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Oncologia: studi e nuovi farmaci. Ecco le novità attese per il 2022

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IMMUNOTERAPIE, terapie mirate, nuove terapie endocrine e anticorpi coniugati: la ricerca in oncologia, nonostante la pandemia, continua a dare risultati importanti, e molti saranno presto trasferiti nella pratica clinica. Quali saranno le novità principali per i tumori di seno, prostata, polmone, colon-retto e per il melanoma in questo 2022? Lo abbiamo chiesto a cinque oncologi.

Per il tumore al seno

La ricerca clinica nel campo del tumore al seno è sempre stata all’avanguardia, e negli ultimi anni c’è stata un’accelerazione: sono arrivati molti nuovi farmaci per tutte le tipologie di carcinoma mammario, anche quello “triplo negativo”, considerato il più difficile da trattare, e soprattutto per lo stadio avanzato. Cosa ci possiamo aspettare nel 2022? “Per prima cosa mi aspetto un impiego sempre maggiore degli anticorpi coniugati, ossia farmaci mirati che legano molecole di potenti chemioterapici, in grado di colpire selettivamente le cellule tumorali”, risponde Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e direttore dell’Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi. Di recente, infatti, è stato approvato sacituzumab govitecan (primo di una nuova classe di questi farmaci) per il tumore triplo negativo avanzato dalla seconda linea di trattamento, mentre a fine del 2020 aveva avuto il via libera trastuzumab deruxtecan per il carcinoma Her2 positivo, sempre avanzato e sempre dalla seconda linea.

“Questi farmaci coniugati si sono rivelati efficaci per due popolazioni di pazienti diverse – continua Cinieri – e quest’anno avremo i dati dell’utilizzo degli anticorpi coniugati in prima linea di trattamento”. Le novità non mancano anche per il tumore al seno più diffuso, quello ‘ormonale’: “Siamo in attesa dei risultati degli studi clinici su nuovi Serd (Selective estrogen receptor degrader, ossia farmaci che danneggiano i recettori per gli estrogeni presenti sulle cellule tumorali, ndr.): ce ne sono almeno 8 molto promettenti attualmente in sperimentazione, e andranno a integrare la terapia endocrina per queste pazienti”.

Una novità è attesa anche per lo screening mammografico: “Ci è sempre più chiara la necessità di allargare l’eta dello screening: ogni giorno ci troviamo a trattare pazienti più giovani rispetto al passato, e questo dovrebbe essere un nostro obiettivo”.

Per il tumore della prostata

Le novità principali del 2022 si prospettano per il cancro della prostata in stadio avanzato. “Quello che ci portiamo dagli anni precedenti è il cosiddetto sequencing, cioè lo scaglionamento delle strategie terapeutiche in ottica di cronicizzazione della malattia”, spiega Sergio Bracarda, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni. “Con le terapie attuali, ossia gli agenti ormonali e la chemioterapia, abbiamo già ottenuto importanti aumenti di sopravvivenza, che è passata da mesi a anni”. Nel 2022 si aggiungeranno altre possibilità terapeutiche: oltre all’avvento di agenti ormonali di nuova generazione e combinazioni strategiche con chemioterapici, si attende la teragnostica che combina un approccio diagnostico innovativo (la PET PSMA) con la possibilità di portare nei siti di malattia un trattamento radio-metabolico. “Questo approccio, oltre ad aver dimostrato vantaggi in termini di sopravvivenza, è ben tollerato dai pazienti e potrebbe essere applicato in varie fasi della malattia”, aggiunge l’oncologo.

Prenderà inoltre piede l’impiego degli inibitori di PARP: già in uso nel trattamento del cancro all’ovaio e alla mammella, questa classe di farmaci ha dimostrato di essere efficace in termini di aumento della sopravvivenza nel 7-15% dei carcinomi prostatici in stadio avanzato, cioè quelli caratterizzati da mutazioni del gene BRCA2 e (marginalmente) BRCA1. “Discostandosi nettamente dalle terapie standard attuali, questi trattamenti innovativi aumentano le probabilità di risposta e di controllo della malattia laddove fossero emerse resistenze”. Siamo agli albori di uno scenario inedito, quello di scelte mirate anche per il carcinoma prostatico: “Prospettive molto positive, ma anche complesse dal punto di vista decisionale, e in cui l’esperienza clinica avrà un valore importante nella scelta del percorso terapeutico”.

Per il tumore del polmone

Sulla scia dei risultati ottenuti negli ultimi anni, dal 2022 ci attendiamo ulteriori progressi nella disponibilità di farmaci a bersaglio molecolare per i pazienti con tumore del polmone avanzato. “Da vari anni sappiamo che i singoli casi sono molto diversi tra loro per la presenza di diverse alterazioni molecolari – dice Massimo Di Maio, segretario nazionale Aiom e direttore dell’Oncologia dell’ospedale Mauriziano di Torino – e il numero di alterazioni per le quali esistono farmaci attivi, in grado di controllare la malattia, è costantemente in crescita. Dal prossimo futuro ci aspettiamo farmaci attivi per alterazioni finora considerate ‘orfane” (in quanto non esistevano farmaci dedicati, ndr.) e possibilità di terapia anche per pazienti la cui malattia diventi resistente ai trattamenti già disponibili”.

