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Tumore al seno, una “corsia preferenziale” per le pazienti metastatiche

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Coordinatrice della Breast Unit della Asl3 Villa Scassi, Genova

È UNA COSA piccola quella che abbiamo realizzato, perché bisogna cominciare da ciò che è più facile. Come un numero di telefono e una mail dedicata ai pazienti metastatici, a cui rispondono la case manager e un’infermiera. Due persone meravigliose che incastrano ferie e turni per poter essere sempre reperibili, e a loro volta smistano le domande ai medici più adatti a rispondere, a seconda delle richieste e dei problemi. Cerchiamo sempre di richiamare o scrivere entro pochissime ore, e mai più di 72. Se la paziente ha un’emergenza la notte e nei week end per cui è necessario intervenire subito, ovviamente deve andare al pronto soccorso, ma gli oncologi sono sempre reperibili e molto spesso partecipano alle guardie attive. Ci sarà presto anche uno psiconcologo strutturato a supporto di tutte le pazienti, ma con una formazione ad hoc per i pazienti metastatici. Siamo partiti dai bisogni più immediati, ma con la ferma intenzione di allargare questa ‘corsia preferenziale’ di sostegno. Per esempio con l’apertura di uno sportello per le cure palliative in ogni sede distrettuale: stiamo definendo il progetto per realizzare una sorta di punti di presa in carico per le persone metastatiche.

IL BLOG – LOTTARE, VIVERE, SORRIDERE

Un percorso nato il 13 ottobre di tre anni fa

Possono sembrare cose banali e forse lo sono. Ma non sarebbero state possibili se un 13 ottobre di tre anni fa non avessimo dato il via a una grande azione di sensibilizzazione verso l’opinione pubblica, i sanitari e le istituzioni, insieme all’Associazione Nazionale Tumore al Seno Metastatico Noi Ci Siamo – MBC Italia. Se non avessimo preparato il terreno, non ci sarebbe nulla di tutto questo oggi. Bisogna fare rumore, massa critica, smuovere le acque.

Le “lezioni” delle pazienti per il personale dell’ospedale

Ecco perché, per ingrandire sempre di più questa corsia, nei prossimi mesi partiremo da un progetto di sensibilizzazione e formazione obbligatoria, con crediti formativi, sul tumore al seno metastatico. Sarà rivolto a tutto il personale dell’ospedale: agli amministrativi, ai medici e a tutti i sanitari, ma anche al personale delle pubbliche assistenze che ogni giorno accompagna le nostre pazienti nel loro percorso di cura, per spiegare e raccontare ciò che non è scontato: che chi convive col tumore ha bisogno di tempi, attenzioni e modi codificati. Ci saranno lezioni frontali, ma non solo: con i componenti delle Breast Unit e le donne dell’associazione andremo in tutti i distretti di ASL3, a portare esperienze. Sono fortemente convinta che la sensibilizzazione delle persone sia il punto di partenza per migliorare la qualità di vita delle pazienti. Il nostro è un lavoro bellissimo ma ti coinvolge anche molto. Un operatore bravissimo nel proprio lavoro può non essere pronto ad assistere i pazienti nel modo migliore. Ma si può imparare, con il tempo e soprattutto con l’informazione. Possiamo piangere insieme, ma dobbiamo restare lucidi per dare forza e sostegno a chi ha bisogno di noi, a chi si appoggia a noi.

IL RACCONTO – NO PORT, NO PARTY

Per arrivare a questo serve un enorme lavoro formativo. Magari ci sarà un altro bellissimo evento il prossimo 13 ottobre al Teatro Carlo Felice di Genova per portare questo messaggio e dire che non si è perso niente in questi anni nonostante la pandemia, che siamo andati avanti. E perché altri possano replicarlo. Cose piccole, dicevo, ma grandi se si pensa alle risorse con cui ci troviamo a fare i conti. Soprattutto, cose facilmente integrabili e riproducibili.



www.repubblica.it 2021-10-15 19:09:22

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