chirurgico”, prosegue Cognetti: “Per una quota non trascurabile di donne è sufficiente solo la terapia ormonale e questo ci permette di ridurre il ricorso ad una cura che ha pesanti effetti collaterali. Per individuare queste pazienti è però necessario il test genomico che può così determinare anche importanti risparmi ai vari sistemi sanitari regionali. Il nostro auspicio e quello che le altre Regioni seguano quanto prima l’esempio virtuoso dell’Emilia Romagna”.



www.repubblica.it 2021-08-04 13:58:56

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