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La malattia come trasformazione, il Premio letterario “Lara Facondi”

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Un racconto, una graphic novel e una poesia che narrano della malattia come risorsa e trasformazione. Sono le opere vincitrici del concorso annuale “SopratTutto Scrivere – Lara Facondi” lanciato da IncontraDonna Onlus e giunto alla terza edizione. I vincitori sono Franco Ricci per la sezione “Racconto”, Anna Chiara Fratesi per la sezione “Opere grafiche”,  Giovanna Morabito per la sezione “Poesia” e Veronica Cappello per il Premio Speciale Maria Arcidiacono. La premiazione si terrà domani, 14 giugno, alle 18,30 a Roma, presso la Libreria Tra Le Righe.

Il Premio letterario ‘Lara Facondi’

Il bando letterario nasce dalla convinzione che l’opera creativa possa essere strumento di cura e ricostruzione di sé, che la scrittura rappresenti una modalità utile per il recupero psicofisico di chi è colpito da un problema oncologico, sia per diretta esperienza personale che mediata tramite il vissuto di familiari, amici, persone vicine e caregiver. Il premio è intitolato a Lara Facondi che era stata volontaria di IncontraDonna e tra le promotrici e organizzatrici dell’iniziativa, scomparsa a 41 anni a causa di un tumore al seno. Il tema “La malattia come risorsa e trasformazione” vuole incoraggiare e premiare la scrittura creativa quando questa diventa strumento di cura e ricostruzione del proprio vissuto. Le opere sono state selezionate da una giuria presieduta da Francesco Bruni e composta da giornalisti, scrittori, fumettisti, professori, librai ed editori (Marina Morbiducci, Anna Maria Scaiola, Mara Matta, Silvia Mari, Loretta Santini, Claudia Fanelli, Paola Mastrobuoni, Isabella Di Leo e Valerio Giacone).

La parola ai vincitori

“Ho creato ‘Intro’ (titolo dell’opera, ndr) il giorno in cui Lara ci ha lasciato: ho partecipato a questo premio letterario con il pensiero e l’amore con cui Lara se n’è occupata e ringrazio tutti coloro che continuano a portare avanti i suoi progetti”, dice Anna Chiara Fratesi.

 

“Semplicemente scrivo per dare un corpo ad un pensiero, una emozione, una intuizione, una suggestione, magari una scommessa”, dice Franco Ricci: “Traccio a rapide linee l’abbozzo di un mio ritratto che, come è naturale che accada, possa conservare nel tempo la sua freschezza e innocenza, mentre il soggetto, io, va naturalmente degradandosi, ossidandosi nel tempo”.

 

“A cambiare la tua vita sono bastate poche parole dette dal medico, oppure scritte su un foglio accanto al tuo nome, non sai rispondere, vorresti ribellarti, piangere –  aggiunge Giovanna Morabito: – poi tutto si placa quando molto ermeticamente ti racconti in potenti parole, versi che scaturiscono spontanei e che sono la sintesi di mesi e mesi, di anni. Infine il piacere più bello è condividere, nella speranza che possano capirti, che scrivere sia utile anche ad altri”.

 

“Scrivere come ulteriore elaborazione della vecchia me. Sì, scrivere, perché quando sei in difficoltà quello che dici può, volendo, non essere ascoltato, ma quello che scrivi esce… e resta! Finalmente libera”, conclude Veronica Cappello.



www.repubblica.it 2022-06-13 17:05:56

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