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L’Università Cattolica studia l’impatto sociale della robotica – Lombardia

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Tavola rotonda a Milano, robot deve essere percepito affidabile

(ANSA) – MILANO, 10 MAG – Analizza l’impatto sociale della
robotica il volume ‘Humane Robotics: A multidisciplinary
approach towards the development of humane-centered
technologies’, curato dai docenti Giuseppe Riva e Antonella
Marchetti, pubblicato da Vita e Pensiero e presentato oggi
all’Università Cattolica di Milano.
   
Papa Francesco – è stato ricordato – ha sottolineato più
volte che siamo davanti a un cambiamento d’epoca che può portare
nuovo benessere ma anche mettere l’Uomo nella condizione di
distruggersi: “Questo è avvenuto con le armi nucleari, su cui
siamo riusciti a trovare un accordo. Poi è avvenuto con i
cambiamenti climatici, su cui capi di Stato e di governo sono
riusciti a trovare una intesa durante la Cop26 di Parigi. Ora –
ha detto monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia
Accademia per la Vita – è urgente che la stessa cosa avvenga per
l’Intelligenza Artificiale”
Giuseppe Riva, direttore dello Humane Technology Lab, ha
notato che “oggi un bambino che non sa leggere è già in grado di
interagire con un Iphone e tra dieci anni il confine tra
digitale e fisico sparirà con il metaverso. Questo tocca tutte
le aree dell’esperienza umana ed è proprio con lo sguardo
multidisciplinare tipico della Cattolica che lo Humane
Technology Lab porta avanti le sue ricerche”.
   
“L’interazione uomo-robot per noi deve esser accettabile
oltre che soddisfacente – ha evidenziato Antonella Marchetti,
direttrice del dipartimento di Psicologia -. Ciò significa che
il comportamento di un robot deve essere percepito dall’uomo
come comprensibile e affidabile”.
   
Servono però investimenti. “Attualmente l’Italia – ha detto
Giorgio Metta, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia –
ha forse l’1% delle capacità di calcolo globali. Per investire
in maniera corretta però dobbiamo darci orizzonti temporali che
vadano oltre la durata dei governi. I nostri ricercatori hanno
avviato la ricerca su una molecola che potrebbe risolvere alcuni
disturbi dello sviluppo neuronale dieci anni fa e potrebbe
volerci un altro decennio per produrre un farmaco”. (ANSA).
   

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