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Covid e immunità, ecco perché senza altri vaccini non la raggiungeremo mai

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Si parla , spesso a sproposito. dell’immunità di gregge, talvolta ho letto e sentito parlare di distinzione fra immunità di gregge ed immunità di comunità. Chiariamo subito che quando si discute del fatto che l’immunizzazione di un certa percentuale  di persone protegge indirettamente, attraverso la riduzione della trasmissione dell’agente infettante, anche il resto delle persone non vaccinate di una data comunità, parlare di immunità di gregge ed immunità di comunità è esattamente la stessa cosa e la parola corretta sarebbe immunità di comunità. Chiariamo  altresì che l’immunità di comunità o di gregge che dir si voglia, ha a che fare esclusivamente con la trasmissione dell’infezione nella comunità, non su quante persone infette si ammalano. In parole semplici, se i vaccinati non si contagiano e non trasmettono  il virus ad altri allora l’immunità di comunità è possibile ad alcune condizioni di copertura vaccinale, della capacità sua propria di trasmettersi dell’agente virale basale e dell’effettiva capacità (effettività) del vaccino nel bloccare la trasmissione. Se, al contrario, i vaccinati  non si ammalano ma sono in grado di albergare il virus e contagiare i non vaccinati, l’immunità di comunità resta improbabile se non impossibile da raggiungere.

Vediamo con semplici numeri come stanno le cose. La formula che descrive la copertura vaccinale necessaria, cioè quante persone devono essere vaccinate per avere l’immunità nella comunità  è la seguente :

C =(Ro-1)/Ro x E

Dove Ro è il fattore riproduttivo di base dell’agente infettivo ed E è l’effettività del vaccino nel bloccare la trasmissione, espressa da 0 ( 0%) ad 1 (100%).

Facciamo l’ esempio  di una infezione molto conosciuta, il morbillo, e del relativo vaccino. Applichiamo al morbillo la formula, sapendo che Ro del morbillo si situa attorno a 20 cioè in condizioni ideali di base un morbilloso può contagiare mediamente  20 persone e che l’effettività del vaccino (nell’impedire la trasmissione del virus) è molto vicino ad 1 (100%) cioè il vaccinato praticamente non contagia i non vaccinati. La formula è quindi sviluppata

C =   20-1 / 20 x1 = 19/20 = 0.95 

cioè la ben nota percentuale della comunità, il 95%, che deve essere vaccinata per garantire che il virus non si trasmetta ai non vaccinati.

 Veniamo all’attuale situazione epidemiologica con la variante Delta di Sars-CoV-2 , quella dominante ormai in Europa ed altre parti del mondo. Non c’è  accordo su quale sia l’Ro di questa variante ma le stime più affidabili  danno un valore attorno ad 8. Se i vaccinati con gli attuali vaccini ad RNA fossero effettivi contro la trasmissione di questa variante ad un livello uguale all’efficacia del vaccino  contro la malattia, cioè superiore al 90%, mettiamo il 95%, allora la formula della copertura  sarebbe

C = 8-1 /8×0.95 = 7/7.6 = 0.92             

Cioè vaccinando il 92%  della comunità si  raggiungerebbe la soglia dell’immunità di comunità, che significa non fare infettare né quindi ammalare i non vaccinati. Purtroppo sappiamo invece che la capacità di questi vaccini di impedire trasmissione e contagio della variante Delta è notevolmente più bassa. Le stime variano ma gli ultimi dati provenienti da Israele stimano una efficacia (forse in eccesso) attorno all’80 percento, cioè 0.8.

Applichiamo allora la formula

C =  8  -1/ 8 x 0.8 = 7/0.64 = 10,93 cioè la copertura, per assurdo, deve superare il 100% , non c’è alcuno spazio per l’immunità dei non vaccinati, tutta la comunità deve essere vaccinata.

Il lettore attento avrà notato come, trascurando il fattore effettività, le differenze di copertura siano molto piccole , cioè devono essere comunque altissime, sia che l’Ro sia uguale a 20 sia per Ro uguale ad 8. Questo dipende dal fatto che la curva matematica  che esprime il rapporto copertura vaccinale / Ro non è lineare. Solo a valori di  Ro che si situano fra 3  e 4,5, come ad esempio l’isolato originale di Wuhan e la variante D614G, la prima a trasmettersi efficacemente in tutto il mondo, sarebbe stato possibile avere immunità di gregge a valori di copertura più bassi. Prendiamo ad esempio Sars-Cov-2 iniziale (Wuhan) e diamogli un Ro di 3, con una effettività vaccinale anticontagio del 90%

C =   3-1/3 x 0,9 = 2/2.7= 0.74

Cioè pur con una effettività anticontagio più bassa dell’efficacia contro la malattia, sarebbe stato sufficiente una copertura vaccinale del 74% per dare immunità alla intera comunità.

Ci sono altri fattori, alcuni favorenti, altri sfavorenti il raggiungimento dell’immunità di comunità. Fra i primi, il più importante è la presenza nella popolazione di immunità naturale acquisita attraverso l’infezione e la malattia Covid-19. Riducendo il numero dei suscettibili al contagio, di fatto diminuisce Ro ed aumenta indirettamente l’effettività vaccinale. Tuttavia, ci sono dubbi sul fatto che i convalescenti immunizzati dalla malattia non si contagino e non trasmettano il contagio. Fra i fattori sfavorenti, c’è la progressiva perdita di immunità anti-contagio nel tempo dei vaccinati, oltre che dei convalescenti. Questo invece tende a ridurre vieppiù l’effettività vaccinale.

In conclusione, il perfido coronato, con le sue varianti, ci ha messo alquanto in crisi per il raggiungimento dell’immunità di gregge o di comunità che dir si voglia, Con le attuali varianti di Sars-Cov-2, non c’è possibilità di ottenere realisticamente immunità di gregge in una comunità libera ed aperta come quella ante-pandemia, nè a fine settembre come sento ancora dire da alcuni né mai. Bisogna di fatto vaccinare tutti quelli che possono infettarsi, cioè praticamente tutti. A meno che non riusciamo ad avere nuovi vaccini efficaci contro la malattia ma più efficaci di quelli attuali contro la trasmissione del virus, dalla variante delta in su, che sia lambda, epsilon e compagnia (non) bella, tutte altamente trasmissibili. In assenza di questi vaccini di seconda generazione, il solo modo per almeno provarci a far circolare meno il virus è quello di evitare assembramenti ed indossare la mascherina. Se lo facciamo anche da vaccinati, è come se indirettamente riducessimo l’Ro del virus che, come abbiamo visto nei numeri, gioca un ruolo primario nel raggiungimento dell’immunità di comunità.

Membro dell’American Academy of Microbiology



www.repubblica.it 2021-08-13 04:00:00

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