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Attivecomeprima cerca casa – la Repubblica

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SU CHANGE.ORG da un paio di giorni è stata pubblicata una nuova petizione. Riguarda una storica associazione di volontariato che si occupa di sostegno ai malati oncologici, Attivecomeprima. È tra le prime nate in Italia, fondata da Ada Burrone (paziente lei stessa) nel 1973, nei tempi in cui neanche si osava pronunciare la parola cancro. Attivecomeprima opera a Milano (ma non solo, grazie al web) da ben 49 anni (l’anniversario sarà il prossimo 2 febbraio), offrendo servizi gratuiti di assistenza medica e psicologica. Quaranta di questi anni li ha “vissuti” in una sede storica di Via Livigno, una palazzina dell’ex Ospedale Bassi. Lo scorso giugno, però, il contratto di affitto, stipulato con ATS-Città di Milano, è scaduto e all’associazione è stato chiesto di lasciare i locali entro la fine di febbraio. L’edificio – riporta l’associazione – sarà infatti destinato ad uso interno della stessa azienda, che ne ha bisogno per la riorganizzazione territoriale in corso dei servizi socio-sanitari richiesta dal PNRR e dal piano sanitario di Regione Lombardia. La petizione su Change.org, che ha superato le 2 mila firme, chiede di bloccare lo sfratto.
 

“Ada aveva fondato l’associazione all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e per dieci anni abbiamo lavorato e assistito i pazienti all’interno dell’ospedale”, racconta Alberto Ricciuti, medico e presidente di Attivecomeprima. Ma eravamo cresciuti, avevamo bisogno di una sede più grande, e dal 1983 ci siamo trasferiti in questa palazzina, prima con un contratto di comodato d’uso gratuito e, dal 1995 – anno in cui la struttura è passata alla Regione Lombardia – con un contratto di affitto con l’ATS, che attualmente è di 28 mila euro l’anno. Si tratta di una palazzina storica, soggetta ai vincoli delle Belle Arti, che in questi anni abbiamo sistemato anticipando le spese. Ci dispiace molto andare via, ma al di là di questo, l’associazione ha urgentemente bisogno di una nuova ‘casa’ che sia adeguata per svolgere tutte le nostre attività”. Qualche numero: nel 2021, nonostante la pandemia, Attivecomeprima ha effettuato, in presenza o online, 1.570 aiuti psicologici, 586 consulenze mediche, 745 giornate di attività psicocorporee. Tutti servizi gratuiti per i pazienti e i loro familiari. Da anni, inoltre, si occupa anche di formazione per i medici di medicina generale e per il personale sanitario dell’ATS.

Commenti alla petizione su Change.org 

“Abbiamo ospedali all’avanguardia che sono cattedrali di competenze mediche e tecnologiche, ma quando il paziente torna a casa vive spesso un senso di abbandono – continua Ricciuti – Perché tra l’ospedale e il proprio domicilio c’è una sorta di vuoto da riempire. Ci sono infatti straordinarie risorse e competenze sul territorio che devono però essere maggiormente valorizzate e riorganizzate per poter lavorare in sinergia tra loro. E mi riferisco alle risorse della medicina generale e delle associazioni come la nostra che lavorano ogni giorno affrontando i problemi della salute nella loro reale e complessa dimensione medico-sociale. La decisione di non rinnovare il contratto ci ha colto di sorpresa e, per altre comprensibili ragioni, ci ha profondamente deluso e sconcertato. Ancora di più nei tempi che stiamo vivendo, quando persino dall’Europa giungono sollecitazioni per un ripensamento e una riorganizzazione in senso medico-sociale dei servizi sanitari territoriali degli Stati membri, una realtà come Attivecomeprima dovrebbe essere riconosciuta come un bene comune da preservare, sostenere e valorizzare. Rimanere in questa sede sarebbe un regalo meraviglioso ma se dobbiamo, anche se a malincuore, andremo via. La nostra prima urgenza, quindi, è trovare una sede adeguata, con un affitto possibilmente inferiore a quello che abbiamo sostenuto finora o, sperabilmente, in comodato d’uso gratuito, come prevede il nuovo codice del Terzo Settore. Siamo assolutamente d’accordo con il garantire la trasparenza nell’assegnazione delle sedi – conclude Ricciuti – ma partecipare a un bando come quello che era stato inizialmente aperto per questa palazzina, che prevedeva un affitto di oltre 30 mila euro l’anno e una fideiussione di sei anni di affitto, non è sostenibile e toglie risorse che dovrebbero essere utilizzate per i malati”.



www.repubblica.it 2022-01-21 09:47:50

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