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Oncologia di precisione: un diritto che va garantito grazie a un maggiore coordinamen…

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Per dare ai pazienti oncologici risposte sempre più veloci e personalizzate sulle terapie, migliorando così l’efficacia delle cure e evitando tossicità inutili con farmaci non appropriati, è necessario sviluppare un piano nazionale per la ricerca in oncologia. A sostenerlo è Carmine Pinto, Presidente FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) e direttore Oncologia Medica del Comprehensive Centre dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia, ricercatore riconosciuto a livello internazionale sulla caratterizzazione bio-molecolare e le terapie “personalizzate” nella cura dei tumori. Intervenuto all’incontro “Medicina di precisione in oncologia, scenari e modelli applicativi”, organizzato da Edra e dai Centri Studi americani con il supporto per la divulgazione di Roche, l’oncologo ha messo in evidenza la necessità di garantire continuità tra pratiche cliniche e ricerca nell’oncologia di precisione, la medicina dei tumori che cerca di individuare il trattamento più adatto sulla base del genoma e le sue mutazioni attraverso NGS (Next Generation Sequencing), le tecnologie più innovative per il sequenziamento genomico. Se si vuole potenziare la medicina personalizzata, renderla equamente accessibile in tutta Italia e competere a livello internazionale, la strada da seguire è quella di realizzare nuovi modelli organizzativi nell’ambito delle reti oncologiche regionali, con maggiori finanziamenti e tecnologie innovative, sostenibilità economica dei farmaci e dei test. 

Professor Pinto, a che punto è oggi in Italia la ricerca nell’oncologia di precisione. Come è possibile potenziarla e renderla disponibile?
Oggi siamo in grado di identificare alterazioni molecolari cosiddette “driver” che intervengono nell’evoluzione di un tumore e di sviluppare farmaci mirati su specifici target. Il problema è che manca una governance e una strategia globale nell’ambito degli studi traslazional e clinici nel nostro paese. Gli studi spesso si sovrappongono e non si integrano, e questo comporta un utilizzo non razionale di risorse e un prolungamento dei tempi. Per migliorare e implementare la ricerca oncologica in tutte le aree dalla prevenzione, alla diagnosi e alle terapie, sarebbe invece importante coordinarli in un programma nazionale, come avvenuto ad esempio negli Stati Uniti, con obiettivi strategici e risorse adeguate, definendo anche una inter-relazione tra pubblico e mondo dell’industria. E in questa prospettiva di terapie oncologiche sempre più personalizzate su base molecolare è fondamentale costruire una piattaforma unica nazionale per inserire e elaborare i dati così da poter dare risposte più rapide ai pazienti ed essere maggiormente competitivi a livello internazionale. Tutto questo è possibile solo se disponiamo di maggiori risorse, di più personale per la ricerca scientifica strutturata, e di un forte coordinamento per un piano nazionale di ricerca oncologica.

Quali sono le chance offerte dalla medicina di precisione ai sistemi sanitari, in particolare all’ambito oncologico?
Si tratta di una rivoluzione copernicana. Oggi l’oncologia di precisione ci permette di definire quali alterazioni molecolari favoriscono lo sviluppo e l’evoluzione di un tumore nel paziente, quindi di definire per quale paziente è più appropriata una specifica terapia, agendo rapidamente e in modo personalizzato. Tutto ciò si traduce anche in un enorme vantaggio economico per il sistema sanitario: curare i pazienti con terapie selettive ci permette di utilizzare in maniera mirata i farmaci che abbiamo a disposizione, di tenere la malattia sotto controllo per periodi più lunghi e quindi di ridurne l’impatto assistenziale, e di aumentare anche le probabilità di guarigione.

Avete stimato che occorra un fondo da 25 milioni di euro l’anno per effettuare test NGS per tutti i pazienti che ne trarrebbero beneficio. Come si arriva a questa cifra? 
I test NGS oggi non hanno una tariffa “ufficiale”. Si procede con una moltiplicazione per codici di altre tariffe. Con uno studio realizzato in due centri pubblici italiani, abbiamo definito una tariffa media di circa 1.150 euro, comprensiva sia del materiale di consumo che del costo del personale, degli ambienti e delle attrezzature. Considerando quanto viene raccomandato a livello europeo per un utilizzo “appropriato” dei test NGS, riteniamo che oggi in Italia per i pazienti con tumore in fase avanzata avremmo bisogno di effettuare circa 21.000 test NGS l’anno, che riguardano l’adenocarcinoma del polmone, i tumori delle vie biliari, e le neoplasie per le quali dopo una prima linea di terapia standard non abbiamo a disposizione trattamenti efficaci. Per permettere a questo numero di pazienti di poter accedere ai test, con la tariffa che abbiamo considerato potrebbe essere necessario un fondo di circa 25 milioni di euro.  

Oltre i soldi è necessaria però anche una governance. Cosa dice a questo proposto il documento elaborato dalla FICOG insieme all’Istituto Superiore di Sanità?
Va ribadito, come ho già detto in precedenza,  prima di tutto in quali situazioni è appropriato eseguire i test  NGS. Abbiamo raccomandazioni europee che ci dicono chiaramente che per alcuni tumori in fase avanzata i test NGS possono avere dei vantaggi importanti per le definizione della migliore terapia per un paziente. Se sappiamo per quali pazienti esiste un’indicazione al test, ci dobbiamo anche mettere nelle condizioni di poterli effettuare. Abbiamo quindi bisogno di avere a disposizione laboratori di biologia molecolare con valenze significative sia di tipo tecnologico che professionali. Oggi manca un’equità nel territorio nazionale, ci sono regioni con laboratori di biologia molecolare ogni 30-40 chilometri e regioni dove la carenza è rilevante. La necessità di sviluppare una governance a livello nazionale è quindi molto forte. La risposta è di definire e programmare  laboratori di biologia molecolare nell’ambito delle reti oncologiche regionali, che considerino volumi di popolazione, logistica e qualità dei test. L’obiettivo è quello di garantire ai pazienti in tutte le regioni del nostro Paese test NGS nelle situazioni appropriate, con risposte di qualità e tempistiche adeguate. In conclusione dovranno viaggiare i campioni biologici e non più i pazienti.



www.repubblica.it 2021-11-11 15:06:31

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