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Morire di freddo: succede anche a cani e gatti

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Come il caldo estremo, anche il freddo può uccidere cani e gatti. Per prima cosa bisogna prendere in considerazione la razza o il mix, la selezione fatta dall’uomo, la tipologia di pelo che funziona da isolante, la mancanza di sottopelo. I felini sono ancora meno tolleranti alle basse temperature e devono stare necessariamente in un luogo riparato. E’ vero che riescono con più facilità dei cani a trovare nascondigli adatti e posti caldi, ma anche qui a rischio vita, come quando si rifugiano sotto i cofani delle auto. Per questo è sempre meglio dare una piccola botta sul cofano o un colpo con il clacson per permettere all’eventuale animaletto nascosto di mettersi in salvo prima della partenza della macchina. “I gatti che hanno molto freddo si isolano, cercano cucce piccole dove nascondersi e possono mostrare qualche brivido – spiega la dottoressa Michela Pettorali, medico veterinario – bisogna misurare subito la temperatura e rivolgersi a un veterinario”.

Esistono razze particolari che soffrono maggiormente le basse temperature: “Gli Sphynx che sono totalmente senza pelo, hanno  una temperatura più elevata di base e necessitano in inverno di essere coperti e di stare vicino a fonti di calore, così come i Devon Rex, che sono a pelo corto. Oggi per loro esistono persino cucce che si attaccano al termosifone”. E per tutti i gatti randagi che questa possibilità non ce l’hanno? “Chi segue le colonie lo sa – prosegue la dottoressa Pettorali – si possono creare delle cucce di plastica, anche con le scatole di Ikea, rivestite di polistirolo con dentro le coperte, per isolare e riscaldare”.

Non è solo questione di abitudine

Allo stesso modo esistono cani che tollerano meglio le temperature rigide. “Ci sono cani abituati al freddo, come ad esempio l’Alaskan Malamute, e altri che lo soffrono, come il Cirneco dell’Etna – spiega Francesco Orifici dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari – nel primo l’aria fredda rimane intrappolata nel pelo e nel sottopelo, che fa da isolante. Il mantello del secondo invece è corto e privo di sottopelo, quindi necessita di protezione in caso di clima freddo”.

Attenzione anche alle abitudini: se un cane definito ‘resistente al freddo’ vive da sempre in casa, non avrà mai un pelo e sottopelo così folto come quello dei suoi simili abituati all’aperto. Vento, umidità e pioggia sono altri elementi che pregiudicano la resistenza di un cane alle basse temperature e possono farlo andare in ipotermia. La pelliccia infatti, se bagnata, non fornisce un isolamento altrettanto efficace e l’umidità del manto sottrae calore al corpo. L’ipotermia si manifesta quando la temperatura corporea dell’animale si abbassa e non riesce più a risalire e a stabilizzarsi. Un cane ha in genere una temperatura che varia dai 37.5 a 39.1: se scende o sale oltre questi valori bisogna rivolgersi subito a un veterinario.

Esiste una “tabella”, realizzata dal medico veterinario Gary Patronek della Tufts University, nel Massachusetts, la Tufts Animal Care and Condition (TACC) Weather Safety Scale, che fornisce alcuni suggerimenti sul benessere del cane rispetto al caldo e al freddo a seconda delle dimensioni dell’animale, ma è solo una traccia che non sostituisce l’attenzione e la cura che dobbiamo avere nei confronti dei nostri animali.  Secondo le sue indicazioni, i 4 gradi sono già potenzialmente pericolosi per cani di taglia piccola e media; il rischio aumenta di molto quando si scende ancora, anche per i cani di taglia grande e con pelo folto e arriva al pericolo di morte rispettivamente sotto i sei e i dodici gradi sotto zero.

In inverno quindi bisogna fare attenzione sia alle gite che alla quotidianità. Chi va in montagna e sulla neve deve prendere in considerazione le necessità del suo amico a quattro zampe: “I cani abituati alle basse temperature non hanno problemi – spiega il dottor Orifici – per i cani a pelo corto invece meglio limitare il tempo di esposizione al freddo e comunque coprirli sempre”.

Gli strumenti oggi esistono tutti: mille tipi di cappottini, impermeabili e felpe, persino le scarpine da neve perché alcune razze potrebbero incorrere nel congelamento delle estremità. Molto utili sono le coperte isotermiche, quelle ad uso umano, leggere e poco ingombranti, si possono portare ovunque senza problemi, nella speranza di non doverle usare. Se nel corso di una bella passeggiata nella neve si scorgesse un torrente o un laghetto non ghiacciato, meglio girare alla larga, perché bagnarsi è pericoloso per cani di tutte le taglie, anche per quelli abituati al freddo. E poi, se avete con voi il vostro amico a quattrozampe, non prolungate troppo il giro.

Attenti ai brividi

Osservare il proprio cane (e gatto) può salvargli la vita. “Il primo segno raffreddamento sono i brividi – prosegue il veterinario – reazioni autonome dell’organismo, contrazioni muscolari per generare calore. Se li notate, dovete correre subito correre ai ripari: per prima cosa trovate un ambiente caldo dove portarlo, copritelo con coperte, senza frizionare. Non bisogna bagnarlo con acqua calda né mettergli addosso cose troppo bollenti, come la borsa dell’acqua calda, meglio usare teli isolanti”.

Se non si riesce ad intervenire subito, la situazione diventa più difficile. “Dopo i brividi compare la riduzione della frequenza cardiaca, può sopravvenire perdita di coscienza, possibili aritmie, e  si entra in una fase in cui il recupero è più complicato perché la temperatura continua a scendere. L’organismo cerca di compensare ma la situazione potrebbe precipitare”.

Sono tanti i fattori che intervengono, anche il tempo è fondamentale, quello di intervento e quello in cui il cane resta fuori. “Non conta solo quanto è bassa la temperatura ma anche quanto tempo il cane rimane esposto al freddo”, afferma il dottor Orifici. “Anche l’età è un fattore determinante: anziani e cuccioli hanno difese più basse rispetto a un cane giovane e in buona salute”. Vecchietti e giovanissimi sono meno capaci di regolare efficacemente la loro temperatura corporea, così come gli animali malati.

In poche parole: non lasciate cani e gatti fuori in giardino o in terrazza, non fatelo mai perché fanno parte del vostro branco e non è giusto emarginarli, ancor meno quando fa freddo. Poche ore possono essere fatali anche se non si scende sotto lo zero, come è successo al povero chow-chow morto in provincia di Prato e come purtroppo succede ogni anno a tantissimi cani rinchiusi nei canili. Infine, per tutti quelli che hanno a cuore il loro amico a quattrozampe, attenzione al sale che si trova sulle strade per il ghiaccio perché può irritargli i cuscinetti plantari.

 

 

 



www.repubblica.it 2022-01-12 11:08:37

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