Un altro capitolo è l’aumento delle possibilità terapeutiche anche per i pazienti che, ricevendo una diagnosi in stadio iniziale, possono essere sottoposti a chirurgia con intento di guarigione: “Fino a poco fa, l’unica terapia efficace nell’aumentare le chance di guarigione è stata la chemioterapia, mentre di recente sia l’immunoterapia che un farmaco a bersaglio molecolare hanno dimostrato di prolungare la sopravvivenza libera da recidiva. Oltre ad ulteriori potenziali novità, dal prossimo futuro ci aspettiamo che la comunità scientifica aggiorni le linee guida per l’impiego di queste nuove possibilità terapeutiche”, spiega l’esperto. Non dimentichiamo, infine, che l’attesa spesso non è solo legata alla produzione di nuovi risultati scientifici, ma anche all’effettiva disponibilità per i pazienti di trattamenti che hanno già prodotto risultati ma non sono ancora disponibili nella pratica clinica: “Questo gap è particolarmente sentito nel tumore del polmone, proprio per l’elevato numero di novità scientifiche a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.

Per il tumore del colon-retto

Le novità più importanti per il tumore del colon-retto nel 2022 saranno l’approvazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) di due trattamenti specifici per i pazienti con malattia in fase metastatica. Il primo è il trattamento di prima linea con immunoterapia – con pembrolizumab – nei pazienti con instabilità dei microsatelliti, che rappresentano circa il 5% di tutti i tumori metastatici. “Questo trattamento, sulla base dei risultati dello studio Checkmate-177, ha completamente stravolto la storia naturale di questi pazienti, arrivando ad ottenere ottime risposte durature nel tempo e addirittura risposte complete”, spiega Lisa Salvatore, coordinatrice delle Linee Guida Aiom per il tumore del colon-retto, dirigente medico presso il Policlinico Gemelli di Roma: “Già le linee guida Aiom hanno introdotto nel 2021 la raccomandazione di utilizzare immunoterapia come scelta di prima linea in questi pazienti, dal momento che il farmaco è accessibile tramite un programma di uso nominale. Ora attendiamo che anche le autorità regolatorie accordino la rimborsabilità”. E’ inoltre in corso uno studio di fase III che sta valutando l’immunoterapia in tutte le linee di trattamento, non solo in prima linea. Sulla base dei risultati, vedremo se l’immunoterapia si potrà utilizzare anche nelle linee avanzate (ad oggi Aifa non ha approvato questo trattamento nelle linee avanzate perché i risultati provenivano solo da studi di fase II, studi più piccoli e limitati).

“La seconda novità – prosegue Salvatore – riguarda la terapia target con cetuximab (un farmaco anti-EGFR) ed encorafenib (anti-BRAF) nei pazienti metastatici con mutazione di BRAFV600E (che rappresentano circa 10% dei casi, ndr.) a partire dalla seconda linea di trattamento. “Anche in questo caso avevamo la possibilità di utilizzare questo trattamento tramite un programma ad uso nominale. Ed ancora una volta le linee guida nazionali avevano già inserito la raccomandazione nel 2021. E’ inoltre in corso uno studio di fase III che sta valutando l’utilizzo di questa combinazione, anche in associazione a chemioterapia, in prima linea. Sulla base dei risultati sapremo se potremo anticipare alla prima linea il trattamento target dei pazienti BRAF mutati”. L’approvazione di AIFA per questi due tipi di trattamenti renderà più semplice e veloce l’accesso ai farmaci.

Per il melanoma

Nel melanoma, l’immunoterapia continua a dare risultati importanti, e lo farà anche anche nel 2022. “Lo scorso anno abbiamo avuto la conferma che l’immunoterapia è efficace anche come terapia adiuvante negli stadi più precoci (2b e 2C): nello studio studio Keynote-716, presentato al Simposio Presidenziale Congresso Esmo 2021, il farmaco pembrolizumab è stato infatti confrontato con placebo e ha dimostrato una riduzione del rischio di recidiva o di morte del 35%”, spiega Paolo Ascierto, Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del ‘Pascale’ di Napoli: “Ora aspettiamo quindi l’approvazione in Europa e in Italia”. Un altro studio in corso ci dirà indicazioni anche per l’immunoterapia come trattamento neoadiuvante.

Per quanto riguarda il melanoma avanzato, una novità importante riguarda la nuova combinazione di relatlimab, un anticorpo anti-LAG 3, e nivolumab, che ha dato una riduzione del rischio di progressione di malattia del 25%, con minori effetti collaterali rispetto alla combinazione nivolumab e ipilimumab. “In questo momento questa strategia non è ancora approvata nemmeno negli Usa, ma speriamo che possa presto arrivare”.

Ultima, ma non certo per importanza, la terapia target sia per i pazienti con tumore in stadio iniziale – dove si è rivelata efficace al pari dell’immunoterapia – sia per i pazienti metastatici. “In questo caso, due studi oggi ci indicano la sequenza migliore”, conclude Ascierto: “E’ meglio cominciare con l’immunoterapia in prima linea, e proseguire con le terapie mirate”.

 

Hanno collaborato: Anna Lisa Bonfranceschi, Irma d’Aria, Mara Magistroni.



www.repubblica.it 2022-01-10 12:21:27

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