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Tumori nei più giovani, così lo sport diventa una vera terapia

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Nei primi anni di vita e durante l’adolescenza, l’attività fisica è  cruciale per un buon sviluppo delle capacità motorie. E lo è ancor di più per quei bambini e ragazzi costretti ad affrontare un tumore con pesanti percorsi terapeutici, e quindi lunghe fasi di ricovero e prolungati periodi di inattività fisica. Ne sono convinti al Centro monzese Maria Letizia Verga dove, negli ultimi cinque anni, centinaia di bambini e ragazzi hanno seguito allenamenti specifici per tenere in buona salute gli organi più compromessi dalle terapie, con buoni risultati. Al punto che ora l’esperienza della Sport Therapy servirà a sviluppare un protocollo europeo di esercizi e attività per i giovani pazienti con tumori del sangue, nell’ambito del progetto di ricerca FORTEe finanziato dalla Commissione Europea con 7 milioni di euro dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020. Scopo: dimostrare che lo sport è sicuro e può funzionare come terapia, anche durante la malattia e i trattamenti. Basta sapere come farlo.

Lo sport come terapia

Oggi all’interno del Centro Maria Letizia Verga (presso la Clinica Pediatrica dell’Università degli studi di Milano Bicocca – Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua Mamma, ASST San Gerardo di Monza), sin dal momento della diagnosi per ogni paziente viene definito un allenamento personalizzato, adattato alle condizioni di salute e alla terapia.

Un programma che comprende specifici esercizi  per migliorare l’equilibrio, la potenza muscolare, la mobilità, la coordinazione, la capacità aerobica e il livello di consapevolezza del corpo. Ne è un esempio ‘Animal Flow’, un allenamento a corpo libero che richiama lo yoga e la danza, imitando i gesti di alcuni animali: il gorilla che si sveglia, il granchio che muove le chele, la rana che salta o un gatto che si stiracchia. Se eseguiti in sequenza, in modo naturale e senza alcuno sforzo, questi movimenti diventano un programma di attività fisica particolarmente indicato anche per i bambini più piccoli.

L’allenamento di precisione

“Siamo felici di poter mettere a disposizione l’esperienza che dal 2017 ad oggi abbiamo maturato ‘allenando’ oltre 500 tra bambini e bambine, adolescenti e giovani adulti affetti da emopatia maligna o sottoposti a trapianto di midollo e di dar loro la possibilità di beneficiare di un allenamento che si propone di mantenere efficienti polmone, cuore e muscoli, ovvero gli organi che vengono maggiormente compromessi dalle terapie”, spiega Francesca Lanfranconi, medico dello sport e ricercatrice in fisiologia dell’uomo nel centro monzese.

Il protocollo prevede la definizione dei tempi e delle modalità per svolgere attività fisica, così come sistemi di valutazione per comprendere sicurezza ed eventuale efficacia degli interventi proposti. Un modello di Sport Therapy che verrà condiviso e messo a disposizione dei centri di oncologia pediatrica in Spagna, Italia (che partecipa anche con l’IRCSS Istituto Nazionale Tumori di Milano) Germania, Inghilterra, Francia, Slovenia e Danimarca che prendono parte al progetto. Saranno coinvolti in tutto 450 tra bambini, ragazzi e giovani adulti.



www.repubblica.it 2022-06-01 10:41:33

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