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Tumore della tiroide, nuovo trattamento all’orizzonte per le forme rare e aggressive

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PER i pazienti con una forma rara e aggressiva di tumore della tiroide, che non risponde al trattamento con radioiodio, attualmente non c’è uno standard di cura. Ma dal Congresso europeo di oncologia (Esmo) arrivano oggi la conferma dell’efficacia di di cabozantinib. Dopo più di 10 mesi di trattamento infatti, il farmaco ha continuato a dimostrare una sopravvivenza libera da progressione superiore rispetto al placebo, con una riduzione del rischio di progressione della malattia o di morte del 78%. I dati sono in linea con quanto già era stato presentato a giugno al congresso dell’Asco, e pubblicati sul Lancet Oncology. Ulteriori dati dell’analisi finale hanno anche confermato che è stata mantenuta la maggiore efficacia, indipendentemente dalla precedente terapia mirata al fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR).

 

Il carcinoma differenziato della tiroide refrattario al radioiodio

Il tumore della tiroide è la nona neoplasia più comune a livello globale (più di 580.000 diagnosi nel 2020) e la sua incidenza è tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini: rappresenta una diagnosi di tumore su 20 nella popolazione femminile. I tumori della tiroide comprendono le forme differenziate, midollare e anaplastica; i tumori differenziati della tiroide costituiscono circa il 90-95% dei casi. Questi comprendono le forme papillare, follicolare e a cellule di Hürthle. Il carcinoma differenziato della tiroide (DTC) viene comunemente trattato con la chirurgia, seguita da ablazione con iodio radioattivo (RAI) del tessuto tiroideo residuo, ma circa il 5-15% dei casi è resistente al trattamento con RAI. I pazienti con carcinoma differenziato della tiroide refrattario al radioiodio hanno una prognosi sfavorevole con una sopravvivenza stimata media da tre a cinque anni.

In attesa dell’estensione dell’indicazione per il farmaco

I dati di efficacia e sicurezza dell’analisi ad interim dello studio COSMIC-311 sono alla base della richiesta alla European Medicines Agency (EMA) per un’estensione dell’indicazione di cabozantinib (già approvato con altre indicazioni) anche nel carcinoma differenziato della tiroide refrattario al radioiodio (RAI-R DTC). Il 14 agosto 2021 EMA ha convalidato la variazione, confermando la completezza della richiesta e dando inizio al processo di revisione centralizzato.

Lo studio COSMIC-311 e il profilo di sicurezza

COSMIC-311 è uno studio di Fase III multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, che ha arruolato 258 pazienti in 164 centri a livello globale. I pazienti sono stati randomizzati con un rapporto 2:1 a ricevere cabozantinib o placebo. Il profilo di sicurezza identificato nello studio era coerente con quello precedentemente osservato per cabozantinib e gli eventi avversi sono stati gestiti modificando il dosaggio. Il tasso di interruzione per eventi avversi dovuti al trattamento era dell’8,8% per cabozantinib rispetto allo 0% per placebo. Gli eventi avversi legati al trattamento di Grado 3/4 si sono verificati nel 62% dei pazienti trattati con cabozantinib vs. 28% per placebo, mentre non sono stati osservati eventi di grado 5 attribuibili al trattamento.

“Il potenziale di cabozantinib continua ad essere confermato come opzione terapeutica fondamentale a nostra disposizione contro una vasta gamma di tumori”, ha detto Steven Hildemann, M.D., Executive Vice President, Chief Medical Officer, Global Patient Safety and Patient Affairs, Ipsen: “I dati finali dello studio COSMIC-311 sono un grande esempio di come cabozantinib possa fare concretamente la differenza nella vita dei pazienti, e attendiamo di conoscere la decisione dell’EMA il prossimo anno. Siamo impegnati ad analizzare il ruolo che cabozantinib può continuare a svolgere contro i tumori difficili da trattare, mentre aspettiamo i risultati degli studi di Fase III tuttora in corso nel tumore del polmone non a piccole cellule e nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione”.

Nel tumore della prostata avanzato

Altri dati di cabozantinib presentati ad ESMO comprendono nuovi risultati sulla combinazione di cabozantinib con atezolizumab (un immunoterapico) nei pazienti con carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione precedentemente trattato. Ad un follow-up minimo di 15,2 mesi, il tasso di risposta obiettivo era del 23%, con tre pazienti in risposta completa. “Come uro-oncologa sono molto incoraggiata dai risultati presentati al congresso ESMO di quest’anno”, ha detto Gunhild von Amsberg, University Medical Center Hamburg-Eppendorf (UKE) e sperimentatrice dello studio CONTACT-02: “Per i pazienti con carcinoma avanzato metastatico della prostata resistente alla castrazione, la prognosi è spesso sfavorevole e il potenziale di nuove terapie innovative è di fondamentale importanza. Attendiamo con ansia i risultati della fase III in corso CONTACT-02″.

Nuovi dati anche nel tumore del rene avanzato

Sono stati inoltre presentati ad ESMO i risultati di ulteriori analisi dello studio CheckMate -9ER, che valuta la combinazione di cabozantinib e nivolumab (un altro immunoterapico), che porta ulteriori dati per il processo decisionale clinico nel carcinoma a cellule renali avanzato. I nuovi risultati dimostrano la migliore efficacia di cabozantinib associato a nivolumab, indipendentemente dallo stato di precedente nefrectomia, e una migliore durata della risposta, rispetto a sunitinib.  Ancora, un’altra analisi mostra il miglioramento della qualità di vita a favore di cabozantinib e nivolumab, rispetto alla combinazione di axitinib e pembrolizumab.



www.repubblica.it 2021-09-18 10:27:08

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