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Neuroscienze e fakenews, esperti a confronto a Cagliari – Medicina

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(ANSA) – CAGLIARI, 19 NOV – Si è parlato anche della
pandemia, e non poteva essere altrimenti, nella giornata
inaugurale del 60/o Congresso nazionale di Sno (Scienze
neurologiche ospedaliere), in corso a Cagliari.
   
Lavori aperti dalla lettura magistrale di Sergio Della Sala,
tra i fondatori con Piero Angela del Comitato contro la pseudo
scienza – Cicap, da anni impegnato nella lotta contro le
fakenews. “La scienza è uno degli strumenti di conoscenza
democratici migliori che abbiamo ma affinché sia efficace
bisogna aumentare l’etica e la moralità”, ha detto Della Sala,
professore di neuroscienze cognitive dell’Università di
Edimburgo. “Gli strumenti e il metodo della scienza ci
permettono di migliorare i processi decisionali democratici
della società in cui viviamo, ma affinché questi siano davvero
efficaci è necessario che clinici e ricercatori abbiano a cuore
moralità ed etica nel raccogliere dati e nel saperli diffondere.
   
Leggere scienza è già difficile di per sé, però leggerla
attraverso internet è come avere sete e decidere di andare a
bere direttamente da un idrante”.
   
Il presidente di Sno, Maurizio Melis, a capo della Stroke Unit
del Brotzu – e presidente del congresso con Simone Comelli e
Carlo Conti – ha ribadito: “Ho apprezzato il richiamo all’etica
nella ricerca e nella comunicazione in un momento in cui siamo
davvero inondati di fakenews. Siamo estremamente soddisfatti
dalla prima giornata, sia per i contenuti che per la
partecipazione, tutti sono stati impressionati sulla sezione
dedicato al covid, dai numeri presentati ricordando quelle
terribili prime settimane dove in quasi tutto il mondo si è
dovuto ricorrere al lockdown. Voglio unirmi anche al ricordo dei
colleghi mancati durante la lotta alla pandemia, con un lungo
applauso che ha commosso l’intera platea”.
   
Tra le relazioni, quella tenuta da Alfonso Ciccone sulle
complicanze neurologiche avute nei mesi in cui è iniziata la
vaccinazione: “L’approccio medico, dobbiamo ricordarlo, non può
dare certezze, si tratta di un lavoro probabilistico. Grazie
alla nostra ricerca abbiamo scoperto che i giovani sono tra i
più esposti a questa rara complicanza da trombosi delle vene
dovute dalla vaccinazione a vettore adenovirale. Abbiamo
raccolto 11 casi, a fronte di un milione e settecentomila
vaccinati, la maggior parte dei quali erano accomunati
dall’avere un elevato consumo di piastrine trombosi venose anche
extra cerebrali, con gravi complicanze. L’osservazione clinica
in casi come questi può superare l’importanza della semplice
segnalazione agli organi di competenza, in quanto il clinico si
rende conto di trovarsi di fronte ad una situazione insolita”.
   
(ANSA).
   

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