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Sardegna, 4 mila pazienti fragili ancora a rischio Covid

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Quattromila pazienti fragili da proteggere da Covid e mille dosi di profilassi con anticorpi monoclonali in scadenza tra un mese. I numeri riguardano la Regione Sardegna, dove sono ancora troppo poche le persone che rientrano nei criteri stabiliti dall’Agenzia del farmaco e che però non hanno potuto beneficiare di questa protezione aggiuntiva al vaccino. Per questo l’Assessorato alla Sanità della Regione, come in Lombardia, manderà una nota a tutti i centri. È quanto emerso nell’incontro virtuale che ha interessato la Sardegna e che è parte del tour in 10 Regioni, promosso da Senior Italia FederAnziani in collaborazione con AstraZeneca.

Da chi soffre di malattie ai reni a chi assume farmaci anti CD-20

Si stima che, in Italia, siano oltre 150mila i cittadini potenzialmente candidabili al trattamento con la combinazione di monoclonali. Si tratta, in particolare, dei pazienti trapiantati, affetti da patologie onco-ematologiche, in trattamento chemioterapico attivo, oppure con farmaci immunosoppressori per patologie ad esempio reumatologiche o neurologiche, o colpiti da immunodeficienze primarie.
“Oltre i pazienti trapiantati di rene, anche i pazienti nefropatici in terapia immunosoppressiva potrebbero essere considerati eleggibili per tale profilassi”, spiega Antonello Pani, Professore Ordinario di Nefrologia all’Università di Cagliari e Direttore del Dipartimento di Riproduzione Genitourinario Malattie e Trapianti di Rene all’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari.

La risposta al vaccino contro il Covid in queste popolazioni di pazienti è in una certa percentuale insufficiente e inferiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre, in questi due anni e mezzo di pandemia, alcuni pazienti non hanno potuto essere trattati con determinati schemi di terapia immunosoppressiva, ad esempio con farmaci anti CD20 (per la sclerosi multipla, ndr.), perché colpiscono lo stesso ‘filone’ di immunità che protegge dal Covid-19. “In questi casi – dice Pani – siamo stati costretti a optare per terapie immunosoppressive più ‘blande’, meno attive, per ridurre la probabilità di gravi conseguenze in caso di infezione da Covid-19. Si potrebbe prendere in considerazione di estendere l’uso di tali monoclonali anche a queste categorie di pazienti fragili. Oggi abbiamo un’arma efficace di profilassi prima del contatto con il virus e questi pazienti, che abbiano evidenza di scarsa o nulla risposta al vaccino, potrebbero essere protetti con la combinazione di due anticorpi monoclonali umani, tixagevimab e cilgavimab”. La combinazione ha infatti già dimostrato di ridurre di circa l’83% a sei mesi il rischio di sviluppare il Covid sintomatico in soggetti fragili (immunosoppressi) non vaccinati o con scarsa risposta al vaccino. Una singola dose, somministrabile per via intramuscolare, determina una protezione duratura, per almeno 6 mesi.

 

Non sprecare le dosi in scadenza

“Invieremo quanto prima una circolare a tutti i centri dell’isola per sollecitare la somministrazione della combinazione di anticorpi monoclonali per la profilassi del Covid-19 alle categorie di pazienti fragili indicate da AIFA”, ha detto Mario Nieddu, Assessore Igiene, Sanità e Assistenza sociale della Regione Sardegna: “È fondamentale tutelare questi cittadini. Vogliamo procedere ad allargare il numero delle strutture accreditate presso le quali sarà possibile accedere al farmaco”. “È importante che tutte le Regioni si attivino per proteggere dal Covid-19 i più fragili che potrebbero non aver sviluppato una risposta adeguata ai vaccini che, in caso di infezione, sono a maggior rischio di esiti negativi”, conclude Roberto Messina: “Ci auguriamo che tutte le dosi vengano utilizzate e che il sistema sanitario ne acquisti altre per tutelare gli oltre 150mila cittadini vulnerabili”.



www.repubblica.it 2022-06-30 16:08:47

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