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Fedez: la psicologa: “Le sue paure comuni ai pazienti con con tumore”

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“La prima preoccupazione di chi ha figli piccoli e scopre di avere un cancro è quella di separarsi da loro e di non vederli crescere. Fedez non ha detto niente di diverso da quello che ci dicono i pazienti nei nostri ambulatori. Parla della traumaticità della comunicazione della diagnosi di tumore, un evento esplosivo nella vita di una persona”. Anna Costantini, direttore dell’Unità operativa di Psiconcologia dell’Azienda ospedaliera universitaria Sant’Andrea di Roma, commenta così la serie di stories pubblicate dal rapper su Istagram dopo aver scoperto la diagnosi.

In particolare, c’è un suo dialogo con lo psicologo, in cui l’artista esprime tra le lacrime proprio questi timori: “Ho paura che i miei figli non si ricorderanno di me”.

Il personaggio pubblico

Fedez è un “personaggio pubblico che vuole mantenere la sua spettacolarità anche in una fase della vita in cui solitamente le persone si chiudono. Personalmente, però, considero il suo gesto di grande condivisione anche se può avere una sfumatura un po’ spettacolare”, aggiunge Costantini. Una condivisione, ribadisce la psiconcologa, “estremamente utile per quelle persone che si vergognano di parlare della loro malattia, che hanno difficoltà a parlarne all’interno della stessa famiglia o che non riescono a parlarne con i medici o ancora non possono accedere alle cure psicologiche. L’aver pubblicato i contenuti di un colloquio così intimo e pregnante a livello esistenziale, come la paura di non essere ricordato dai propri figli, è un fatto inusuale ma sicuramente positivo anche solo se riesce a rendere più naturale, o più indicata, l’idea di parlare con gli psiconcologi”.

Emma Marrone e Oriana Fallaci

Fedez non è il primo personaggio pubblico che socializza la sua malattia. “Prima di lui ci fu, ad esempio, Oriana Fallaci che scrisse dei libri sulla sua esperienza, ma recentemente anche Emma Marrone ne ha parlato. Sono tanti i personaggi pubblici che hanno reso noto il loro travaglio psicologico- conclude Costantini – perché socializzare il trauma permette alla persona di parlarne con qualcuno che può accogliere tutta questa angoscia e aiutare a elaborarla da un punto di vista esistenziale rispetto a quello che la diagnosi comporta”. L’Unità operativa di Psiconcologia del Sant’Andrea di Roma esiste dal 2006 e da allora ha visto “crescere del 30% l’anno il numero delle persone che chiedono aiuto”.
 



www.repubblica.it 2022-06-13 13:07:08

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