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Green pass: ristoratori milanesi, può essere un costo in più – Lombardia

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Perplessità per le modalità di controllo

(ANSA) – MILANO, 06 AGO – Favorevoli all’introduzione del green pass, ma perplessi per le modalità di controllo che da oggi dovranno adottare nei confronti dei loro clienti. E’ questo un dei sentimenti diffusi tra i ristoratori milanesi che da oggi dovranno controllare il certificato verde dell’avvenuta vaccinazione anti Covid ai clienti che desiderano pranzare o cenare all’interno dei loro ristoranti.
    “Va bene il green pass, noi ci siamo organizzati con la apposita app per controllarli, certo diventa un problema nel momento in cui dobbiamo chiedere il documento perché non siamo dei pubblici ufficiali e non abbiamo l’autorità per farlo”, ha commentato Claudio Sadler, chef stellato che a Milano ha due ristoranti in zona Navigli. Secondo lo chef in questa operazione “c’è una lacuna, noi ce la mettiamo tutta ma non è sufficiente non siamo sereni per fare questa operazione che ci hanno appioppato. La faremo senza nessun problema ma il punto è capire fino a dove ci si può spingere”.
    Dello stesso parere è Francesco, proprietario del ristorante Caffè Italia in centro a Milano: “siamo pronti per il controllo del green pass ma sicuramente questa operazione non ci avvantaggia – ha spiegato – sembriamo noi i poliziotti, ma la gente deve essere responsabile e non si deve presentare se non ha il certificato vaccinale”. Per alcuni poi l’introduzione del green pass rappresenta un costo perché serve una persona ad hoc che controlli. “Va bene il green pass ma il fatto che i controllori siamo noi è un altro peso messo sulle nostre spalle – ha detto Michele Berteramo, proprietario del ristorante e cocktail bar sui Navigli, Movida -. Adesso siamo ad agosto e abbiamo poco lavoro ma a settembre quando avremo 70 o 80 persone da controllare ci sarà un casino con code e file. I ristoratori dopo questo periodo di crisi si trovano a dover seguire questa cosa e magari anche ad assumere una persona apposta. Sono costi per noi ma lo facciamo perché siamo sempre stati attenti al prossimo e al nostro personale”. (ANSA).
   

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