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Epatocarcinoma, come migliorare cura, assistenza e informazioni

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Su 10 mila casi l’anno di epatocarcinoma, un tumore del fegato che si sviluppa soprattutto dopo cirrosi, per epatiti croniche e abuso di alcool o sindromi dismetaboliche, un migliaio si verificano in Campania: la regione col numero più elevato in Italia. Non poteva dunque che non partire da qui la prima tappa di “Uniti e Vicini ai Pazienti con Epatocarcinoma”, il roadshow promosso da Roche con il patrocinio di EpaC Onlus che attraverserà l’Italia col preciso intento di condividere buone pratiche di gestione della malattia, fare il punto sui bisogni dei pazienti e sulla necessità di una presa in carico multidisciplinare. Perché, se è vero che la prognosi della malattia è in miglioramento, l’epatocarcinoma rimane un tumore aggressivo che si manifesta in stadi spesso avanzati. Inoltre, la sua gestione richiede la collaborazione di più figure, come epatologi, chirurghi, oncologi e radiologi interventisti. Alcune sfide nella regione rimangono ancora aperte, ma la Campania può fare scuola in materia.

Cosa sono i GOM

“In Campania siamo fortunati perché esistono dei percorsi dedicati ai pazienti che sono seguiti da team oncologici multidisciplinari- ha spiegato Erika Martinelli dell’Università “Luigi Vanvitelli”, che ha preso parte all’evento, riferendosi ai PDTA regionali e ai gruppi oncologici multidisciplinari, i cosiddetti GOM – questo lavoro condiviso assicura loro il miglior percorso diagnostico e terapeutico. Nei GOM lavorano sinergicamente l’oncologo, il gastroenterologo, il chirurgo, il chirurgo trapiantologo, il radiologo interventista. Esistono Centri Oncologici di Riferimento Polispecialistici (CORP) e Centri Oncologici di Riferimento Polispecialistici Universitari o a carattere Scientifico (CORPUS) che, oltre alle funzioni dei CORP, svolgono attività peculiari (ricerca, formazione, sviluppo di metodi e strumenti screening, terapia del dolore). Il gruppo oncologico è quello che segue e attua i PDTA. La Campania in questo è molto avanti, perché anche i piccoli centri hanno l’opportunità di accreditarsi entrando in queste reti per la qualità di cura del paziente e per evitare le migrazioni terapeutiche che sono dispendiose per la Regione”.

Contrastare la migrazione sanitaria

Migrazioni assolutamente non necessarie, come ha ribadito Bruno Daniele, Direttore U.O.C. Di Oncologia, Ospedale del Mare, richiamando l’attenzione sulla necessità di aumentare la collaborazione tra medici di medicina generale e i gruppi multidisciplinari. A tutto beneficio dei pazienti, ancora troppo spesso ignari sulla malattia e sui percorsi di cura per affrontarla.

Ma mancano le informazioni per i pazienti

“Da una recente indagine condotta da EpaC Associazione Onlus, abbiamo constatato che uno dei problemi principali lamentati dai pazienti è la mancanza di informazione – ricorda infatti Ivan Gardini, presidente EpaC Onlus – più di un paziente su due ha la necessità di avere indicazioni più chiare, precise e facilmente reperibili sulle strutture ospedaliere adeguate a cui rivolgersi. Più della metà vorrebbe accedere ad informazioni relative alla disponibilità di terapie anche sperimentali, di partecipazione a trial clinici, alle quali nella maggior parte dei casi non riesce ad accedere perché ne ignora l’esistenza o non trova informazioni a riguardo. Per questi motivi è quanto mai fondamentale che esista un lavoro sinergico tra tutte le parti coinvolte”.
 

Le sfide per la regione Campania

Tra gli altri messaggi arrivati dai partecipanti alla tavola rotonda di Napoli sono emerse anche diverse sfide che la regione è chiamata ancora a raccogliere e su cui lavorare: dalla scarsità delle donazioni d’organo e di medici trapiantisti, così come dei posti letto in radiologia, alla disomogeneità delle cure (che rende più avvantaggiati i pazienti seguiti da centri per patologie epatiche, lasciando indietro tutti gli altri), alla prevenzione e ai controlli che ancora mancano, e così alle diagnosi tardive e al bisogno di potenziare il dialogo tra territorio e centri di riferimento. Anche digitalmente, approfittando delle opportunità del PNRR. 



www.repubblica.it 2022-05-27 18:07:23

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