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“Più ragionevole la terza dose agli anziani che vaccinare i bambini”

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“Penso sia più ragionevole dare priorità alla terza dose per le persone anziane e i fragili piuttosto che vaccinare i più piccoli”. Questa l’opinione di Alberto Tommasini, pediatra immunologo e ricercatore del Dipartimento di Pediatria Ircss Burlo Garofolo, ospite del Festival di Salute arrivato al terzo appuntamento a Trieste. Intervistato da Omar Monastier direttore de Il Piccolo e Messaggero Veneto, Tommasini ha chiarito che “al momento penso che le indicazioni siano insufficienti, non tanto per i dati che riguardano la sicurezza e l’efficacia del vaccino che appaiono buone anche in questa età, ma pensare che vaccinare anche i bambini possa portare all’immunità di gregge è difficile: oggi sappiamo infatti che raggiungere qualcosa anche di molto vicino all’immunità di gregge è complicato sia per le varianti del virus sia perché in un mondo globalizzato, non tutti i paesi stanno conducendo la campagna allo stesso modo. Quindi, che senso ha insistere su questo concetto, quando i ricercatori non sono concordi? Andiamo avanti con la terza dose agli anziani, prima di vaccinare i bambini”.

Festival di Salute. Gli effetti della pandemia su bambini e adolescenti, colloquio con Alberto Tommasini


Isolamento, scuola a distanza, che tipo di impatto ha avuto la pandemia sui più piccoli?

“Soprattutto all’inizio della pandemia, durante il primo lockdown, siamo stati molto preoccupati per gli effetti dell’isolamento sugli adolescenti, anzi sui pre-adolescenti che come sappiamo hanno un bisogno esistenziale di socialità e di affacciarsi al di fuori della definizione del se stesso domestico. Ecco, sui ragazzi che si stavano affacciando a questo percorso, interromperlo così improvvisamente poteva avere effetti devastanti”.

E che tipo di conseguenze avete notato?

“Sempre nella prima fase, dal punto di vista neuropsicologico abbiamo osservato un aumento dei disturbi ansiosi e depressivi, c’era una parte di adolescenti che sentivano il disagio di sentirsi additati come possibili responsabili della diffusione del contagio verso la popolazione anziana, loro che correvano il minor rischio. Dall’altro lato, abbiamo osservato tra i ragazzi malati un più difficile accesso alle cure per paura. Fenomeno che abbiamo dovuto affrontare con decisione”

Gli effetti della pandemia si protraggono anche ora che stiamo imparando a conviverci?

“Purtroppo, temo che su molti ragazzi che si trovavano nella fase critica, l’inizio dell’adolescenza ad esempio, gli effetti si vedranno a lungo. Per questo ci dovrà essere un impegno da parte nostra nel vigilare per garantirgli un aiuto, anche alle loro famiglie. Basta vedere cosa è accaduto quando si è riaperto il mondo quest’estate. Abbiamo osservato che molti ragazzi non erano più in grado di gestire i rapporti sociali, di vivere una ritrovata socialità. Così, abbiamo assistito a certi comportamenti inadeguati, all’abuso di alcol e anche qualche comportamento violento che testimoniano un mancato allenamento alla vita sociale”

Consigli ai genitori?

“ll consiglio principale per i genitori dei ragazzi che sono nella fascia per il vaccino, di farlo il primo possibile, per evitare l’isolamento. Penso non sia giustificata un’ulteriore limitazione. Quando incontro i ragazzi nel mio ambulatorio al Burlo e li vedo in difficoltà, li ringrazio per quanto loro hanno fatto per noi durante la pandemia, perchè credo che si sia parlato poco direttamente alla popolazione più giovane. La grande maggioranza di loro ha avuto un comportamento esemplare, di rinuncia, di fronte ad un rischio dal punto di vista sanitario, che correvano minore rispetto agli adulti. Non dimentichiamo quanto hanno perso”.



www.repubblica.it 2021-09-14 18:35:07

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