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Il caldo fa male, ma quanto? Dai mancamenti ai rischi per cervello e cuore

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Due vittime in spiaggia qualche giorno fa e scatta l’allerta del ministero della Salute: “Su 27 città, 23 hanno il bollino arancione, due sono rosse e soltanto Genova e Torino gialle”.

In questo primo scorcio d’estate, il caldo sta facendo boccheggiare gli italiani: da Nord a Sud. E non sembra destinato ad attenuarsi in maniera significativa,almeno non a breve. Un aspetto che, oltre a rendere difficile l’esecuzione anche dei compiti più semplici, rappresenta un’insidia per la salute.

Attenzione alla disidratazione

Tra il caldo eccessivo e il freddo rigido, non c’è dubbio: a essere più insidiosa è la condizione meteorologica che in queste ore sta attanagliando tutta l’Italia. I più a rischio sono gli anziani. La causa fisiologica di tutti i malesseri legati al caldo è la disidratazione, dovuta a una perdita di liquidi superiore alla loro assunzione, che determina l’alterazione dell’equilibrio di sali minerali e zuccheri. I sintomi principali sono sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, senso di malessere generalizzato, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari e abbassamento della pressione arteriosa. Nei casi peggiori, anche disorientamento spazio-temporale e svenimento. Problematiche che riguardano soprattutto gli over 65 che, complice l’invecchiamento cerebrale, non avvertono o avvertono poco il senso di sete. Logica è la conseguenza: anche quando sudano molto, non bevono abbastanza e il loro organismo si disidrata. 

Ondate di calore: le conseguenze per il cuore

Difficilmente le cause dei decessi dei due anzaini morti in Salento saranno appurate.  Vista la loro età e le temperature rilevate nel tacco d’Italia, però, ci sono pochi dubbi riguardo al fatto che il forte caldo abbia provocato uno scompenso cardiaco. Le elevate temperature, d’altra parte, rappresentano un rischio per la salute cardiovascolare. Il caldo eccessivo può produrre infatti una vasodilatazione periferica (l’aumento del calibro dei vasi sanguigni), che può essere accompagnata da un abbassamento della pressione arteriosa e dall’aumento della frequenza cardiaca. Si tratta di adattamenti normalmente ben tollerati da persone giovani e in salute. Ma che nei pazienti cardiopatici possono generare uno scompenso. 

E quelle per il cervello

I sintomi a cui queste persone devono prestare attenzione vanno dall’astenia (stanchezza, debolezza) alla sincope (improvvisa e rapida perdita di conoscenza). Fino a 37 gradi, inoltre, il nostro cervello funziona correttamente. Ma quando questa temperatura aumenta si possono avere alcune situazioni di confusione: incluso mancamenti, vertigini, aumento dell’ansia. L’ipotalamo, incaricato di controllare i cicli del sonno, viene colpito intaccando il nostro riposo e provocando fatica e insonnia. Altri effetti gravi che possiamo avere sono i crampi muscolari, soprattutto durante l’attività fisica.

Un ostacolo in più dalle mascherine

“Le temperature di questi giorni possono essere letali per gli anziani”, spiegano Luigi Sparano e Corrado Calamaro, rispettivamente segretario provinciale e segretario amministrativo della Fimmg Napoli. Una raccomandazione particolare arriva anche per l’uso di mascherine FFP2. “In soggetti anziani e in queste condizioni di forte afa – aggiunge Calamaro – queste mascherine possono causare malori anche gravi, se utilizzate per lunghi periodi di tempo. Il nostro consiglio è di evitare nel modo più assoluto di uscire di casa nelle ore più calde, e se proprio si deve uscire meglio evitare posti a rischio Covid, così da poter adoperare una mascherina chirurgica se necessaria”. Chiaramente, questo nulla ha a che vedere con la raccomandazione, che resta valida, di usare le mascherine (anche se chirurgiche) in tutti i luoghi nei quali esiste un rischio di contagio più elevato. “Sono obbligatorie – ricordano Sparano e Calamaro – per le visite mediche e nelle sale di attesa dei nostri studi”.

Il caldo eccessivo aumenta l’inquinamento

Le ondate di calore rappresentano un rischio per la salute ben noto. Ma a quelli delle temperature si aggiungono gli effetti nocivi dell’inquinamento, che soprattutto nelle città e su alcune categorie di persone più fragili rappresentano una combinazione nefasta. Consumando più energia per climatizzare case e uffici, aumenta l’inquinamento da polveri. A cui si somma il contributo offerto dagli incendi, più frequenti durante la stagione estiva. A tutto ciò si aggiungono gli adattamenti fisiologici del corpo che per regolare la temperatura aumenta la frequenza respiratoria e l’afflusso di sangue periferico (rendendoci più esposti agli inquinanti ambientali) e le abitudini quotidiane come le finestre aperte che lasciano entrare negli ambienti indoor una quantità di smog maggiore rispetto ai periodi invernali. 

Come affrontare queste giornate?

Le raccomandazioni per prevenire le conseguenze delle ondate di calore sono sempre le stesse. Ma mai come in questo periodo dell’anno, però, vale la pena ricordarle. Meglio evitare i lavori pesanti e all’aperto nelle ore più calde: in particolare nella fascia oraria compresa tra le 10 e le 18. Se è necessario uscire, la pelle andrebbe comunque protetta con una crema solare ad alto fattore di protezione. E la testa con un cappellino di colore chiaro. Quanto agli abiti, meglio prediligere il lino e il cotone che consentono alla pelle di traspirare.

Rinfrescarsi spesso è fondamentale, facendo però attenzione a evitare i bruschi sbalzi di temperatura. L’utilizzo dell’aria condizionata non è proibito, ma serve criterio. La temperatura non dovrebbe essere quasi mai inferiore a 24 gradi. In alternativa, un ambiente chiuso (casa o ufficio) può essere mantenuto fresco proteggendo le finestre esposte al sole con tapparelle, persiane o tende. Grande attenzione, infine, va posta all’alimentazione. Bere acqua è fondamentale: fino a due litri al giorno, a meno che non ci sia una diversa indicazione del medico curante. Occorre farlo anche se non se ne sente il bisogno. Sì a frutta, verdura e cibi leggeri. Da evitare, invece, alcolici e cibi pesanti che rendono difficile la digestione.



www.repubblica.it 2022-06-29 05:00:00

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