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Immunoterapia e chemioterapia in associazione: ok europeo per il tumore dell’esofago

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Come spesso accade quando bisogna affrontare una malattia in fase avanzata la combinazione di più terapie può aprire nuove chance di sopravvivenza. E’ così anche per i pazienti con un carcinoma a cellule squamose dell’esofago (OSCC) avanzato non resecabile, ricorrente o metastatico, con espressione tumorale del PD-L1 ≥ 1%. A ‘certificare’ che nivolumab in associazione a chemioterapia di combinazione a base di fluoropirimidina e platino è efficace per il trattamento in prima linea di pazienti adulti è stata la Commissione europea che l’ha approvata di recente.

Lo studio di fase 3

Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, che è stato progettato per potenziare il nostro sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. L’approvazione della Commissione europea è stata fatta sulla base dei risultati dello studio di Fase 3 CheckMate -648 che erano stati presentati al congresso annuale della American Society of Clinical Oncology (ASCO) a giugno 2021. In questo studio nivolumab con chemioterapia ha dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale (OS) statisticamente significativo e clinicamente rilevante rispetto alla sola chemioterapia. Il profilo di sicurezza di nivolumab con chemioterapia era in linea con gli studi riportati in precedenza.

L’aumento della sopravvivenza

Il carcinoma dell’esofago è il settimo tumore più comune e la sesta causa di morte per cancro a livello mondiale, con circa 600.000 nuovi casi e più di 540.000 morti nel 2020. Il risultato più importante è quello relativo alla sopravvivenza globale (OS) che è stata era di 15,44 mesi per nivolumab con chemioterapia rispetto a 9,07 mesi per la sola chemioterapia. Migliorata anche la sopravvivenza libera da progressione che è stata di quasi sette mesi per nivolumab con chemioterapia rispetto ai quasi cinque per la chemioterapia. Ancora più netta la differenza se si guarda al tasso complessivo di risposta: 53,2% per nivolumab con chemioterapia rispetto al 19,7% per la chemioterapia. Ecco perché quest’approvazione rappresenta un importante passo avanti per i pazienti dell’Unione Europea, soprattutto per la natura estremamente aggressiva del carcinoma a cellule squamose dell’esofago.

L’associazione di immunoterapici

Proprio ieri Bristol Myers Squibb aveva annunciato l’approvazione da parte della Commissione europea di nivolumab in associazione ad ipilimumab per il trattamento in prima linea di pazienti adulti con carcinoma a cellule squamose dell’esofago (OSCC) avanzato non resecabile, ricorrente o metastatico, con espressione tumorale del PD-L1 ≥ 1%. Questa approvazione permette l’utilizzo di nivolumab in associazione a chemioterapia di combinazione a base di fluoropirimidina e platino per il trattamento di pazienti adulti con OSCC avanzato non resecabile, ricorrente o metastatico, con espressione tumorale del PD-L1 ≥ 1% nei 27 Stati membri dell’Unione Europea, Islanda, Liechtenstein e Norvegia.  

 
 



www.repubblica.it 2022-04-15 12:32:43

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