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Ansia da Covid, un disturbo diffuso che si può curare

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Rimuginare in continuazione, controllare se gli altri presentano sintomi di Covid, avere paura di toccare le maniglie nei mezzi pubblici o i banconi nei negozi e nei bar. Nei casi più estremi avere paura di uscire e incontrare altre persone o applicare ferree regole di pulizia, al limite dell’ossessione. Sono i sintomi più diffusi della “Sindrome d’ansia da Covid-19”, un disturbo evidenziato per la prima volta nel 2020 da Ana Nikcevic, dell’Università di Kingston e da Marcantonio Spada, della London South Bank University.

L’ultima ricerca condotta nel Regno Unito su questo disturbo ha mostrato che poco più della metà dei partecipanti è disposta a rinunciare al trasporto pubblico a causa della paura di contrarre il virus e il 49% ha evitato di toccare oggetti se presenti in spazi pubblici. I sintomi più gravi della sindrome d’ansia da Covid-19 possono includere anche agorafobia, pulizia ossessiva, incapacità di completare o concentrarsi su compiti, problemi con il sonno e una perdita di interesse a riconnettersi con amici e familiari. Atteggiamenti che rendono difficile un ritorno alla normalità e che potrebbero essere la spia della necessità di ricorrere a un aiuto di tipo psicologico.

La buona notizia è che essendo una sindrome legata alla pandemia prima o poi è destinata a scomparire, quella meno buona è che per chi ne soffre il graduale ritorno alla vita di tutti i giorni è davvero in salita. “In questi casi il consiglio è quello di prendere in considerazione gli interventi di terapia cognitivo-comportamentale e metacognitiva progettata per facilitare l’abbandono di comportamenti e strategie che potrebbero essere dannose per il proprio benessere psicologico”, spiega Spada. Il primo passo sarà quello di avere una diagnosi grazie a una valutazione che utilizzi test e interviste validati empiricamente. Come degli esami del sangue, la valutazione psicodiagnostica – che viene svolta da uno psicologo o psicoterapeuta o psichiatra – permette di capire quali sono gli elementi che non sono sotto controllo e quindi di formulare una diagnosi.

Spada è anche membro del comitato scientifico di inTherapy, la prima rete nazionale italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale realizzata dal Gruppo Studi Cognitivi, capace di dare una risposta efficace basata su evidenze scientifiche, qualificata, trasparente e quando possibile rapida alla sofferenza psicologica.

Al di là della pandemia, oggi un supporto psicologico è quanto mai importante. Come riporta il sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, i disturbi mentali costituiscono un problema di sanità pubblica, tanto più che per l’Oms il loro peso globale è in crescita. Per fare un esempio, secondo il rapporto ISTAT del 2018, oltre 2,8 milioni di italiani (il 5,4% della popolazione con oltre 15 anni) avevano sofferto di depressione nel corso del 2015. Il rapporto stimava che il 7% della popolazione oltre i 14 anni (3,7 milioni di persone) avesse sofferto nell’anno di disturbi ansioso-depressivi. La sofferenza psicologica ha un impatto concreto sulla vita delle persone. Aumenta il rischio di problemi di salute, le difficoltà nella realizzazione professionale o negli studi, comportamenti problematici a livello sociale e un grave costo economico per la società.

Per aiutare chi ne soffre, inTherapy propone percorsi in presenza, online o misti a seconda delle preferenze del paziente: è ormai provato, infatti, che la psicoterapia online ha un’efficacia del tutto simile alla psicoterapia in presenza. “I più recenti studi scientifici hanno evidenziato come i risultati ottenuti con le terapie online sono, nella maggior parte dei casi, equiparabili a quelli delle terapie tradizionali in presenza. Grazie a inTherapy anche chi vive lontano dalle nostre sedi potrà accedere agevolmente alle migliori forme di terapia”, spiega Sandra Sassaroli, presidente e fondatore del Gruppo Studi Cognitivi e Direttore del Dipartimento di Psicologia della Sigmund Freud University di Milano.

Il percorso di inTherapy prevede grande attenzione per la fase di diagnosi e di identificazione del problema, in modo da restituire al paziente una comprensione accurata della sua sofferenza psicologica e associare il terapeuta più indicato in base al quadro diagnostico. Conclude Sassaroli: “Quando abbiamo un problema fisico, ad esempio un dubbio di un diabete, le analisi che ci fa fare il nostro medico di base sono fondamentali per orientare la cura. Ecco, anche la psicoterapia è una professione sanitaria: la diagnosi in psicoterapia è fondamentale per orientare il tipo di intervento psicoterapeutico raccomandato ed efficace”.



www.repubblica.it 2021-11-23 08:26:36

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