Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Medicina digitale, 6 modi per renderla patient-friendly

51

- Advertisement -


Raddoppiano le richieste di visite online, aumentano del 25% i download di applicazioni dedicate alla salute e alla prevenzione, crescono di 200 unità al giorno le nuove app di questo genere rilasciate sul mercato. La pandemia di Covid-19 sta cambiando le nostre abitudini anche in ambito sanitario, accelerando un processo, quello della digitalizzazione, che coinvolge quasi tutti i settori della nostra vita. Semplificare è la parola d’ordine: l’80% afferma, infatti, di basarsi esclusivamente su tale fattore nella scelta dei fornitori. Ci si chiede se e quanto questo trend, associato ai cambiamenti indotti dalla pandemia, si manterrà anche successivamente e quali caratteristiche avrà la sanità del futuro. Nel cercare una risposta sono stati individuati 6 “ingredienti” essenziali che l’interazione fra medico e paziente dovrebbe sempre possedere.

La comodità

In un sondaggio che ha coinvolto quasi 3.500 statunitensi, quasi 2 cittadini su 3 hanno dichiarato che l’interazione con i servizi attuali è per loro fonte di stress. Accogliere la persona, aprendo anche le porte digitali del sistema sanitario, è sempre più centrale per venire incontro ai bisogni non solo del paziente, ma anche delle strutture e degli operatori. La possibilità di pianificare gli appuntamenti in maniera virtuale, ad esempio, raccogliere le richieste e inviare le prescrizioni online sono tutte operazioni che possono aiutare i primi a gestire meglio il proprio calendario, e i secondi a definire rapidamente spazi e staff necessari. Riducendo lo stress per tutti.

La personalizzazione 

Conoscere il proprio interlocutore è il primo passo per avviare un dialogo proficuo per tutte le parti. Invece, in molti casi le comunicazioni provenienti dalle istituzioni sanitarie sono percepite come non centrate sulle reali esigenze, oppure come non efficaci. In questo campo l’intelligenza artificiale può aiutare a conoscere meglio l’utente. Ad esempio, qualcuno potrebbe preferire un promemoria digitale 48 ore prima dell’appuntamento medico, mentre altri la classica telefonata svolta il giorno prima. L’Ai ci aiuta a capire con chi adottare un certo stile comunicativo e con chi un approccio diverso. Anche per personalizzare i servizi, come un abito cucito su misura, è quindi importante la raccolta e la conservazione digitale dei dati del singolo, da archiviare in una posizione virtuale sicura e riservata.

L’accessibilità

Le disuguaglianze sono un altro grande problema. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che entro il 2030 ben 5 miliardi di persone non riusciranno ad accedere ai servizi sanitari. Abbattere i muri è fondamentale per far sì che tutti possano ricevere cure adeguate. In questo può aiutarci la telemedicina, che include strumenti digitali per l’acquisizione delle immagini da remoto, e che può agevolare l’accesso alle cure. Ci sono progetti, per esempio, che prevedono la realizzazione di stazioni di cura virtuali: piccoli ambienti di telemedicina, da dislocare sul territorio (in negozi o nel municipio), dove le tecnologie avanzate consentono alla persona di ricevere assistenza di qualità. A volte, al contrario, per far cadere i muri bisogna ritornare a metodi di comunicazione più tradizionali, soprattutto in luoghi dove internet e le tecnologie sono meno diffuse e in generale quando i pazienti hanno una minore alfabetizzazione digitale.

La partecipazione al percorso di cura

Far sì che la persona sia al centro delle cure significa in primo luogo renderla partecipe. La partecipazione inizia con la consapevolezza del problema e di come si svolgerà il trattamento, da discutere con il medico. In questo caso, a strumenti più classici si possono affiancare dei sistemi di tutoraggio digitale, ad esempio il coaching preoperatorio, che oltre a guidare il paziente serve a ridurre i tempi di degenza e il rischio di nuovi ricoveri evitabili. Oggi, poi, il digital twin (gemello digitale), una tecnologia in crescita in questo settore, fornisce una rappresentazione dell’individuo all’interno del percorso di cura e gli permette di visualizzare tutte le tappe che dovrà affrontare.

La connessione

Se essere iperconnessi nel lavoro può essere fonte di stress, nell’ambito della salute può essere invece un grande vantaggio. In questo caso non si parla di iperconnessione, ma di monitoraggio continuo: biosensori wearable – elettrodi, cerotti, microaghi – sempre più tecnologici e meno ingombranti. Questi strumenti, che misurano diversi parametri della salute e sono impiegati in varie patologie (e anche quando si sta bene), non richiedono la presenza o l’attenzione costante di uno specialista o un forte impegno per il paziente. Al contrario, semplificano il processo e aumentano la comodità per entrambi. Oggi questi sistemi si estendono a vari settori dell’assistenza sanitaria. Un esempio è un nuovo sistema di monitoraggio fetale elettronico da remoto ultra-portatile. Questo metodo riduce le interazioni non necessarie fra clinici e future mamme, soprattutto nei casi in cui il rischio di contagio da Covid-19 sia elevato.

L’attenzione alla prevenzione

La sanità digitale non può non tenere conto del fatto che aumenta l’aspettativa di vita e che la medicina è sempre più personalizzata e di precisione. In questa cornice anche le persone sono più preparate e attente alla salute e agli stili di vita. Strumenti che facilitano l’attenzione alla prevenzione sono e saranno sempre più utili e utilizzati.



www.repubblica.it 2021-12-21 10:10:00

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More