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Salute mentale, solo il 3% del finanziamento del Servizio sanitario nazionale

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Il prossimo 10 ottobre 2021 si celebra la Giornata mondiale della salute mentale. Un appuntamento che arriva a circa 18 mesi dall’inizio della pandemia, che ha avuto un forte impatto sul disagio psichico, in particolare per chi vive da solo e per gli adolescenti, per i quali si può stimare un aumento dei disturbi psichiatrici di circa il 30%. Il Piano d’azione completo per la salute mentale 2013 -2030, aggiornato il 21 settembre 2021 dall’Oms, indica tra i determinanti dei disturbi mentali non solo aspetti individuali come la capacità di gestire i propri pensieri, emozioni, comportamenti e interazioni con gli altri, ma anche fattori sociali, culturali, economici, politici e ambientali. Lo slogan della campagna dell’Oms quest’anno è “Salute mentale per tutti: facciamola diventare realtà”. Si tratta di un impegno che dovrebbe essere perseguito anche nel nostro paese, a partire da maggiori investimenti di risorse.

Solo il 3% dei finanziamenti del Ssn

Da un’analisi degli ultimi dati del Rapporto Salute Mentale del Ministero della Salute relativo all’anno 2019 risulta un costo dell’assistenza psichiatrica di circa 3mld e 300mln, circa il 3 % del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, a fronte di circa 5mld e 500mln che avrebbe rappresentato la percentuale del 5% condivisa dalle Regioni.

Gli operatori, che costituiscono il fulcro per una tutela della salute mentale di tipo comunitario, sono circa 11mila in meno rispetto allo standard del Progetto Obbiettivo del 1998-2000. Gli utenti assistiti dai servizi pubblici sono circa 830mila, a fronte di milioni di cittadini con disturbi psichiatrici, senza cure pubbliche per difficoltà di accessibilità, ma anche per lo stigma ed il pregiudizio.

Tre milioni di depressi in Italia

Il recente rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) pubblicato nel luglio 2021 stima in Italia circa 3 milioni di depressi e rileva che nel corso del 2020 il 6,5% della popolazione italiana, oltre 3milioni e 850mila cittadini, ha fatto ricorso a farmaci antidepressivi, con un consumo doppio nelle donne rispetto agli uomini. La prevalenza d’uso dei farmaci sedativo-ipnotici e ansiolitici nel 2020 (anno di inizio della pandemia) è aumentata del 6,6% rispetto all’anno precedente.

La rete dell’assistenza

Le criticità dei servizi di salute mentale delle Asl, che comunque durante la pandemia hanno rappresentato e rappresentano una fondamentale rete nazionale gratuita per chi soffre di gravi problemi psichiatrici, sono anche di tipo qualitativo. L’approccio riduzionista biomedico appare ancora imporsi sul paradigma bio-psico-sociale, sia in ambito formativo sia in un più generale funzionamento dei servizi. Prevale troppo spesso il binomio ambulatorio/ricovero e troppo poco l’integrazione sociosanitaria basata su servizi orientati alla recovery, con percorsi psicoterapici e psicofarmacologici appropriati, ma con una particolare attenzione all’asse abitare/lavorare/socializzare. Gli stessi medici di famiglia dovrebbero svolgere un ruolo maggiore nel seguire gli assistiti con disturbi meno gravi, come peraltro già previsto dal Piano di Azioni Nazionale per la Salute Mentale del 2013, troppo spesso disatteso.

Nuovi progetti per la salute mentale

Il 10 ottobre 2021 costituisce anche una giornata di speranza, partendo sia dall’importante Conferenza Nazionale per la salute mentale comunitaria organizzata a giugno 2021 dal Ministero della Salute, che ha messo le basi per una rinnovata progettualità, sia dagli impegni richiesti al Governo dal Parlamento con una mozione specifica sulla salute mentale approvata all’unanimità.

È assente un capitolo specifico sulla salute mentale nel PNRR, ma i principi della territorialità, della prossimità, dell’assistenza domiciliare possono attraversare trasversalmente anche l’assistenza psichiatrica, favorendo una sua necessaria implementazione. La stessa Conferenza delle Regioni ultimamente ha dato un primo segnale di attenzione, impegnandosi a vincolare 60 milioni per progetti di salute mentale, da definire.

Il ministro della Salute Roberto Speranza questa settimana, in occasione del summit mondiale sulla salute mentale a Parigi, ha affermato “Dobbiamo investire di più nella salute mentale che è importante quanto la salute fisica”, annunciando il prossimo summit nel 2022 a Roma.

In questo quadro la prossima giornata mondiale dovrebbe rappresentare l’occasione per una rinnovata progettualità anche in Italia, con maggiori risorse finanziarie certe, in primo luogo per un piano di assunzioni e per una riqualificazione dei servizi, con una formazione da cambiare, e più in generale con una forte promozione culturale, partendo dall’affermazione sostenuta dalla stessa Oms: non c’è salute senza salute mentale.

 

Massimo Cozza è psichiatra del Direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Roma 2



www.repubblica.it 2021-10-07 18:12:45

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