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Covid, tornano a crescere contagi e decessi. E’ la sesta ondata?

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Chiamiamola nuova impennata o sesta ondata, in ogni caso il risultato è questo: i contagi Covid hanno invertito la rotta e tornano al centro dell’attenzione. Ci ha pensato la Fondazione Gimbe, con il suo monitoraggio settimanale, a riportare i riflettori sul numero dei nuovi infetti nelle regioni italiane. E il rapporto relativo alla settimana dall’8 al 14 giugno, parla chiaro: i nuovi casi Covid sono stati complessivamente 160.751. Un rialzo del 32,1% registrato in quasi tutte le regioni italiane.

Si inverte la tendenza

Gimbe, come un buon numero di esperti italiani, conviene sul fatto che sia la sottovariante Omicron BA.5 la responsabile di questa nuova recrudescenza di infezioni, visto che in 99 province si registra un incremento percentuale, con Cagliari che accusa un’incidenza superiore ai 500 casi per 100.000 abitanti.
“Inverte la tendenza la curva dei nuovi casi settimanali (+32,1% rispetto alla settimana precedente) – conferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – che si attestano intorno a 160 mila con una media mobile a 7 giorni che sfiora quota 23 mila casi giornalieri”.
Nello specifico, nella settimana 8-14 giugno scorsi, rispetto a quella precedente, si è avuto un aumento dei contagi (160.751 contro 121.726) e decessi (416 anziché 392, pari al 6,1%). Mentre sono in calo i casi attualmente positivi (603.882 verso 628.977), le persone in isolamento domiciliare (599.500 contro 624.416), i ricoveri con sintomi (4.199 anziché 4.342) e le Terapie intensive (183 al posto di 219).

“Colpa delle nuove sottovarianti Omicron”

L’ultimo report dell’European Centre for Disease Prevention Control (ECDC), pubblicato il 13 giugno, conferma che le nuove sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 hanno una maggiore trasmissibilità rispetto a BA.2 e una più elevata capacità di evadere la protezione immunitaria da vaccino e da pregressa infezione, aumentando la probabilità di reinfezione. “L’ECDC ha ribadito che le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior severità di malattia rispetto a BA.1 e BA.2 – prosegue Cartabellotta – . Di conseguenza, l’eventuale impatto sui ricoveri ospedalieri dipende sia dall’entità nell’aumento dei casi, sia dai tassi di copertura vaccinale con tre dosi, o con quattro nelle persone vulnerabili”.

Campioni sotto esame

Ad oggi, i dati ufficiali sulla prevalenza della variante BA.5 in Italia risalgono alla flash survey pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui campioni notificati il 3 maggio 2022, mentre non sono ancora disponibili i risultati di quella condotta sui campioni relativi al 7 giugno.
“In questo contesto di incertezza e in continua evoluzione – spiega Cartabellotta – è indispensabile potenziare il sequenziamento aumentando la frequenza delle flash survey, almeno ogni due settimane, e disporre dei risultati in tempi più rapidi”.

“Non chiamiamola sesta ondata”

Chi proprio non vuole sentire la definizione di “sesta ondata Covid” è l’epidemiologo Pierluigi Lopalco. Che spiega: “Stiamo osservando un rialzo dei contagi, molto probabilmente legato alla sottovariante BA.5. I segni di una maggiore gravità non ci sono, come anche di una minore risposta alla vaccinazione”.
E prosegue: “Sesta ondata? Dobbiamo abbandonare questa definizione e questa visione del problema, perché la situazione che stiamo vivendo è altra cosa rispetto a quella a cui abbiamo assitito in passato. Semmai si tratta di una ripresa dei contagi legata alle nuove varianti, e dovremo abituarci a questo per i prossimi anni”.

Diffusione stagionale del virus

Lopalco parla di “una diffusione del virus legata alla stagionalità, ossia al cambiamento dei comportamenti (ad esempio la ripresa delle attività al chiuso), oppure perché il virus stesso si adatta e produce nuove varianti”. Ma, aggiunge, “diminuiscono i ricoveri, ed è questo il dato indicativo: significa che i sintomi sono blandi e che si tratta quasi esclusivamente di reinfezioni, quindi con una manifestazione clinica meno importante rispetto a quella generata da una prima infezione”.
Quanto alle previsioni, Lopalco non ha dubbi: “E’ molto probabile che non assisteremo a un’ondata di ricoveri, com’è avvenuto in passato. E quella sì che era un’ondata pandemica”.

“Avremo più casi, ma non gravi”

In sostanza, secondo l’epidemiologo il trend delle prossime settimane, e forse anche dell’autunno, potrebbe disegnare ancora un aumento dei casi, ma non preoccupanti. “E comunque non dimentichiamo che oggi abbiamo strumenti per prevenire la malattia grave in chi si è infettato, parlo dei farmaci monoclonali – conclude – . Dobbiamo assolutamente impegnarci in un’analisi su contagi e ricoveri. Le osservazioni che faremo durante questa estate saranno cruciali anche per decidere la strategia vaccinale del prossimo inverno. Che, a mio avviso, deve essere intesa come strumento per affrontare soprattutto le infezioni di maggiore gravità”.



www.repubblica.it 2022-06-17 05:22:00

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