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Tumore della tiroide e obesità, un legame pericoloso soprattutto per gli uomini

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In futuro, 1 caso di tumore della tiroide su 5 sarà attribuibile al sovrappeso e all’obesità e, sebbene le donne sviluppino tumori della tiroide tre volte degli uomini, è più probabile che l’eccesso ponderale provochi la malattia negli uomini: se nel sesso maschile l’essere obesi spiegherebbe due tumori tiroidei su cinque, infatti, in quello femminile il grasso corporeo sarebbe la causa di uno su dieci. A dirlo è uno studio australiano pubblicato sull’International Journal of Cancer, il primo ad aver valutato con metodo statistico il carico di malattia attribuibile in futuro al peso corporeo in base ai dati attuali di obesità e ad aver indagato le differenze in base al sesso. “Non è ancora ben chiaro cosa stia alla base della differenza di rischio di ammalarsi di cancro tiroideo correlato al sovrappeso/obesità tra i due sessi – hanno detto gli autori – tuttavia i nostri risultati aggiungono prove all’urgente necessità di arrestare e invertire l’attuale tendenza globale all’aumento di peso, e in particolare all’obesità, soprattutto nel sesso maschile”.

La forza delle associazioni

La pubblicazione di cui parliamo, che in termini assoluti ha portato a prevedere in Australia 10.000 casi di cancro alla tiroide nei prossimi 10 anni dovuti all’obesità – è stata realizzata tenendo conto di sette studi di coorte che hanno coinvolto in tutto 370.000 uomini e donne, e che hanno consentito di valutare in prospettiva l’incidenza di diversi tumori relativamente rari, come è il cancro alla tiroide. Semplificando, gli autori hanno incrociato i dati relativi all’indice di massa corporea (BMI) con i quelli sul cancro e sulla mortalità raccolti nei database nazionali, “il che ci ha permesso di stimare la forza delle associazioni tra BMI e cancro e tra BMI e decessi nel corso del follow-up”, ha spiegato Maarit Laaksonen, professore di Data Science alla School of Mathematics and Statistics della South Wales University di Sidney e prima firma dello studio.

Gli autori hanno utilizzato il metodo PAF (PAF sta per Population Attributable Fractions) che, in sintesi, permette di valutare, evitando il rischio di bias, il carico di malattia associato a un fattore (il peso corporeo) e di confrontare il carico di malattia prevenibile per sottogruppi di popolazione, in questo caso per uomini e donne. “Alla fine – ha continuato Laaksonen – abbiamo moltiplicato le stime PAF per il numero previsto di tumori della tiroide nei prossimi dieci anni (2021-2030) per ottenere così il numero assoluto di tumori della tiroide che dovrebbero verificarsi a causa del peso”.
Ma se – stando alle previsioni e ai numeri – un tumore su 5 sarà dovuto all’obesità a cosa saranno dovuti gli altri 4? “Non è ben chiaro cosa provochi i restanti quattro casi su cinque ha detto la data scientist. Altri fattori legati allo stile di vita non sembrano avere un ruolo significativo”.

Il cancro della tiroide in Italia e nel mondo

Nel 2020 sono stati diagnosticati più di 580.000 nuovi casi di carcinoma tiroideo a livello mondiale. Il tumore della tiroide è quindi oggi la nona neoplasia più comune nel mondo e la sua incidenza è tre volte maggiore nelle donne che negli uomini. I tumori della tiroide comprendono le forme differenziata, midollare e anaplastica: i primi costituiscono circa il 90-95% dei casi e comprendono a loro volta le forme papillare, follicolare e a cellule di Hürthle
Nel nostro paese, sempre nel 2020, sono state stimate circa 13.200 nuove diagnosi di carcinoma tiroideo, 9.900 hanno riguardato le donne e 3.300 gli uomini. La sopravvivenza a 5 anni è molto elevata, e sia nei maschi che nelle femmine supera il 90-92%.

 

I fattori di rischio

 

Il 10-15 per cento delle tiroidi esaminate all’autopsia, secondo alcune stime, presenterebbero un tumore tiroideo non diagnosticato in vita: come a dire che parliamo di una malattia più comune di quanto si pensi, ma che evidentemente è spesso asintomatica, lenta a crescere e poco invasiva. Tra i fattori di rischio dei tumori tiroidei papilliferi e follicolari, che sono i più comuni, c’è la carenza di iodio che comporta la formazione di noduli benigni, ma che in alcuni casi possono predisporre a una trasformazione maligna e l’esposizione a radiazioni, sia per ragioni mediche (il tumore della tiroide è più comune tra le persone che hanno subito trattamenti radioterapici al collo) sia per incidenti che hanno comportato l’esposizione a materiale radioattivo (vedi il disastro della centrale nucleare di ?ernobyl). L’effetto delle radiazioni è accentuato soprattutto in età pediatrica, e quindi quando è possibile, bisognerebbe evitare di sottoporre bambini e adolescenti anche a tac e radiografie, specialmente se interessano il collo. Infine, tra i fattori di rischio per i tumori ben differenziali c’è anche quello di avere un parente stretto che abbia avuto la malattia.

 



www.repubblica.it 2021-12-29 11:48:27

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