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Day Hospital post-Covid Gemelli, 3.000 pazienti in 2 anni – Sanità

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(ANSA) – ROMA, 21 APR – Il Day Hospital Post-Covid della
Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs
taglia il traguardo di due anni di attività. Nato da
un’intuizione definita vincente (nel mondo si stimano oggi
almeno in 200 milioni le persone con Long Covid), questo Day
Hospital multidisciplinare è stato attivato a distanza di soli
due mesi dall’esordio della pandemia. Oltre 3 mila i pazienti da
tutta Italia a oggi trattati (più di 2500 adulti e oltre 500
pediatrici). “Dall’inizio della nostra attività, abbiamo
valutato 2.518 pazienti provenienti da tutta Italia, di età
media 50 anni, per il 53% uomini – commenta il professor
Francesco Landi, Direttore Uoc Medicina Interna Geriatrica del
Gemelli – la maggior parte era stata ricoverata in ospedale
(62%) e il 15% aveva avuto necessità di cure in terapia
intensiva. Abbiamo potuto valutare come solo il 20% dei pazienti
a una distanza di 3 mesi dalla fase acuta di malattia aveva una
guarigione completa, non lamentando più alcun sintomo correlato
al Covid. I sintomi persistenti più comunemente lamentati sono
stati fatigue (64%), dispnea da sforzo (63%), disturbi del sonno
(45%), deficit di attenzione e memoria (38%), palpitazioni
(35%), artralgie (35%), mialgie (35%), parestesie (28%). Il Long
Covid purtroppo non risparmia nemmeno bambini e ragazzi. Presso
l’ambulatorio Post – Covid Pediatrico del Gemelli a oggi sono
seguiti 530 bambini; 168 hanno presentato una sintomatologia
persistente per almeno 6 settimane dall’infezione acuta e per
questo sono stati sottoposti a valutazioni successive
personalizzate. Tra tutti circa 30 presentavano i criteri
diagnostici di Long Covid pediatrico. Importante è stata anche
l’attività di ricerca che si è concretizzata con diverse
pubblicazioni scientifiche. Numerosi anche i progetti di ricerca
in cantiere, incentrati in particolare sull’efficacia di diversi
approcci nutraceutici sulla persistenza di fatigue, sullo studio
della perfusione polmonare in pazienti con persistenza di
dispnea non giustificata dalle prove di funzionalità
respiratoria, e sull’ipometabolismo cerebrale nei pazienti con
deficit di attenzione e memoria. È in corso anche un’analisi
delle possibili differenze del Long Covid successivo alle
diverse ondate di Covid-19 (e dunque alle diverse varianti).
   
(ANSA).
   

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