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Tumore del seno, una nuova strada. Con gli anticorpi coniugati aumenta la sopravviven…

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Molte donne con tumore al seno metastatico anzichè essere curate con la chemioterapia potrebbero beneficiare di un nuovo farmaco, trastuzumab deruxtecan. Parliamo delle pazienti con tumore che presenta una bassa espressione della proteina HER2, definito per questo HER2-low, finora accomunate alle cosidette “HER2 negative” per le quali i farmaci che colpiscono questo bersaglio non sono efficaci. Ma ora lo studio DESTINY-Breast04, presentato al congresso dell’American Society of Clinical Oncology in corso a Chicago, identifica un nuovo gruppo di malate, quelle che esprimono poco HER2 ma comunque sufficiente per essere aggredito dal nuovo anticorpo coniugato. I risultati infatti parlano chiaro: trastuzumab deruxtecan raddoppia la sopravvivenza libera da progressione (ossia il periodo in cui il tumore regredisce o non avanza) rispetto alla chemioterapia tradizionale. Il trattamento ha migliorato in modo significativo anche la sopravvivenza globale.

I risultati

La sperimentazione è stata condotta su 557 pazienti in Asia, Europa e Nord America con tumore al seno metastatico o non operabile HER2-low, ormono-sensibile e non (HR-positivo e HR-negativo), trattate con trastuzumab deruxtecan o chemioterapia. Ad un follow up (mediano) di 18,4 mesi, le pazienti con tumore HER2-low e ormo-sensibile che avevano ricevuto il nuovo anticorpo coniugato hanno avuto una riduzione del rischio di progressione del 49% e una riduzione del rischio di morte del 36% rispetto alla chemioterapia. “In queste pazienti, la sopravvivenza libera da progressione è risultata quasi doppia per trastuzumab deruxtecan (10,1 mesi) rispetto allo standard di cura (5,4 mesi)”, commenta Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo IEO di Milano: “Il risultato più importante è relativo alla sopravvivenza globale, significativamente migliore nel sottogruppo HER2-low/HR+ di pazienti che hanno ricevuto trastuzumab deruxtecan (23,9 mesi) rispetto alla terapia standard (17,5 mesi). Lo studio mostra quindi che trastuzumab deruxtecan può essere un’opzione terapeutica disponibile per la popolazione di pazienti HER2-low”.

 

Quante pazienti hanno un tumore HER2-low?

Di tutte le diagnosi di tumore al seno (55 mila in Italia), circa il 15-20% è HER2 positivo, ossia presentano una certa quantità di questa proteina, che è stata identificata da oltre 20 anni come un bersaglio di terapie mirate. Il restante 80% circa dei tumori è invece considerato HER 2 negativo, perché la proteina è assente o presente in basse quantità: troppo poca perché il tumore risponda ai farmaci anti-HER2. Lo studio DESTINY-Breast04 ribalta però questa visione. “I tumori del seno HER2-low non hanno alta espressione o amplificazione del recettore HER2”, spiega Saverio Cinieri, Presidente AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica: “Costituiscono il 55% di tutti i carcinomi mammari, di cui l’85% nel gruppo di quelli endocrino responsivo e il 15% nel gruppo dei triplo negativi. Al momento, questi pazienti ricevono la chemioterapia. I risultati della sperimentazione cambieranno però l’algoritmo di cura. Si delinea quindi un nuovo sottotipo di tumore mammario, quello HER2-low, con importanti implicazioni terapeutiche, perché potranno essere utilizzate terapie mirate in una vasta popolazione di pazienti, precedentemente considerata HER2-negativa”.

Misurare la proteina HER2

L’espressione della proteina HER2 sulle cellule tumorali viene misurata con due tipi di test: uno rileva la quantità della proteina, l’altro conta le copie del gene presenti nel Dna tumorale. “Il nostro studio mostra che trastuzumab deruxtecan potrebbe rappesentare una nuova opzione terapeutica altamente efficace per una nuova popolazione di pazienti”, ha spiegato il primo autore dello studio, Shanu Modi del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New  York: “Per le pazienti è importante conoscere i livelli di HER2 espressi dal loro tumore, e non solo se sono ‘positivi’ o ‘negativi’, dal momento che lo stato di HER2-low può essere determinato usando test facilmente disponibili”.  Trastuzumab deruxtecan è attualmente allo studio in pazienti con tumore al seno metastatico HER2-low in numerose sperimentazioni, che stanno anche cercando di comprendere il livello minimo di espressione di HER2 alla quale il farmaco è efficace.

Il nuovo farmaco

Trastuzumab deruxtecan nasce dall’unione di un anticorpo monoclonale – trastuzumab (farmaco mirato già ampiamente utilizzato) – con il chemioterapico deruxtecan, particolarmente potente. Ogni molecola di trastuzumab lega a sé ben 8 molecole di chemioterapia. Il meccanismo con cui agisce è questo: trastuzumab riconosce e si lega ai recettori HER2 presenti sulla cellula tumorale e, a quel punto, rilascia le 8 molecole del chemioterapico. I primi dati importanti su questo farmaco risalgono al dicembre del 2019, quando al congresso sul tumore al seno di San Antonio, in Texas, lo studio Destiny-Breast03 aveva dimostrato vantaggi significativi rispetto a TDM-1 (trastuzumab emtansine, l’attuale standard di cura per le pazienti con tumori HER 2 positivi), per pazienti che avevano ricevuto in precedenza molti trattamenti.

La conferma per i tumori al seno HER2 positivi

Durante la plenaria dell’Asco sono stati presentati anche i dati aggiornati di questo studio, che confermano i vantaggi emersi in precedenza per le pazienti HER2 positive: tra i 524 pazienti assegnati a uno dei due gruppi, la percentuale di coloro che erano vivi senza progressione della malattia a 12 mesi è stata del 75,8% con trastuzumab deruxtecan e del 34,1% con trastuzumab emtansine; la percentuale di pazienti vivi a 12 mesi è stata del 94,1% con trastuzumab deruxtecan e dell’85,9% con trastuzumab emtansine. “Lo studio – dice Curigliano – dimostra che trastuzumab deruxtecan è un farmaco sicuro, con un significativo impatto nella cura dei tumori HER2-positivi”. 

Lo scenario futuro

I dati relativi al seno confermano una nuova linea terapeutica innovativa, quella con gli anticorpi combinati. Che promettono di sostiture la chemioterapia oggi necessaria contro molti tipi di tumore. Oltre al trastuzumab deruxtecan, sono infatti già stati registrati negli Stati Uniti l’enfortumab vedotin per il tumore della vescica e il desotunab vedotin per la cervice uterina. “Ma molti altri sono alla studio, compreso un anticorpo coniugato per il trattamento del tumore del polmone HER2 mutati, per cui sono convinto a breve arriverà la registrazione”, conclude Curigliano. “Questa classe di farmaci avrà un impatto sostanziale sulla vita dei pazienti, non solo di quelli in fase avanzata ma anche nelle prime fasi precoci. Sono già partiti gli studi e ci aspettiamo che diano dei risultati molto positivi”.



www.repubblica.it 2022-06-05 16:28:26

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