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Che cosa deve fare chi non può vaccinarsi

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Che cosa deve fare chi non può vaccinarsi per dimostrare di avere un valido motivo per non immunizzarsi e come può accedere a tutti quei luoghi che saranno aperti solo a chi ha il Green Pass? Risponde a queste domande una circolare del ministero della Salute, del 4 agosto, che mette nero su bianco le categorie di persone esenti dal vaccino per motivi medici. E quelle che invece – pur essendo state in alcuni casi respinte dai centri vaccinali, come le donne in gravidanza o in allattamento, possono invece immunizzarsi senza rischi.

La circolare, che ha come titolo “Certificazioni di esenzione alla vaccinazione anti-Covid-19”, affronta anche il problema concreto del rilascio e delle durata delle certificazioni. Oltre che sulle controindicazioni alla vaccinazione. Per far chiarezza su entrambi i punti, la circolare – inviata persino a Italo e Ferrovie dello Stato – chiarisce che fino al 30 settembre 2021 sono validi sul territorio nazionale i certificati di esclusione vaccinale già emessi dai Servizi sanitari regionali. E che le stesse certificazioni di esenzione vaccinale potranno essere rilasciate in formato cartaceo con validità massima al 30 settembre. La durata della validità, sulla base delle valutazioni cliniche, verrà aggiornata quando sarà avviato il sistema nazionale digitale per l’emissione digitale delle esenzioni, in modo da permettere la verifica digitale.

 

Quando viene rilasciata

La certificazione di esenzione alla vaccinazione viene rilasciata quando non si può fare il vaccino, in modo permanente o provvisorio, per condizioni mediche preesistenti e documentate. Chi ottiene l’esenzione deve essere ben informato sul fatto di non poter abbassare la guardia e quindi di dover rispettare le misure di sicurezza: uso delle mascherine, distanziamento dai non conviventi, lavaggio delle mani, evitare assembramenti, soprattutto al chiuso, rispettare le condizioni previste per i mezzi di trasporto e i luoghi di lavoro.

Come viene rilasciata l’esenzione

La circolare prevede che fino al 30 settembre le certificazioni possono essere rilasciate direttamente dai medici vaccinatori dei Servizi vaccinali delle Aziende ed Enti dei Servizi Sanitari regionali e dai medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta che operano nell’ambito della campagna di vaccinazione nazionale. La certificazione è gratuita, ed è necessario che si archivi tutta la documentazione relativa, anche digitalmente, attraverso i servizi informativi vaccinali regionali, in modo da poter monitorare. Le modalità di archiviazione saranno definite dalle singole Regioni e Pubbliche amministrazioni.

Che cosa dovranno contenere le certificazioni: ovviamente i dati della persona (nome, cognome, data di nascita), una dicitura esplicita (Soggetto esente alla vaccinazione anti Sars-CoV-2. Certificazione valida per consentire l’accesso ai servizi e attività di cui al comma1, art.3 del decreto legge 23 luglio 2021, n 105), la data di fine validità della certificazione (al massimo fino al 30 settembre), dati relativi al Servizio vaccinale delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale in cui opera come vaccinatore Covid-19, timbro e firma del medico certificatore (anche digitale), numero di iscrizione all’ordine o codice fiscale del medico certificatore.

I certificati non possono contenere altri dati sensibili del soggetto, come la motivazione clinica, e per il rilascio possono essere utilizzate anche le piattaforme regionali già preposte al rilascio di certificati vaccinali e di inidoneità alla vaccinazione.

Il monitoraggio

Nelle more dell’adozione del decreto del 23 luglio Regioni e Pubbliche amministrazioni devono attivare un sistema di monitoraggio delle esenzioni rilasciate comunicando, su richiesta, i dati aggregati al ministero della Salute.

Controindicazioni

E veniamo al capitolo controindicazioni, molto dettagliate anche per tipologia di vaccino eseguito. Perché – spiega la circolare – una controindicazione che esclude di poter utilizzare uno specifico vaccino non impedisce invece che se ne possa usare un altro disponibile. La circolare fa anche una distinzione tra controindicazione, condizione che aumenta il rischio di gravi reazioni avverse, e che quindi spinge a non vaccinare perché il rischio di reazioni avverse sarebbe superiore ai vantaggi del vaccino. E invece precauzione, condizione che può aumentare il rischio di gravi reazioni allergiche o che può compromettere la capacita del vaccino di indurre una risposta immunitaria adeguata. Quando si è di fronte a una precauzione, può essere necessario approfondire il singolo caso, valutando il rapporto rischio-beneficio, e questo in modo specifico sul vaccino che si intende utilizzare. Perchè, nella maggior parte dei casi, la presenza di una precauzione verso uno specifico vaccino non impedisce che se ne possa usare un altro, ma prendendo in considerazione la possibilità di sentire il medico curante o uno specialista.

La valutazione della presenza di controindicazioni o precauzioni, e ovviamente l’anamnesi, andrebbe fatta sempre, anche nel caso di seconda dose. La circolare fa poi un elenco delle condizioni mediche (non esaustive, si sottolinea) per supportare i medici vaccinatori nella valutazione dell’idoneità a poter procedere. Per tutti i vaccini disponibili in Italia (Pfizer-Biontech e Moderna quelli a mRNA e AstraZeneca e Johnson&Johnson quelli a vettore virale) ovviamente vale l’ipersensibilità al principio attivo o a uno degli eccipienti. Per AstraZeneca si aggiungono i soggetti che hanno manifestato sindrome trombotica associata a trombocitopenia in seguito a vaccinazione o che hanno manifestato episodi di sindrome da perdita capillare. Per J&J, solo i soggetti con sindrome da perdita capillare.

Le reazioni allergiche

Una reazione allergica grave dopo il vaccino si verifica quasi sempre entro 30 minuti dalla vaccinazione anche se ci sono casi avvenuti entro le 24 ore. In questi casi si può cambiare tipologia di vaccino oppure – vista la possibilità di reazioni crociate tra componenti di vaccini diversi – è opportuno effettuare una consulenza allergologica e una valutazione rischio-beneficio.

Gravidanza e allattamento

Non ci sono controindicazioni per la vaccinazione. Se, dopo valutazione medica, si decide di rimandare la vaccinazione in gravidanza, può essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea.

Sindrome di Guillain-Barrè

Questa sindrome è stata segnalata raramente dopo vaccinazione con AstraZeneca. In caso di insorgenza entro 6 settimane dalla somministrazione, senza altra causa riconducibile, è prudente non effettuare una seconda dose dello stesso vaccino ma considerare l’utilizzo di un tipo diverso per completare l’immunizzazione.

Miocardite/pericardite

Dopo la vaccinazione con vaccini a mRNA, Pfizer e Moderna, sono stati osservati casi molto rari di miocardite e pericardite. Ovviamente se dovesse capitare dopo la prima dose bisogna ricorrere a consulenza cardiologica e ad attenta valutazione del rischio-beneficio: se si dovesse valutare di non ricorrere alla seconda dose con vaccino a mRNA, va considerato l’utilizzo di un tipo diverso di vaccino.

Test sierologici

Fare i test sierologici per individuare la risposta anticorpale al virus non è cosa raccomandata per decidere se vaccinarsi o completare la vaccinazione. La presenza di un titolo anticorpale – precisa la circolare – non può di per sé essere considerata, al momento, alternativa al completamento del ciclo vaccinale.

 



www.repubblica.it 2021-08-05 11:18:13

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