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Vaiolo delle scimmie, sequenziato il genoma completo al policlinico San Matteo di Pav…

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Il team di virologi e ricercatori della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, guidati dal professor Fausto Baldanti, per la prima volta in Italia ha sequenziato l’intero genoma di un ceppo di virus del vaiolo delle scimmie (MPVX), prelevato dal tampone vescicolo cutaneo di uno dei pazienti di ritorno dalle Canarie.
Il genoma completo di monkeypox è stato sequenziato direttamente dal campione biologico mediante un approccio di metagenomica con il sequenziamento di nuova generazione (NGS).

Appartiene al “ceppo” africano

“Un’analisi filogenetica preliminare mostra chiaramente che il genoma ottenuto appartiene al clade dell’Africa occidentale di monkeypox ed è più strettamente correlato con i ceppi riscontrati recentemente in Portogallo e nel resto d’Europa –  ha spiegato Baldanti, direttore dell’Uoc Microbiologia e Virologia del Policlinico di Pavia -. Attualmente i casi positivi diagnosticati al San Matteo sono 4, ed è in corso il sequenziamento dei 3 casi rimanenti. Infine, sono in corso le analisi per due ulteriori casi sospetti”.

Un lavoro di squadra

“Complimenti alla squadra di ricercatori guidati dal professor Baldanti. Un importante risultato che certifica l’altissimo livello internazionale raggiunto dalla ricerca biomedica della Sanità lombarda”, ha commentato la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti.
I virologi e ricercatori che hanno sequenziato il genoma sono Antonio Piralla, Stefania Paolucci, Piera D’angelo, Guglielmo FerrariStefano Gaiarsa, Federica Giardina, Greta Petazzoni e Federica Zavaglio.

In Portogallo il primo risultato

Ma il primo Paese a sequenziare il virus che sta avanzando in molti paesi del mondo, è stato il Portogallo, il 23 maggio scorso. E già in quell’occasione era emersa la novità: il virus sembra “più strettamente correlato” ai ceppi rilevati nel 2018 e nel 2019 nel Regno Unito, a Singapore e in Israele che al vaiolo delle scimmie dell’ultimo focolaio.
Mentre in Italia il virus è stato isolato, ma non ancora sequenziato, il 27 maggio scorso dal laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.

Cos’ha mostrato la sequenza del Dna

La sequenza del Dna, effettuata dal team portoghese di Jò Paulo Gomes del National Institute of Healt, ha mostrato che il virus in questione è del tipo mite dell’Africa occidentale. I ricercatori hanno pubblicato le informazioni della prima bozza del genoma virale online, come riporta “New Scientist’.
Non è ancora chiaro, spiegano gli esperti, se questo virus presenti dei cambiamenti che lo rendano più trasmissibile negli esseri umani, il che spiegherebbe perché l’attuale focolaio sia così diffuso e di gran lunga il più grande visto al di fuori dell’Africa centrale e occidentale, dove il virus si diffonde nelle scimmie.

I casi nel mondo

Intanto, i casi di vaiolo delle scimmie diagnosticati nel mondo continuano ad aumentare: ad oggi sono 257 quelli confermati in laboratorio e circa 120 quelli sospetti. Non sono stati invece segnalati decessi. Ma l’Oms avverte che la “la situazione si sta evolvendo rapidamente. Dal 13 maggio scorso il vaiolo delle scimmie è stato segnalato da 23 Stati membri che non sono endemici per il virus.

Molti casi atipici”

“La stragrande maggioranza dei casi segnalati finora – si legge nella nota di aggiornamento dell’Oms – non ha stabilito collegamenti di viaggio con un’area endemica e si è presentata tramite cure primarie o servizi di salute sessuale”. L’Oms sottolinea infine che l’identificazione di casi confermati e sospetti di vaiolo delle scimmie senza collegamenti diretti con un’area endemica “è atipica” e un caso di vaiolo delle scimmie in un Paese non endemico “è considerato un focolaio.



www.repubblica.it 2022-05-31 17:10:46

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