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Retinopatia sierosa: il ruolo di stress, ansia e cortisolo

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Domanda. Oltre al laser, quale medicinale o terapia consigliate per chi soffre di retinopatia sierosa centrale? La patologia si ripresenta ogni due o tre mesi con una goccia molto fastidiosa e di grande dimensione sotto la retina sinistra per poi diminuire con il passare dei giorni. Purtroppo non sparisce mai del tutto e nei momenti in cui è più grossa deforma parecchio la vista.

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Risposta. La corioretinopatia sierosa centrale (CSC) è una malattia che colpisce la retina ed è caratterizzata dalla presenza di liquido sieroso tra uno strato detto epitelio pigmentato e gli strati retinici sovrastanti;  il fluido proviene da vasi congesti della coroide sottostante e passa al di sopra della retina attraverso lesioni dell’epitelio pigmentato. La CSC è una malattia della retina solitamente non grave ma che può preoccupare molto chi ne è affetto, perchè si tratta spesso di persone ansiose e facili allo stress; la CSC  colpisce prevalentemente i maschi di età fra i 30 e i 50 anni. Clinicamente si presenta con la comparsa di una macchia scura centrale (scotoma), spesso associato a visione distorta e alterazioni nella percezione dei colori. Può risolversi spontaneamente nell’arco di 2-4 mesi con completo recupero visivo, può però recidivare e diventare cronica. Sono stati, infatti, identificati due sottotipi clinici: la forma acuta, che si risolve entro 3-4 mesi, e la forma cronica caratterizzata dalla presenza di un persistente distacco sieroso per più di 4-6 mesi. Numerose terapie sono state tentate negli anni per la CSC: acetazolamide, betabloccanti, ketokonazolo, mifepristone, rifampicina, finasteride, methotrexate, eplerenone, la terapia fotodinamica (PDT) con verteporfina, farmaci anti-VEGF; gran parte di questi farmaci sono stati sperimentati per la loro azione antisteroidea, data l’importanza che si dà all’ipercortisolismo nella patogensi della CSC. Negli ultimi anni è diventato sempre più evidente il ruolo dei corticosteroidi nel favorire l’insorgenza di episodi di CSC: elevati livelli ematici di cortisolo, influenzando la produzione di ossido di azoto, prostaglandine e radicali liberi, alterano indirettamente i processi di autoregolazione del flusso ematico coroideale che causano a loro volta un aumento della pressione ematica capillare, l’iperpermeabilità e la formazione di liquido. Nessuna terapia ha dato finora una chiara dimostrazione di efficacia, ad oggi la terapia fotodinamica (PDT) a dosaggio ridotto viene considerata da molti oculisti il trattamento da prediligere nelle forme recidivanti. La cura dello stato ansioso può, inoltre, favorire la risoluzione spontanea della patologia nei casi iniziali e meno gravi. Ricordiamo, infine, che la maggior parte delle CSC tendono a risolversi spontaneamente.

*Lia Giustolisi, responsabile del Centro Diagnosi e Cura delle maculopatie presso l’Azienda Policlinico Umberto I di Roma



www.repubblica.it 2021-11-17 19:02:06

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