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Al Gemelli impianto retina artificiale a 70enne non vedente – Medicina

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(ANSA) – ROMA, 26 OTT – Impiantata per la prima volta in
Italia a un settantenne non vedente una retina artificiale di
ultima generazione che, al risveglio dopo l’intervento, ha
permesso all’uomo già di percepire, tramite speciali occhiali,
la luce. L’intervento, effettuato dal direttore della Uoc
Oculistica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino
Gemelli Irccs e Ordinario di Clinica Oculistica all’Università
Cattolica campus di Roma, Stanislao Rizzo, è durato appena due
ore. La retina impiantata al paziente, affetto da una grave
forma di retinite pigmentosa che ha causato la perdita della
vista, si chiama NR600 ed è stata messa a punto dalla start up
Nano Retina, che ha il suo quartier generale a Herzliya, la
‘Silicon Valley’ israeliana, nei pressi di Tel Aviv. Quello
effettuato al Gemelli – riferisce lo stesso Policlinico in una
nota – è il sesto impianto (il primo in Italia) nell’uomo del
nuovo device, dopo quelli effettuati lo scorso anno in Israele e
in Belgio (i pazienti operati finora hanno un’età dai 59 agli 81
anni). La retina artificiale NR600 è un gioiello high-tech,
frutto di oltre un decennio di ricerche. L’impianto, grande come
la punta di una matita (5 mm di diametro x 1 mm di spessore),
viene posizionato da un super esperto in chirurgia retinica
sopra la superficie della retina e gli elettrodi tridimensionali
dei quali è composto, penetrano tra le cellule retiniche,
andando a prendere il posto dei fotorecettori (le cellule
specializzate che permettono di ‘vedere’), attivando con i loro
impulsi le cellule ganglionari che trasmettono l’informazione al
cervello, facendola viaggiare lungo le vie ottiche. L’impianto
di questo device ripristina una parte della funzionalità
retinica, ma non restituisce la vista. “Immediatamente dopo
l’impianto il paziente può tornare a ‘vedere’ la luce – si legge
nella nota del Gemelli – ma in genere il programma di
riabilitazione viene avviato dopo un paio di settimane
dall’intervento”. Il professor Rizzo è stato un pioniere negli
impianti di retina artificiale: nel 2011 fu infatti il primo a
impiegare l’Argus, la prima protesi retinica utilizzata in un
paziente non vedente. (ANSA).
   

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