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Ansia e depressione nei ragazzi: che fare prima di arrivare alle cure psichiatriche

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Agire con un ventaglio di interventi che vanno dal recupero dei ritmi del sonno allo sviluppo dell’immaginazione fino alle cure psichiatriche vere e proprie quando necessarie: è la strategia proposta dalla psicologa inglese Miranda Wolpert, docente di Pratica basata sulle evidenze all’University College di Londra, per aiutare i giovani sofferenti di ansia e depressione.

L’alterazione dei ritmi del sonno è comune nell’ansia e soprattutto nella depressione, di cui può rappresentare una manifestazione precoce e anche un fattore scatenante: a un riposo notturno irregolare si associano infatti sintomi come umore instabile, stanchezza, ridotta attività, modificazioni dell’appetito e del peso corporeo e disturbi fisici vari. Molte variabili fisiologiche, psicologiche e comportamentali sono influenzate dai cosiddetti ritmi circadiani: oscillazioni periodiche di circa 24 ore regolate da alcuni centri cerebrali (come il nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo), che adattano il nostro umore e il nostro livello di energia alle modificazioni periodiche dell’ambiente esterno, prima fra tutte l’alternanza tra luce e buio. L’alterazione di questi ritmi (disritmia circadiana) è alla base di molte forme di depressione. Nei giovani, per esempio, è molto diffuso un ritardo di fase nel ciclo sonno-veglia, che porta ad addormentarsi e a svegliarsi diverse ore dopo gli orari convenzionali; questo porta a una diminuzione dell’apporto di luce solare di giorno e a un aumento dell’esposizione alla luce artificiale nelle ore notturne, con conseguente soppressione della produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale e ulteriori difficoltà all’addormentamento.

Anche l’appetito e il comportamento sociale ne risentono e lo sviluppo di sintomi depressivi è molto comune. Interventi individuali, come l’educazione a un corretto ritmo del sonno o l’esposizione mattutina alla luce per migliorare l’umore (fototerapia), ma anche collettivi, come il rinvio di mezz’ora dell’apertura delle scuole per migliorare la qualità del sonno di bambini e adolescenti, possono esercitare un ruolo preventivo sullo sviluppo di depressione in questa fascia d’età.

Anche le tecniche psicoterapeutiche basate sull’immaginazione possono rivestire un ruolo fondamentale nel trattamento dell’ansia e della depressione nei ragazzi. Attraverso l’immaginazione attiva si possono riconoscere ed elaborare gli stati emotivi all’origine di questi disturbi e si può innescare un processo trasformativo e riparativo capace di generare emozioni positive. La psicologa Victoria Pile, dell’Istituto di psichiatria del King’s College di Londra, ha esaminato i meccanismi con cui agiscono le principali tecniche terapeutiche basate sull’immaginazione attiva: alcune aiutano il paziente a “riscrivere” le memorie traumatiche, altre stimolano l’immaginazione positiva e altre ancora affiancano e potenziano la psicoterapia tradizionale.  

L’adolescenza è un’età di profonde trasformazioni sul piano dello sviluppo del sistema nervoso, del modo di vedere il mondo, dell’identità personale e dei rapporti sociali. Per questi motivi l’uso dei farmaci antidepressivi andrebbe limitato nei ragazzi ai casi più gravi e non rispondenti ad altre strategie, anche se la loro efficacia nelle forme di depressione severa può essere risolutiva. Questi farmaci agiscono potenziando l’effetto della serotonina, un neurotrasmettitore fondamentale nella regolazione dell’umore e degli stati affettivi, hanno un’azione benefica sulle cellule nervose e aiutano a modulare la risposta emotiva all’ambiente. Si può osservare un aumento dell’ansia nei primi giorni di trattamento, che però può essere gestito efficacemente intervenendo sul dosaggio o ricorrendo temporaneamente a farmaci ansiolitici, mentre per gli effetti collaterali più comuni come aumento di peso o difficoltà sessuali occorre scegliere il farmaco più adatto al profilo individuale di ogni singola persona: ognuno infatti reagisce a modo suo, in particolare in un’età così delicata, ed è necessario un approccio aperto e integrato che tenga conto di tutte le variabili in gioco.

Francesco Cro è psichiatra presso il Dipartimento di Salute Mentale,Viterbo



www.repubblica.it 2021-10-24 05:00:00

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