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Infezioni sessualmente trasmesse, aumento dei contagi post pandemia

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Sono diminuiti i controlli e i test nel periodo pandemia e oggi si teme un aumento dei contagi delle infezioni sessualmente trasmesse (IST). Per questo è meglio far suonare un campanello d’allarme ora, all’inzio dell’estate, periodo in cui indubbiamente cresce la relazione tra individui e i rapporti sessuali occasionali.

L’argomento è stato affrontato al Congresso ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research), che si chiude oggi a Bergamo, dove è stato sottolineato che i test effettuati per le IST sono diminuiti di circa un terzo con la pandemia, con successive diagnosi tardive.  

Quando si parla di infezioni sessualmente trasmesse si parla di HIV, papilloma virus, epatiti virali, gonorrea, sifilide clamidia. Nelle prossime settimane verrà pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità il quadro aggiornato dei dati, per ora emerge solo un aumento tra i maschi del numero di diagnosi di gonorrea, clamidia e sifilide.

Nel quadro generale sembra esserci un aumento della trasmissibilità del virus e una diminuzione della prevenzione. La diffusione della clamidia ad esempio, causata da un batterio intracellulare obbligato, Chlamydia trachomatis, è in crescita in tutto il mondo, Italia compresa. È un’infezione difficile da diagnosticare, a volte asintomatica o con manifestazioni lievi che passano inosservate, ma le conseguenze possono essere gravi: problemi di infertilità, malattia infiammatoria pelvica, complicanze nella gravidanza con rischi di trasmissione al bambino e successivo insorgere di problemi per il neonato. Per curarla è necessario un trattamento antibiotico.

La seconda infezione più trasmessa nel mondo, la gonorrea, è quella dovuta allo gonococco e anche qui le conseguenze possono essere pesanti: infertilità, gravidanze extrauterine, aumento di trasmissibilità di altre malattie come l’HIV, uretriti, proctiti. Negli Stati Uniti poi si sta sviluppando una preoccupante antibiotico-resistenza.

In Italia è la sifilide l’infezione batteriaca più trasmessa, con 1631 casi segnalati nel 2017 e un aumento del 35 % rispetto a due anni prima. Per fortuna esiste una terapia antibiotica efficace.

Anche le vaccinazioni per il papilloma virus (HPV) sono diminuite nel corso del 2020, mentre sono fondamentali per la prevenzione di questa infezione soprattutto se fatte alle giovani tra i 12-13 anni e comunque entro i 26. È una infezione molto contagiosa, anche attraverso un rapporto intimo non completo. Il papilloma virus è oncogeno e associato al 99% dei tumori della cervice uterina, al 90 per cento di quelli del canale anale, al 75% di quelli vaginali e di quelli vulvari, al 70% dei tumori di testa e collo e al 60% di quelli del pene.

Nel corso del congresso si è anche messo l’accento sul chemsex (sesso chimico), fenomeno nato in Gran Bretagna, che equivale all’uso di sostanze tossiche per incrementare la durata delle prestazioni sessuali. Non solo, induce un comortamento più disinibilto e disinibisce e altera la percezione del rischio, aumentando così la possibilità di infezione.



www.repubblica.it 2022-06-17 09:05:38

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