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Tumore al seno e alcol: ecco che cosa bisogna sapere

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TEMPO di feste, tempo di brindisi. Ma la virtù sta nel mezzo anche in questo caso? Più o meno. Già 4 anni fa, gli oncologi Usa prendevano una posizione netta nei confronti dell’alcol come fattore di rischio per molti tumori, tra cui quello al seno: non c’è una dose minima considerata “sicura”, quindi andrebbe evitato del tutto. Le linee guida dell’American Cancer Society (ACS) suggeriscono in ogni caso di non superare l’equivalente di un bicchiere di vino al giorno per le donne (e di due per gli uomini). Per la newsletter di Salute Seno, facciamo il punto su cosa sappiamo oggi del nesso che lega il consumo di vino & Co con l’incidenza del carcinoma mammario.

In che modo il consumo regolare di alcolici può aumentare il rischio di tumore al seno?

 Si ritiene che i meccanismi alla base della correlazione siano diversi. L’alcol sembra agire:
– aumentando il livello di estrogeni, gli ormoni femminili che promuovono la crescita del tipo più comune di tumore al seno, quello ormono-sensibile
– limitando l’assorbimento di alcuni nutrienti importanti, come i folati
– promuovendo lo stress ossidativo delle cellule e “danneggiando” il Dna
– rendendo più difficile eliminare altre sostanze cancerogene, come quelle del tabacco e del fumo
– apportando calorie che concorrono ad aumentare il peso corporeo, un ulteriore fattore di rischio per il cancro al seno.
 

Di quanto aumenta il rischio?

Sono molti gli studi epidemiologici che hanno indagato questa associazione. Uno dei più recenti è stato pubblicato sul Journal of the American Medical Association. In generale, i dati indicano che il rischio individuale aumenterebbe del 15-20% per un consumo regolare da 3 a 6 “drink” a settimana (per drink si intende una bevanda con 2,5 grammi di alcol). Quanto più è alto il consumo, ovviamente, e maggiore è l’aumento del rischio: circa del 10% per ogni bicchiere in più bevuto regolarmente. Come ricordato, non c’è una soglia minima sotto la quale il rischio sia zero.

Il tipo di alcolico conta?

Vino, birra, liquori e superalcolici vari contengono tutti etanolo – la sostanza ritenuta responsabile dell’aumento del rischio – sebbene in quantità diverse. Per quanto riguarda il tumore al seno, gli esperti ritengono che a fare la differenza sia più la quantità di alcol consumata regolarmente che non il tipo di alcolico.
 

Che impatto ha il consumo di alcol dopo la diagnosi di tumore al seno?

Pochi studi hanno indagato l’impatto del consumo di alcol sulla prognosi e sul rischio di recidive in chi ha già una diagnosi. Al momento non esistono evidenze scientifiche forti che bere alcol possa aumentare la mortalità per cancro al seno nelle pazienti. Alcune ricerche epidemiologiche, ma non tutte, indicano che potrebbe esserci un aumento di incidenza di recidive locali o a distanza. Potrebbe, inoltre, esserci una differenza se si considerano le pazienti in post-menopausa o in pre-menopausa: una parte degli studi indica un rischio maggiore per le prime. Per chi è in terapia, va comunque ricordato che l’alcol può interagire con i trattamenti, aumentando il rischio di effetti avversi.
 

Come limitare il consumo di alcol in generale e, soprattutto, durante le feste?

Spesso si tende a sottostimare il proprio consumo di alcolici. Per aiutarci a tenerlo sotto controllo ci sono alcune semplici accortezze da seguire, riportate su Medical News Today:
– pianificare la quantità giornaliera o settimanale, e stabilire dei giorni in cui non si berrà nessun alcolico.
– annotare la quantità bevuta in ogni occasione (ci sono app, ma è sufficiente un notebook)
– utilizzare un bicchiere con “misurino”, che riporta il volume del contenuto
 

Prepararsi a dire “no”

In certe occasioni, come le feste, si sa già che verrà offerto da bere. In alcuni casi è utile ricordare a se stessi i rischi legati all’alcol. Alcune persone trovano utile spiegare le ragioni per cui hanno deciso di limitare o evitare gli alcolici. Altre, per cui rinunciare risulta più difficile, potrebbero aver bisogno di un aiuto professionale da parte di un medico o di uno psicologo.



www.repubblica.it 2021-12-27 12:31:10

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