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Covid: Fiaso, +25,8% ricoveri in sette giorni – Sanità

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(ANSA) – ROMA, 05 GEN – Nella settimana tra il 28 dicembre e
il 4 gennaio il tasso di crescita dei ricoveri Covid negli
ospedali sentinella Fiaso (Federazione italiana aziende
sanitarie e ospedaliere) ha avuto una accelerazione del 25,8%.
   
Emerge dal report sui dati raccolti da 21 strutture sanitarie e
ospedaliere e 4 ospedali pediatrici distribuiti su tutto il
territorio. La proporzione tra pazienti vaccinati e no vax
rimane stabile: i non vaccinati ricoverati in rianimazione sono
il 72% del totale. La metà godeva di buona salute e non aveva
comorbidità. Il range di età va dai 18 agli 83 anni.
   
I vaccinati in terapia intensiva sono il 28%: oltre due terzi
sono affetti da altre gravi patologie che potrebbero aver
determinato una ridotta efficacia del vaccino. Per l’85% dei
casi sono persone a cui sono state somministrate due dosi di
vaccino da oltre 4 mesi e non hanno ancora ricevuto la terza
dose. I non vaccinati ricoverati in rianimazione sono il 72%
del totale.
   
“A differenza di un anno fa non siamo in lockdown e questo,
abbinato alla contagiosità elevatissima del virus, sta creando
una pressione fortissima sia sul percorso sporco che,
soprattutto, sul percorso pulito: i cittadini chiedono
giustamente di essere curati anche per patologie non Covid e,
pur se positivi ma senza sintomatologia, arrivano in ospedale
per altre malattie o per altri problemi. Penso a tutte le donne
in gravidanza che necessitano di assistenza in ostetricia ma
sono positive al Covid”, commenta il Direttore generale
dell’Ircss San Martino di Genova (ospedale sentinella) Salvatore
Giuffrida. “La riduzione dell’organico – aggiunge – determinata
dalla sospensione del personale non vaccinato, sta mettendo
sotto stress il sistema che arriva da ormai due anni di forte
tensione. Il San Martino di Genova negli ultimi tre mesi del
2021 ha superato la produzione del 2019 grazie al progetto
Restart voluto dalla Regione Liguria, ma la continua riduzione
del personale e dei posti letto porta a una inevitabile
riduzione delle attività sul percorso pulito”. (ANSA).
   

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